C’è un detto che gira da un po’ di tempo: casa ordinata, bambini infelici. Ma sarà vero? Innanzitutto, prima di lanciarci in una disquisizione su cui non per forza si deve concordare, è opportuno specificare che casa disordinata non è per forza sinonimo di casa sporca.
Gli oggetti fuori posto profumano di azione, di casa vissuta in ogni suo piccolo dettaglio. Profumano di vita! Adesso tocca a te farti qualche domanda: che tipo di genitore sei, e in che modo gestisci l’organizzazione della casa senza che si trasformi in autentica ossessione?
Casa ordinata, bambini infelici: cosa c’è di vero?
Partiamo dal presupposto che casa ordinata, bambini infelici è un assioma troppo semplicistico e generalista. È impossibile che la felicità (o la disperazione) di un bambino sia direttamente proporzionale alla quantità di disordine in casa. Ed è anche un po’ irrealistico.
Una casa rigorosa è il riflesso di una madre che ama vedere i suoi figli in ordine e sempre sul pezzo. Al tempo stesso, una casa cosparsa di giocattoli ed elementi vissuti non ha niente che non vada, a patto che il disordine sia contenuto, o comunque non si trasformi in trascuratezza e sporcizia. Guarda le installazioni delle note case di arredamento all’ingrosso e riporta alla mente il “disordine estetico” di quei bellissimi salotti che, pur essendo in esposizione, sembrano aver appena ospitato una serata in famiglia. Ecco: il disordine a cui facciamo riferimento è proprio questo.
Luoghi puliti, sicuri, dove però è evidente che un bambino possa sentirsi a suo agio senza vivere nel terrore di un cuscino fuori posto. Ecco, proprio a questo ci riferiamo! Un luogo dove un bambino sia in grado di esprimere liberamente la sua creatività in uno spazio organizzato, felice, facile da riordinare e, al tempo stesso, senza provocare scompensi alla mamma.
Una casa da catalogo è irrealistica
Molte persone amano portare in casa loro l’effetto catalogo. Case impersonali, minimali, ridotte all’essenziale e senza l’impronta di essere umano. Le tipiche case che appaiono, dunque, nei cataloghi di arredamento. Quante volte avete ricevuto notizia che i vostri amici stavano per arrivare e vi siete incaponite follemente sulla pulizia del divano? Se il divano è sporco, avete fatto bene. Ma se come sospettiamo, non lo è, è solo un po’ in disordine, forse dovresti pensare di fare un passo indietro per il bene dei tuoi nervi.
Ti sveliamo un segreto: è molto probabile che i tuoi ospiti sappiano che tu, su quel divano, ti ci siedi. Al tempo stesso, queste persone sanno che hai dei figli, e non c’è niente di male se un orsacchiotto sperduto rimane incastrato tra i cuscini dove si siederanno gli amici o i conoscenti che stanno per arrivare.
Secondo il parere di alcuni psicologi, una casa da rotocalco rappresenterebbe una dimensione irrealistica della vita quotidiana che poco ha a che vedere con la natura della vita per com’è fatta. Chiassosa, caotica, disordinata. Un bambino che vive nella perfezione domestica potrebbe sentirsi smarrito quando esce dalla distopia delle quattro mura domestiche.
Imperfezione non significa trascuratezza
È importante fare questo sottile ma decisivo distinguo. Una casa imperfetta non è una casa disordinata in senso stretto, e soprattutto una casa in disordine non è intesa come ambiente a soqquadro dove sembra appena esplosa una bomba.
La psicologia moderna sostiene che nell’educazione dei figli, e per il bene della loro felicità, dovremmo imparare a gestire con più rilassatezza gli ambienti domestici. I genitori per primi dovrebbero capire la potenza del disordine e l’importanza della personalizzazione degli spazi. Sei d’accordo quando diciamo che il salotto appartiene a tutti, nel nucleo familiare? Ebbene, perché il tuo salotto non dovrebbe recare traccia dell’esistenza di tuo figlio?
Sono piccoli elementi: un libro da colorare, un disegno sulla credenza, una scatola stracolma di mattoncini da gioco. Che male c’è se gli spazi di casa parlano non solo di te, ma anche del tuo piccolo? Non solo il bambino si sentirà più sicuro e più “a casa” in un posto dove può riconoscere le sue cose. Sarà anche un pretesto per fargli capire l’importanza del suo impatto sugli spazi e, addirittura, fargli capire che una casa “in ordine” dipende anche da lui.
Casa ordinata, bambini infelici: sì, ma con moderazione
Un bambino che vive in una casa che sembra appena uscita da una rivista può esserne destabilizzato. Parimenti, ciò non significa che tu debba vivere nel caos: il giusto equilibrio, come sempre, è foriero di grandi cambiamenti e felicità per entrambe le parti. Il tuo bambino si sentirà parte di tutto lo spazio della casa – e non solo la sua stanza.
Al tempo stesso, tu sarai meno vincolata a rigori e perfezione che finiscono solo per renderti più stressata. Se il tuo bambino può imparare qualcosa da te, è sicuro che anche tu puoi imparare da lui qualcosa. E una casa “imperfetta” è una delle nozioni più preziose che tu possa comprendere.