Per chi soffre di dolori cervicali e mal di testa è frequente considerare questo fastidio un compagno che ritorna in maniera cronica: i disturbi si accentuano nei periodi in cui lo stress diventa più acuto. In casi come questi i farmaci alleviano il dolore temporaneamente, tuttavia non aiutano a risolvere il problema in modo definitivo. È inoltre importante considerare che la condizione psicologica influisce sul nostro benessere quotidiano e che dietro mal di testa, emicrania e dolori cervicali possono spesso nascondersi un’eccessiva tendenza al controllo, paura, manie di perfezionismo: ecco perché può risultare di grande aiuto intraprendere un percorso in grado di elaborare il disagio in profondità.
Che cos’è la riflessologia plantare?
Durante una seduta di riflessologia plantare il terapeuta utilizza le sue mani per effettuare una pressione sulla pianta dei piedi: oltre alle estremità vengono manipolate altre zone del corpo, considerate importanti in relazione al tipo di problema. La riflessologia plantare, infatti, è una disciplina olistica il cui obiettivo punta al riequilibrio dell’organismo attraverso la microstimolazione: il supporto della medicina complementare può quindi risultare molto efficace agendo sul sistema nervoso, stimolando la circolazione e aiutando a raggiungere uno stato di progressivo rilassamento.
Dall’agopuntura alla digitopressione, le tecniche di massaggio sviluppate in Oriente hanno una storia antichissima, che si basa su una conoscenza olistica dell’organismo e sull’individuazione di centri di energia, dove fluisce la forza vitale del corpo. Trattamenti sulle dita di mani e piedi sono diffusi in Asia già nel 5000 a.C. poiché era chiaro che stimolando le terminazioni nervose fosse possibile influire sull’apparato endocrino e sull’attività del sistema linfatico.
Riflessologia plantare e mal di testa
Secondo i principi della medicina tradizionale cinese i piedi e le mani costituiscono una mappa collegata a tutti gli organi del corpo. Attraverso le terminazioni nervose le zone riflessogene sono in grado di comunicare con la colonna vertebrale instaurando un contatto con l’organo relativo. Affreschi ritrovati nella necropoli di Saqqara, a una trentina di chilometri da Il Cairo, fanno pensare che gli antichi Egizi utilizzassero una forma di massaggio e la manipolazione dei piedi per effettuare trattamenti curativi. Sarà William Fitzgerald, con la terapia zonale, a portare queste conoscenze in Occidente. Una seduta di riflessologia plantare dura circa un’ora e normalmente viene ripetuta per più cicli: grazie alla pressione effettuata, l’operatore va a stimolare punti energetici in grado di migliorare blocchi, migliorare la circolazione e contrastare l’irrigidimento fisico e mentale combattendo l’effetto negativo di cattive posture e contratture, così da favorire la distensione muscolare e un allentamento della tensione.
Fra le problematiche più comuni trattate dalla riflessologia plantare troviamo mal di testa e mal di schiena, dolori cervicali, stress, cellulite e ansia. Come indicato nel codice di deontologia, l’operatore non prescrive farmaci e non formula diagnosi. Sconsigliata alle donne in gravidanza, in Italia non esiste attualmente un inquadramento per i professionisti che si occupano di riflessologia plantare. È importante ricordare che sebbene gli studi scientifici al riguardo siano incerti, se non negativi, dietro queste discipline esistono conoscenze antiche che si intrecciano alla storia della medicina in Oriente e a tradizioni millenarie come Ayurveda e medicina cinese. Fondamentale è quindi la scelta di un professionista esperto a cui affidarsi con fiducia.