La notizia ha scosso molte delle fan di Britney Spears e non solo. La cantante ha rivelato di aver avuto un aborto ai tempi della sua relazione con Justin Timberlake. All’epoca aveva 17 anni. La ex stella del pop lo ha raccontato nel suo libro in uscita, The woman in Me (“La donna in me”).
Sono parole dolorose quelle si leggono nell’estratto, pubblicato dal magazine People, che ha scelto anche Britney Spears per la propria copertina. «Justin non era per niente contento della gravidanza – spiega la cantante – Mi disse che non era pronto per un bambino nelle nostre vite, che eravamo troppo giovani». La Spears, quindi, ha aggiunto: «È stata una sorpresa, ma non per me, non era una tragedia. Io amavo molto Justin – dice nel libro la star – Ho sempre pensato che avremmo avuto una famiglia insieme, un giorno». Poi le parole sull’aborto.
L’aborto di Britney Spears
«Io non so se sia stata la decisione giusta. Mi sono ritrovata sola, non avrei mai voluto farlo. Sicuramente era chiaro che lui non voleva essere padre». Un’ammissione che inquadra il dolore e la fatica di dover affrontare un aborto, soprattutto quando si è molto giovani. D’altro canto interrompere una gravidanza, magari anche desiderata, e non avere quel figlio immaginato, non è una decisione facile per una donna adulta, men che meno per una giovane ragazza. «È così e lo dimostra un’analisi condotta da Priscilla Coleman, professoressa di Scienze dello sviluppo umano e famiglia» spiega la psicoterapeuta e sessuologa, Eleonora Sellitto. «Sono stati presi in considerazione 22 studi, dei quali 15 condotti negli Stati Uniti e 7 in altri paesi. È emerso che l’81% di donne e adolescenti che hanno fatto ricorso all’aborto, sviluppava problemi di salute mentale».
Le possibili conseguenze dell’aborto da adolescenti
«Lo stesso studio condotto da Coleman ha anche dimostrato che l’aborto ha conseguenze molto più gravi a breve e a lungo termine per le adolescenti che per le donne adulte. Questo è tanto più vero tanto più chi decide di interrompere la gravidanza è giovane, infatti è dimostrato che le ragazze protagoniste di questa scelta, più o meno forzata, avranno più difficoltà a riprendersi dal trauma subìto: sono esposte a un rischio tre volte maggiore di manifestare problemi del sonno, uso di droghe, abuso di alcool», spiega ancora l’esperta. Ma chi può aiutarle?
Chi aiuta le teenager che scelgono l’aborto
Come nel caso di Britney Spears accade, infatti, che sia il partner a non volere un figlio, lasciando di fatto le compagne – anche giovanissime – da sole ad affrontare il problema. Come le si può sostenere? I genitori sono in grado di farlo? «Le neuroscienze dimostrano che gli adolescenti non agiscono seguendo un codice cognitivo, quindi il ragionamento. I loro atti sono soprattutto regolati da quell’area del cervello responsabile dell’origine e della gestione delle emozioni che si chiama sistema limbico – spiega Sellitto – È un insieme di strutture particolari, che non mettono in condizione di prevedere il pericolo. Il ruolo dei genitori può essere importante, ma attenzione: il rischio è che in questa fase possano sviluppare atteggiamenti iperprotettivi». Le conseguenze potrebbero non essere positive per le figlie: «Questi comportamenti possono portare alla costruzione di un’“identità negativa” o “identità contro”, caratterizzata da una decisa opposizione al mondo degli adulti e a tutto ciò che lo rappresenta. Per questo può essere utile chiedere un supporto ai professionisti del settore (ginecologi, psicoterapeuti e sessuologi)».
Quali conseguenze nel tempo
Le conseguenze di un aborto non pienamente voluto da un’adolescente possono essere di tipo psicologico e possono durare nel tempo: «Sul piano psichico si può sviluppare uno stato di ansia e la possibilità che questo evento traumatico riveli, a distanza, l’ambivalenza della scelta. La gravidanza infatti, per sua natura, oltre alla preparazione biologica di un utero accogliente, comporta l’elaborazione di un “utero psichico” dove il bambino che nascerà potrà essere atteso, pensato e amato ancor prima di venire alla luce – spiega la psicoterapeuta e sessuologa – L’aborto, in quanto evento traumatico, può provocare un disturbo caratterizzato da un marcato stress post-aborto, per la precisione la “sindrome da trauma conseguente ad aborto”, la cui sintomatologia può comparire anche a due anni dall’aborto».
Il senso di inadeguatezza verso il ruolo di genitore
«Purtroppo mi sono capitate situazioni di questo genere ed è necessario lavorare sulla elaborazione del trauma e sulla consapevolezza della propria scelta, riflettendo sulla responsabilità e non sulla colpevolizzazione della scelta», spiega ancora Sellitto, che conclude: «Di fatto chi lo vive, ossia la teenager, potrebbe provare anche nella sua vita adulta un senso di colpa e di profonda inadeguatezza verso il proprio ruolo genitoriale».