La cronaca degli ultimi giorni ha riportato all’attenzione generale l’anoressia e le sue (a volte fatali) conseguenze. Esistono però anche altri disturbi del comportamento elementare, di cui spesso non si parla in quanto non si manifestano con altrettanta evidenza e i cui effetti non sono così letali, ma dal punto di vista psicologico sono ugualmente deleteri. Un esempio tra i tanti è quello del Binge Eating Disorder (Disturbo da Alimentazione Incontrollata), di cui soffre, approssimativamente, dall’1 al 5% della popolazione mondiale. Il BED colpisce più le donne rispetto agli uomini, con un rapporto all’incirca di 3 a 2 ed è riconoscibile dall’esterno in quanto chi presenta questo tipo di disturbo tende ad essere sovrappeso se non addirittura obeso.

 

Disturbi alimentari e stress

 

Secondo gli esperti il soggetto affetto da Binge Eating Disorder:
– periodicamente non esercita un controllo sul consumo di cibo;
– si trova a mangiare quantità di cibo spropositate in una volta sola;
– durante gli episodi di Alimentazione Incontrollata mangia più velocemente del solito;
– mangia fino a sentirsi male nel senso fisico del termine;
– mangia anche senza sentire lo stimolo della fame;
– quando si trova a consumare grandi quantità di cibo è solo;
– si sente disgustato, depresso colpevole dopo un episodio di BED.

Questa patologia viene inoltre spesso confusa con altri disturbi del comportamento alimentare, come la bulimia: a parte la differenza di peso che contraddistingue le due malattie, chi soffre di BED non vomita e non si costringe a praticare esercizio fisico dopo le “abbuffate”. Altra cosa ancora è il “complusive eating” (Alimentazione Compulsiva): chi ne è affetto spende ore ed ore a fantasticare sul cibo e sui vari modi di prepararlo, mentre le persone con Disturbo da Alimentazione Incontrollata nutrono sentimenti molto negativi nei confronti del cibo e di tutte le sue forme.

Disturbi alimentari, il ruolo dei genitori

 

Inutile dirlo, è negli Stati Uniti che il BED si manifesta nella sua forma più grave: circa quattro milioni di Americani (il 2% degli adulti) ne soffre. Inoltre, tra il dieci e il quindici percento delle persone sovrappeso o obese e che cercano di perdere peso da sole (o tramite diete e farmaci pubblicizzati dai media e quindi non direttamente sotto il controllo medico) incorrono in episodi di binge eating.

A questa patologia ne sono strettamente correlate molte altre, prima fra tutte la depressione; bisogna poi aggiungere che spesso la causa della abbuffate è da ricercarsi in sentimenti negativi come rabbia, tristezza o preoccupazione. 

Cos’è la thinspiration

 

I ricercatori stanno indagando anche il DNA, per vedere se le cause sono da attribuirsi anche al metabolismo, ma queste ricerche sono appena agli inizi e non hanno ancora dato esiti significativi. In questi casi il rischio più grande è che il disturbo venga sottovalutato e il soggetto affetto da Binge Eating Disorder cerchi di curarsi da solo, ovviamente non riuscendoci ed accrescendo esclusivamente il suo senso di frustrazione, oltre ad isolarsi sempre di più dal mondo esterno (c’è chi lascia il lavoro o la scuola, chi si distacca dalla famiglia: tutto provocato dal senso di vergogna suscitato dal non riuscirci a controllare). 

Come gli altri disturbi del comportamento alimentare, anche questo dev’essere curato con il supporto di medici e psicologi e soprattutto chi si trova alle prese con un binge eater deve evitare di farlo sentire ancora più in colpa opponendogli motivazioni razionali (“Perché mangi così? Ti rendi conto che è stupido?), in quanto non risolvono assolutamente il problema, anzi rischiano addirittura di peggiorare la situazione.