Il cambiamento. Alcuni lo amano, altri lo temono. Suppongo che tu non sia una persona entusiasta dei cambiamenti, altrimenti non saresti qui ad ascoltare questa lezione, e ti capisco benissimo: chi non ama l’efficienza e il comfort di una routine ben rodata? Il nostro amore per le routine, per le abitudini, è profondamente radicato dentro di noi, come se fosse stato cucito nella nostra mente: è normale anelare alla certezza e alla stabilità, al nostro cervello piace davvero tanto, perché sa che se restiamo dove siamo, se continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto, allora sopravviveremo di sicuro. Tutto ciò che è cambiamento spaventa tantissimo il nostro cervello: per lui ogni cambiamento è un potenziale rischio per la nostra incolumità, quindi fa di tutto per evitarli e quindi farceli odiare. Capisci ora perché è assolutamente normale che i cambiamenti non ti piacciano per niente?
Il fatto è che la vita, proprio per come accade, è imprevedibile, e spesso si diverte a lanciarci delle sfide impegnative e assolutamente inattese. A noi piacerebbe che le cose restassero sempre uguali, sotto il nostro completo controllo, ma questo accade raramente. Cercando di controllare cose incontrollabili otteniamo come unico risultato quello di sentirci perennemente ansiose, frustrate o infelici.
Cosa possiamo fare per sentirci meglio in questo mondo pieno di costanti cambiamenti?
Come abbiamo visto poco fa, di natura, in quanto esseri umani, non siamo degli amanti del cambiamento, ma c’è una buona notizia: tutti possiamo imparare ad accettare e abbracciare il cambiamento. Come? Ne parliamo fra poco, e ti darò 7 consigli per gestire la paura del cambiamento, ma prima dobbiamo rispondere a una domanda cruciale: perché è necessario adattarci al cambiamento?
Eraclito disse una frase che sicuramente hai già sentito tante volte: “L’unica cosa che è costante è il cambiamento”: il cambiamento è una parte inevitabile della nostra vita.
A volte arriva come un enorme onda che ci travolge, mentre altre volte arriva col contagocce. Può essere qualcosa che cambia completamente la tua vita come un grave problema di salute, oppure può essere qualcosa di relativamente più piccolo, com’è essere assegnati al nuovo team di lavoro, o può essere qualcosa che decidi di mettere in campo tu perché la vita così com’è non ti va più bene.
Indipendentemente dalla grandezza o dall’ impatto che questo cambiamento ha sulle nostre vite, una cosa è sicura: non possiamo impedire al cambiamento di accadere. L’unica cosa che possiamo fare è adattarci al cambiamento.
E se invece rifiutiamo di adattarci? Se decidiamo di restare nel nostro status quo, e decidiamo di combattere un’immaginaria battaglia per fermare la marea del cambiamento che ci sta per travolgere? Se rifiutiamo di adattarci non ci andrà molto bene. Come faccio a dirlo con così tanta certezza? Beh, basta guardarsi indietro, e vedere quello che è successo a quelli che hanno rifiutato il cambiamento nel passato. La storia ha un sacco di esempi di chi non si è saputo adattare: i dinosauri, la monarchia francese, la Kodak. Che fine hanno fatto adesso?
Facendo un altro esempio, chi si occupa di risorse umane sa che una gran parte del proprio lavoro consiste nell’aiutare gli impiegati a gestire il cambiamento sul posto di lavoro: gli impiegati che resistono al cambiamento non stanno facendo una cosa che influirà solo su quell’aumento di stipendio, su quella promozione o su quel riconoscimento, andranno a rovinare la loro intera carriera. Anche se è triste da dire, quando le organizzazioni moderne si trovano costrette ad adattarsi ai cambiamenti molto rapidamente, coloro che resistono al cambiamento sono spesso i primi ad essere lasciati indietro.
Se c’è una cosa che puoi imparare da questi esempi è che non c’è scelta: o ti adatti o muori. Ok, magari non rischi di morire come i dinosauri, mai hai capito il senso.
Il ciclo del cambiamento
Il cambiamento segue un ciclo abbastanza prevedibile: vorremmo cambiare, ma poi il cambiamento è difficile, scomodo e spaventoso. Quindi ci rassegniamo a tollerare la nostra vita esattamente com’è, anche se ci rende infelici, anche se diciamo di volerla cambiare: la odiamo, ma continuiamo a viverla così com’è, e il nostro scontento monta, giorno dopo giorno e non se ne va mai del tutto.
Ecco come funziona tipicamente il nostro ciclo del cambiamento che passa attraverso 6 step:
- Malcontento. Il primo step è il malcontento: siamo semplicemente infelici delle nostre vite. Desideriamo il cambiamento, ma non facciamo nulla per farlo avvenire.
- Il punto di rottura. A un certo punto raggiungiamo un punto di rottura. Questo può avvenire in diversi modi: possiamo essere forzati al cambiamento attraverso un evento traumatico, da qualcosa di orribile che ci capita, oppure può avvenire gradualmente, quando la vita ci spinge al limite. In un modo o nell’altro raggiungiamo un punto di rottura.
- La decisione di cambiare. La decisione di cambiare arriva quando raggiungiamo il punto di rottura: dove lavori, quello che stai facendo, come agisci, le persone con cui sei, qualsiasi cosa sia, a un certo punto prendi la decisione di cambiare, perché la vita ti ha spinto verso quella direzione.
- Paura. Nel momento stesso in cui prendi una decisione, questa scatena la paura: che cosa provocherà questo cambiamento? Che strada prenderà la mia vita? Cosa penserà la gente? E se fallisco? Questa paura del cambiamento è davvero molto forte e reale.
- Auto-sabotaggio. Se la paura è abbastanza forte, e molto spesso lo è, sviluppiamo una specie di amnesia. Il tuo cervello dice: “Non voglio affrontare questa paura, quindi me lo dimenticherò”: dimenticherai quindi quello che volevi cambiare, o perché lo volevi cambiare. Questa è una forma di auto sabotaggio travestita da autoprotezione: ci siamo passati tutti, e nemmeno le esperienze più traumatiche ti porteranno a cambiare, se non passi oltre a questo step.
- Tutto da capo. Torniamo ai nostri vecchi abitudini e schemi di comportamento (relazioni, lavoro…)
Questo capita in continuazione: ti è familiare, vero? Se non spezzi volontariamente questo ciclo, continuerà a ripresentarsi uguale, e ogni volta che attraverserai tutto il processo, lo scontento aumenterà e crescerà, arriverai di nuovo al punto di rottura, e ogni volta starai peggio.
Se ti riconosci in questo ciclo, sono qui per dirti che purtroppo succederà di nuovo, e ogni volta sarà più difficile, finché accadranno due cose: o la vita ti forzerà a cambiare attraverso un evento spiazzante, oppure deciderai tu intenzionalmente di rompere il ciclo.
Affrontare il cambiamento in 7 step
Torniamo ai consigli che ti ho promesso prima: come facciamo quindi ad affrontare, e a gestire, i cambiamenti intorno a noi?
Vediamo insieme 7 passi per aiutarti ad affrontare e gestire i cambiamenti senza paura né frustrazione.
1. Accetta la tua paura
Il cambiamento ti sembra spaventoso? Non c’è niente di sbagliato, è normale provare paura.
La paura delle cose che non conosciamo è una paura fondamentale e di sopravvivenza: anche il migliore di noi può sentirsi apprensivo davanti a cose che non conosce. E che cos’è il cambiamento? E qualcosa di non familiare, di incerto: il cambiamento è l’ignoto.
Se ti senti ansiosa o terrorizzata dal cambiamento, non sentirti sbagliata, e non cercare di mandar via o di respingere queste emozioni: fanno parte del processo. Una parte essenziale dell’abbracciare il cambiamento è infatti imparare ad abbracciare le emozioni che senti lungo la strada.
2. Tieniti informata
Uno dei modi migliori per superare qualsiasi tipo di cambiamento è essere più informata che puoi su quello che stai per affrontare. C’è un detto che dice: “L’informazione è potere”.
Quando si parla di cambiamenti, l’informazione è davvero potente: aiuta a ridurre l’incertezza, e promuove una piacevole sensazione di controllo. Avere la sensazione di avere tutto sotto controllo, di essere ben informate di quello che sta per accaderci, è fondamentale per la nostra felicità e per il nostro benessere.
Cerca quindi di capirne più che puoi del cambiamento, ovviamente informandoti da fonti credibili, e stando alla larga da allarmismi e fake news.
Ad esempio, devi affrontare una diagnosi medica che non ti aspettavi di ricevere? Informati dal tuo medico, dalle riviste scientifiche, o da gruppi di supporto informati. La tua azienda sta attraversando una nuova acquisizione? Parla con il responsabile delle risorse umane e fai attenzione alla comunicazione aziendale, non al gossip fatto alla macchinetta del caffè.
Più capisci il cambiamento, più potere hai, più ti sentirai meglio riguardo allo stesso cambiamento.
3. Smettila di sfogarti
“Non mi sto lamentando, mi sto solo sfogando.“
È una frase che ti è familiare? Di primo acchito, sfogarsi sembra una buona idea: alla fine non ci hanno sempre detto che parlarne con qualcuno fa bene alla nostra salute mentale? Per la mia esperienza no, quasi mai: osservando me stessa, le persone intorno a me e le mie clienti, ho capito che sfogarsi non ti fa sentire meglio, anzi, può farti sentire peggio. Perché? Per almeno 3 motivi:
- Sfogarsi ed esprimere le proprie emozioni negative non risolve i problemi: il problema persiste anche dopo il tuo sfogo, e probabilmente ora provi ancora più rabbia.
- Sfogarsi è un po’ come quando non riesci a digerire perché hai mangiato schifezze: continui a rimuginare sulle emozioni e sui pensieri negativi, anziché lasciarli andare.
- Sfogarsi spesso amplifica problemi piccoli e insignificanti, e li trasforma in problemi enormi: hai mai fatto caso che quando ti stai sfogando, anche il sassolino più piccolo diventa una montagna enorme?
Anche le ricerche fatte dagli psicologi peraltro concordano sul fatto che sfogarsi ci faccia male. Uno studio mostra che sfogarsi riguardo a un evento negativo fa si che questo resti più tempo nella nostra memoria, e aumenti quindi il suo impatto emotivo su di noi: il risultato è che ci sentiamo peggio, non meglio.
So perfettamente che sfogarsi e urlare un po’, sul momento ci faccia sentire benissimo. Quando siamo nel mezzo di un cambiamento importante, non è inusuale sentirci fuori dal nostro elemento, e questo può portare a rabbia e frustrazione: la tentazione è sicuramente quella di esprimere questi sentimenti verso chiunque voglia ascoltarci. Ma ricorda, sfogarti non manderà via il cambiamento che non vuoi affrontare, e non ti farà nemmeno sentire meglio a lungo termine.
Cerca piuttosto di affrontare le sfide con un mindset da risolutrice di problemi, e cerca il lato positivo della situazione tutte le volte che puoi.
4. Ricordati sempre dove puntano i tuoi occhi
Non ricordo esattamente dove, ma una volta ho sentito una frase che penso rappresenti perfettamente l’attitudine che dobbiamo adottare davanti a ogni cambiamento. La frase diceva qualcosa del genere: “Dove sono i tuoi occhi? Non sono di lato, o dietro la tua testa. Sono posizionati nella parte anteriore. Perché? Per ricordarci di guardare sempre avanti.”
Fa pensare questa frase, vero? Per le persone è molto comune, ogni volta che si trovano ad affrontare un cambiamento, paragonare l’allora e l’adesso: una frase tipica è: “Come vorrei che le cose tornassero come erano prima!“
Peccato che il tempo non torni mai indietro, e i cambiamenti difficilmente sì annullino. Tutto quello che possiamo fare è ricordarci sempre dove stanno guardando i nostri occhi, e che quella è la direzione dove noi dobbiamo guardare. Se continuiamo a guardarci indietro, l’unico risultato che otterremo è che ostacoleremo la nostra capacità di andare avanti nelle nostre vite.
5. Stabilisci delle aspettative realistiche
Una delle cose più importanti dell’abbracciare il cambiamento, è stabilire delle aspettative realistiche a proposito di quello che puoi fare e di come ti sentirai.
Cosa vuol dire? Facciamo un esempio. Diciamo che stai iniziando un nuovo lavoro: è un cambiamento notevole, soprattutto se sei stata nel tuo vecchio lavoro per diverso tempo. Un’aspettativa realistica è quella di aspettarti che per i primi mesi ti sentirai molto spesso sopraffatta e disorientata, e potresti non performare al meglio. In questo modo, quando queste cose si presenteranno, non ti turberanno, e sai perché? Perché avevi stabilito delle aspettative realistiche per come le cose sarebbero potute andare in questo periodo di assestamento nel nuovo lavoro. Se invece ti fossi aspettata di trovare immediatamente il ritmo giusto nel nuovo lavoro, ti saresti preoccupata tantissimo quando le cose non sarebbero andate nel modo in cui le avevi immaginate.
Come fare per stabilire delle aspettative realistiche per come ti sentirai nel futuro? È molto semplice: il modo migliore è parlare con persone che sono già passate attraverso un’esperienza simile. Quindi connettiti con persone che hanno attraversato un cambiamento simile a quello che stai affrontando tu, e chiedi loro com’è andata.
6. Fai piccoli step e focalizzati sui progressi
Il cambiamento può essere travolgente, su questo non c’è alcun dubbio: quindi non c’è nessun bisogno di aggiungere ancora più stress scegliendo per te stessa un obiettivo enorme. Va benissimo rallentare, fare piccoli step e focalizzarti sui progressi anziché sull’unico enorme obiettivo messo sul traguardo là in fondo.
Se tutto quello che riesci a fare oggi è alzarti e fare un bel respiro, va bene così. Magari domani riuscirai ad alzarti, fare un bel respiro, e anche rifare il tuo letto. E magari il giorno dopo ancora potresti trovare la forza di fare una passeggiata fuori. Questo è il progresso, e ogni passo avanti, nonostante a te sembri piccolo, merita una pacca sulla spalla.
Chiediti quindi quali piccoli passi puoi fare oggi. Domani aggiungine ancora un po’, e così il giorno dopo, e il giorno dopo ancora. Celebra i tuoi progressi lungo il tuo cammino, e vedrai che presto ti sentirai molto più a tuo agio con il cambiamento che stai attraversando.
7. Anticipa e accetta le battute di arresto
Ogni volta che affronterai un cambiamento, ti troverai di fronte a battute d’arresto e fallimenti. Potresti fare un errore, fare un passo indietro anziché uno in avanti, oppure trovarti davanti un ostacolo talmente grande che non sai nemmeno da che parte iniziare.
Le battute d’arresto sono irritanti e deludenti, lo so, ma affrontarle dicendo “La mia vita fa schifo” non ti aiuterà. Se impariamo ad accettare il fatto che incontreremo delle battute d’arresto, e pianificare proattivamente come le affronteremo, saremo pronte a gestirle quando accadranno. Il risultato è che ci sentiremo molto più in controllo, e come risultato ulteriore, ancora più felici.
Silvia Lanfranchi, “The quiet coach”, si occupa di mindset coaching per le piccole imprenditrici. Aiuta le donne a ritrovare la leggerezza mentale per raggiungere i propri obiettivi, nel lavoro e nella vita personale.
Un passato da architetto e da social media manager e un evidente presente da multipotenziale. Impazzisce per tutto quello che è oro rosa.