In molti sostengono che la vita incominci a quarant’anni .
Sono l’età in cui le vaghe illusioni vengono rimpiazzate da certezze per costruire quel futuro di cui si è tanto parlato a 30, in modo più solido e disincantato.
Ci si auto-afferma, ci si auto-realizza, e lo si fa sempre più spesso operando un’attenta cernita delle cose e delle persone che affollano la propria vita, senza però apportarne alcun beneficio.
I 40 sono senza dubbio il momento dove un “sano” egoismo inizia a farsi strada, ma non solo. Scopri nella gallery 9 cose che i quarantenni conoscono bene!
Non contare sugli altri, ma solo su se stessi
Corollario del punto precedente, a quarant’anni ci si rende conto che le uniche persone sulle quali si possa fare affidamento non sono più “gli altri”, ma solo e sempre se stessi. A volte si tratta di una lezione dura da digerire, ma c’è di buono che adesso le delusioni collezionate in passato non rimarranno più sullo stomaco, causando fegati marci duri a guarire.
Programmare il proprio futuro
A quarant’anni non ci si accontenta più di vaghe promesse, di idee confuse o di progetti campati per aria: è il momento di lavorare sulle basi poste durante i trenta, e costruire il futuro di cui si è tanto parlato su fondamenta solide e non pericolanti. Da un’ottica incentrata sul “qui e ora”, si passa quindi a una modalità più progettuale, dove gli azzardi e i tentativi vengono attentamente ponderati prima di essere presi in considerazione.
Cancellare gli atteggiamenti adolescenziali
A quarant’anni non c’è più spazio per i capricci o le irragionevolezze che – a volte – hanno accompagnato i trenta. Si è ufficialmente e definitivamente “maturi”, e certi comportamenti dettati dal desiderio di rimanere ragazzini ancora un po’, non vengono più accettati o scusati. Si celebra l’addio definitivo agli infantilismi che spesso hanno impedito di guadagnare autorevolezza e credibilità, ma si tratta di un commiato necessario che gioverà a chiunque.
Non soggiacere all’uomo sbagliato
L’indipendenza emotiva non è certo facile da raggiungere e conquistare, anzi. Ma a quarant’anni diventa una condizione indispensabile per riuscire ad autorealizzarsi, evitando di perdere tempo ed energie in situazioni o con partner che – anziché fortificare la propria personalità – la indeboliscono fino a stremarla. Il momento d’oro degli uomini-sanguisughe, se mai in passato c’è stato, con l’arrivo dei quaranta è destinato a diventare un lontano e flebile ricordo.
Riconoscere la malafede altrui
A quarant’anni si prende tutta l’arte imparata a venti e trenta, e la si mette da parte. In altri termini, si fa tesoro delle esperienze negative avute in passato con le persone, imparando a fiutarne la malafede o le doppiezze da lontano. Perché ricadere in situazioni deludenti che sono riuscite a minare indelebilmente la propria serenità non è più un’opzione da tenere nemmeno nella minima considerazione.
Curare la propria casa
Se a venti o trent’anni si viveva in quello che molti potrebbero definire un “disordine creativo”, a quaranta si riscopre invece l’importanza di avere un luogo da chiamare “casa”, che costituisca un rifugio sicuro alla fine di interminabili giornate. Si presta più attenzione ai dettagli d’arredamento, si diventa un po’ più maniacali con le pulizie e l’ordine, e in generale si cura con maggiore dedizione e attenzione lo stesso spazio in passato vissuto con una noncuranza che adesso pare persino fastidiosa.
Non trovare giustificazioni ai propri errori
A quarant’anni si fa pace con il concetto di “fallibilità”, e di conseguenza con l’eventualità di commettere errori. Errori che, a differenza del passato, vengono ammessi e scontati più consapevolmente, senza dover per forza trovare a ognuno di essi una giustificazione plausibile. Si è più indulgenti con se stessi, che non significa per forza essere superficiali, ma – al contrario – consci dei propri limiti e delle proprie lacune, senza doverne provare vergogna.
L’importanza della propria autonomia
Se i venti e i trenta sono serviti in questo senso da palestra, a quarant’anni si tende a proteggere e a difendere la propria autonomia con le unghie e con i denti. Già, perché l’indipendenza – sia essa di carattere economico, sentimentale o sociale – è forse l’unica cosa in grado di rendere le persone libere dai condizionamenti e capaci di dare alla propria esistenza la piega che si desiderava quando i quaranta sembravano ancora un traguardo lontanissimo e imprecisato.