Nell’anno in cui si festeggia il 50esimo anniversario di Colazione da Tiffany, la domanda da porsi è: chi sono le Audrey Hepburn del nostro tempo? Partiamo da un episodio recente: il casting per l’annunciato remake, ancora rimasto sulle scrivanie dei produttori, del musical My Fair Lady, interpretato dalla Hepburn tre anni dopo il successo di Colazione da Tiffany. I due nomi più papabili, secondo gli addetti ai lavori, sono quelli di Keira Knightley e Carey Mulligan. Inglesi, decisamente trendy (la prima è testimonial di Chanel, la seconda ha una predilezione per Prada), stimate dai critici, votate alla riservatezza, lontane da mondanità e paparazzi. Il progetto per ora si è arenato, ma il profilo professionale e privato di entrambe resta decisamente “Audrey-oriented”. Sempre da terra britannica viene Emma Watson, genere molto pulito e grazioso, pupilla di Karl Lagerfeld e testimonial di marchi famosi (Burberry e Lancôme). Ma forse, prima di essere equiparata alla Holly di Colazione da Tiffany le serve un ruolo più adulto di quello della maghetta Hermione di Harry Potter.
In Francia restano alte le quotazioni dell’esile brunetta Audrey Tautou, che parte avvantaggiata fosse solo per il nome di battesimo. È stata anche lei una squillo di lusso, come la Holly di Colazione da Tiffany, nel misconosciuto Ti va di pagare?, e ha un carnet di solide collaborazioni fashion (per Chanel N. 5, mica un profumo qualsiasi) che l’ha resa negli anni un’icona di stile, specie in patria. Al di là dell’oceano invece c’è la bellezza bon ton di Rose Byrne, avvocatessa del serial cult Damages che ha ora deciso di prendere la strada della commedia con Le amiche della sposa, campione d’incassi al botteghino Usa e in uscita questo mese da noi. Brava e divertente, come la Hepburn comica nella sequenza del party scatenato di Colazione da Tiffany. Alla Byrne manca ancora però il fascino glamour per sfondare. Che invece dispensa in quantità Olivia Palermo, professione “socialite”, posto fisso nelle classifiche delle meglio vestite del Pianeta. Ricorda Audrey Hepburn per gli occhi da cerbiatto, le forme di raffinata delicatezza, lo chic naturale, ma chissà se riuscirà a sfondare col grande pubblico.
E dunque, a chi può andare il titolo di nuova Audrey? Giocando d’azzardo, la figura più simile potrebbe essere la neo duchessa Kate Middleton: magrezza aristocratica (la Hepburn era erede di una dinastia di baroni olandesi), attenta alle tendenze della moda (l’abito di nozze disegnato da Sarah Burton per il compianto Alexander McQueen parla da sé), novella principessa del popolo, già molto imitata, animo gentile come spesso veniva descritta Audrey, ma non per questo riluttante alle luci della ribalta. E anche lei è capace di portare una ventata di anticonformismo: la borghese discreta, lontana dai costumi “cafonal” contemporanei, che sposa un principe e viene accolta nella più granitica famiglia reale del mondo è un fatto a suo modo rivoluzionario. Una donna moderna che non starebbe male davanti alla vetrina di Tiffany o sul davanzale di una finestra, strimpellando Moon River alla chitarra.