AFFRONTARE LA PAURA
In certi casi, è l’incontro con la malattia a farci sperimentare l’esistenza di un limite doloroso, altre volte si tratta di un bisogno dentro di noi, che nasce in modi diversi, misteriosi, e ci avvolge: un vuoto immenso come una voragine, devastante e totale. Una delle prime esperienze di arteterapia nasce dall’esperienza di Friedl Dicker Brandeis, artista e insegnante austriaca di origine ebrea. Insieme a Edith Kramer, sua allieva, applicherà l’insegnamento all’arte come strumento per combattere la discriminazione, elaborare il lutto, superare, o almeno provarci, il trauma. Sono i bambini del ghetto di Praga, prima, e Terezin, dopo, a insegnare una lezione importante: l’arte diventa un modo per combattere la guerra, guardare in faccia la paura, scoprire la parte più vitale di sé.
ESPRIMERE SE STESSI
I disegni dei bambini di Terezin oggi sono famosi in tutto il mondo. Le prime esperienze di arte usata come supporto per il benessere psicologico appaiono in Inghilterra, durante la rivoluzione industriale. Nell’arco del Novecento sarà sempre più diffusa la fondazione di strutture dove svolgere attività come pittura e scultura, considerate una terapia riabilitativa per i pazienti psichiatrici. In realtà l’abitudine di usare il disegno e il colore per esprimere le emozioni profonde si perde nella notte dei tempi. Attraverso i simboli creiamo una rappresentazione del mondo e cerchiamo di dare un senso a ciò che ci accade.
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LE ORIGINI DELL’ART THERAPY
Insieme a Edith Kramer, una delle fondatrici Art Therapy negli Stati Uniti è Margaret Naumburg, psichiatra e psicoanalista freudiana. Sulla forza dell’arte scrive Edith Kramer: «… senza imporre la quotidianità della vita sulle fantastiche complessità del mondo interno dell’uomo, rende possibile la ricerca del nascosto, dell’informe, del represso, del bizzarro senza abbandonare la spinta verso la forma». Il cervello ragiona per immagini: è quanto emerge dagli studi più recenti dell’ambito delle neuroscienze. L’arte diventa un modo per liberare ciò che ci blocca e scoprire nuove risorse, strumento di guarigione utile per un miglioramento nella qualità della vita. Dal Novecento ad oggi modalità come arteterapia, musicoterapia o danzaterapia utilizzano la creatività come mediazione.
ESERCITARSI NELL’EMPATIA
Ciò che accade sul palcoscenico esercita a fare esperienza “nei panni di…”. Accade ancora oggi, ecco perché una delle funzioni fondamentali del teatro nel mondo antico aveva a che fare con l’elaborazione di ciò che sentiamo. Ci immergiamo nella paura e nella gioia del personaggio incarnato dall’attore: sviluppiamo empatia. Dalla musicoterapia all’arteterapia, si tratta di tuffarsi in un viaggio nelle profondità di sé. Per guarire, conoscersi e, almeno un po’, fare pace con se stessi prendendo per mano le proprie emozioni.