Cos’è la cherofobia
Con il termine “cherofobia” non si indica l’incapacità a essere felici, bensì la paura di essere felici, proprio come qualche anno fa la giovane Martina Attili cantava sul palco di X Factor.
In effetti, il termine è composto da due parole greche, “chairo” (che significa “rallegrarsi, essere felici”) e “phobia” (“paura”), quindi si può dire che la cherofobia sia la paura a gioire per le cose belle che ci capitano.
La paura della felicità è infatti talmente paralizzante da impedire alla persona che ne soffre di godere dei momenti felici perché teme che non possano durare e che, peggio ancora, possano trasformarsi in eventi del tutto negativi. Più semplicemente, chi è affetto da cherofobia, teme che se si lascerà andare alla felicità e alla spensieratezza, dovrà poi affrontare qualcosa di terribile.
I sintomi per individuarla
Sebbene sempre più spesso di parli di cherofobia, essa non è ancora stata definita come un disturbo mentale nell’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), testo di riferimento e principale risorsa per la diagnosi delle condizioni di salute mentale. Tuttavia, anche se non è stata ancora definita con precisione, secondo quanto riporta Healthline, molti psichiatri esperti classificano la cherofobia come una forma di ansia.
Questo significa che chi soffre di cherofobia non è necessariamente una persona triste o depressa, ma ansiosa, soprattutto per tutto quello che riguarda eventi e attività che potrebbe portarla alla felicità (e quindi, alla paura che dopo possa succedere qualcosa di brutto).
Stando a quando sostengono i medici esperti di Healthline, sono stati identificati alcuni sintomi della cherofobia:
- Ansia nei confronti degli eventi sociali cui la persona viene invitata.
- Timore nel cogliere opportunità che potrebbero portare a cambiamenti positivi nella vita a causa della paura che possa accadere qualcosa di negativo.
- Rifiuto di partecipare ad attività “divertenti”.
- Convinzione che provare felicità farà succedere qualcosa di brutto.
- Credere che essere felici ti renda una persona cattiva o peggiore.
- Convinzione che mostrare felicità faccia male a te e possa danneggiare la tua famiglia e i tuoi amici.
- Pensare che cercare di essere felici sia una perdita di tempo e una fatica inutile.
Le cause
Sebbene non abbia ancora una collocazione ufficiale tra i disturbi dell’ansia, la cherofobia è oggetto di studi di medici esperti, secondo cui è molto probabilmente un assetto psicologico che si sviluppa in alcuni soggetti a seguito di qualcosa che è avvenuto nel passato.
Il padre della psicanalisi Sigmund Freud nel 1916 individuò un tipo di personalità che chiamò “Coloro che soccombono al successo”, cioè tutte quelle persone che sembrano avviate al fallimento, che ripetono relazioni o amicizie frustranti, che iniziano cose che già sanno non porteranno a termine, etc. In poche parole, sono caratteri che tendono a scegliere la via dell’insuccesso. Secondo Freud, queste persone sono guidate da un senso di colpa inconscio: secondo gli esperti di oggi, lo stesso meccanismo, grossomodo, potrebbe essere alla base della cherofobia, che impedisce a chi ne è affetto di godersi il successo per un senso di colpa di cui non è nemmeno consapevole.
Alla base della cherofobia potrebbe esserci qualcosa di brutto avvenuto nel passato, immediatamente dopo un momento di felicità, per cui la persona, che all’epoca dei fatti era un bambino o molto giovane, elabora l’associazione felicità-evento negativo, sviluppando così un disturbo ansioso (e il senso di colpa) da cherofobia.
In un post sul blog su Psychology Today, la psichiatra Carrie Barron ha discusso alcuni possibili motivi per cui le persone sviluppano la cherofobia: «Si parla così tanto della ricerca della felicità in questi tempi. Potrebbe sembrare insolito per qualcuno temere questa emozione positiva. Se è connessa a un legame di felicità/ punizione durante l’infanzia, potrebbe essere più comune di quanto pensiamo». Secondo la prospettiva della dottoressa americana, la cherofobia potrebbe derivare dalla paura di un conflitto con una persona cara o da una brutta esperienza associata a un determinato evento. Se sei abituato a qualcosa di brutto che accade subito dopo un lieto evento, potresti avere paura che succeda di nuovo, quindi opporti alla felicità perché la associ a qualcosa di brutto che di sicuro succederà dopo.
Il trattamento
Uno degli aspetti più difficili della cherofobia è individuarla, poiché spesso viene erroneamente confusa con la depressione, ma va ricordato che le persone che soffrono di cherofobia non sono necessariamente sempre tristi, piuttosto vanno in ansia in determinate circostanze e attuano alcune strategie evitanti per “prevenire” che avvenga ciò che temono.
La cherofobia, se è episodica, non è particolarmente complessa, mentre assume proporzioni più gravi quando condiziona la persona in maniera totalizzante.
Dal momento che tutti gli esperti concordano sul fatto che spesso le cause di tale disturbo ansioso sono legate a esperienze e eventi passati, un buon punto di partenza se vuoi guarire dalla cherofobia è scavare nel passato, per analizzare a distanza temporale il trauma che ti ha portato a sviluppare la paura per la felicità e per imparare a essere felice senza temere conseguenze negative.
In caso di supporto professionale, pare che i trattamenti come la psicoterapia orientata all’insight e la terapia cognitivo comportamentale siano i più utili per comprendere le cause e annullare le associazioni negative che le persone hanno tra piacere e dolore.
Strategie utili
Se pensi di soffrire di cherofobia in maniera occasionale e non pensi di avere bisogno di un aiuto professionale, gli esperti di Guidapsicologi.it hanno elaborato una lista di consigli utili per affrontare la paura della felicità.
- Scrivi un diario personale: annotare ogni giorno con costanza come ci si sente, in che occasioni abbiamo provato paura e cosa invece ci fa stare bene: rileggendolo, si possono individuare i comportamenti e le abitudini distruttive e lavorare per eliminarle o trasformarle.
- Frequenta persone positive: meglio evitare persone tossiche o negative, che alimentano le nostre paure. Per coltivare la felicità bisogna circondarsi di persone che permettono di mantenere scambi interessanti e con cui sentirsi bene.
- Fai cose che ti fanno stare bene, senza uno scopo preciso: può essere utile rompere la routine e concedersi di fare cose fini a sé stesse, per esempio uscire con gli amici, andare a ballare, fare sport, farsi un regalo. È una sorta di allenamento a recuperare fiducia nella felicità e per combattere l’ansia.
- Parla delle tue emozioni: che sia con un terapista o con persone amiche, è importante comunicare, imparando a descrivere le proprie emozioni, anche per fare maggiore chiarezza dentro di noi.
- Respira, pratica yoga o qualsiasi attività meditativa: aiuta a imparare a respirare, ossigenare la mente e calmare il corpo. Per chi soffre d’ansia, imparare a mantenere una respirazione regolare è fondamentale per mantenere uno stato di tranquillità e consapevolezza anche nei momenti difficili.