Oggi è il mio compleanno. Stamattina però, mentre mi preparavo per andare a lavorare, me ne sono dimenticata. Avrei voluto vestirmi di strass e paillettes, truccarmi da vamp e pettinarmi come Moira Orfei. Avrei voluto farmi rappresentazione vivente della festa. Ma quando mi sono resa conto che era questo il giorno per la legittima ostentazione, ero già fuori di casa e indossavo la mia consueta sciatteria estetica ed esistenziale. Da oggi, per un po’, avrò 54 anni.
Età adulta e compleanni che lasciano il segno
Quando ho raggiunto il mezzo secolo ho avuto un sussulto. Nel mio immaginario di bambina ero anziana. Nella mia percezione presente ero congelata in una immutabile tarda adolescenza. Ho quindi pensato che, come le dive di Hollywood e le super modelle, avrei trasformato la reticenza sull’età in uno stile di vita, rimanendo sospesa per sempre nell’incertezza anagrafica. Mi sono pertanto domandata, ipotizzando di poter sguazzare impunemente nell’inganno, in quale stagione avrei voluto risiedere per il resto dei miei giorni, in barba alle rughe, alla ruggine e alla vampate di calore. Così mi sono messa in viaggio.
Sedici candeline: l’età della trasgressione
Li chiamano «Sweet sixteen» ma io i miei tormentati 16 anni all’insegna del melodramma e dei disturbi alimentari, li lascio volentieri alla deriva nello stagno distopico degli anni ’80. Ventenne, prima di incontrare l’uomo della vita, «Lui è quello giusto. Non fare scemenze: se non lo sposi tu, lo sposo io» disse mio padre quando lo incontrò, ebbi un trasgressivo e appagante periodo di randagismo sentimentale e sessuale. Effettivamente mi divertii parecchio ma ricordo anche ottovolanti emotivi psichedelici capaci di sfibrarmi. In quel tempo, a cui torno spesso con la memoria, non abiterei più.
A trenta si pensa alla carriera
I trent’anni in effetti possono essere ricchi di suggestioni e soddisfazioni: il corpo è tonico, la mente vivace, la progettualità sfrenata. Io però, allora, mi sentivo onnipotente: volevo una carriera luminosa, otto figli, un labrador e un frigorifero industriale. Inseguendo le mie chimere ho trascorso un decennio lavorando come una pazza, spesso incinta, ancor più spesso in allattamento. C’era una componente autodistruttiva in quel delirio iperattivo, di cui non ho alcuna nostalgia.
In età adulta si diventa più consapevoli
Ai quaranta si raggiunge una certa benefica consapevolezza in effetti, ma intorno, da te, si aspettano un sacco di cose, l’ansia da prestazione e la sindrome dell’impostore sono costantemente in agguato, insieme al Bianconiglio che ci ricorda che siamo in ritardo su tutto.
50+ non ti temo
E se i 50, dopotutto, fossero il male minore? Se il mezzo secolo ci avesse finalmente regalato il coraggio di starci simpatiche e di accomodarci nei nostri panni? Io oggi ho 54 anni e non ho più paura di non essere abbastanza. Quindi domani, per il mio non compleanno, mi vestirò di strass e paillettes e uscirò di casa con l’arroganza di chi risiede forse in uno dei mondi migliori possibili. L’importante è crederci, la meraviglia viene da sé.