La gonna va portata un po’ più lunga… o un po’ più corta… Il rossetto? Quel colore proprio no. Sei troppo sfacciata, troppo poco femminile, hai un chilo in più, due in meno! Sei sempre troppo o troppo poco. Dal corpo si passa alle scelte di vita e allora sì o no ai figli, agli straordinari e al contratto. Davanti a te ci sono mille scelte, mille strade diverse. Nel frattempo c’è sempre chi ti chiede un cambiamento che per te ha tutta la faccia di un compromesso.
A insistere per farti cambiare è lui, la persona di cui ti sei innamorata, tua madre con cui combatti da sempre, l’amica d’infanzia come il datore di lavoro. E lo fanno “solo per il tuo bene“, fanno notare con l’aria di chi la sa lunga. Fra un’occhiataccia e uno sguardo di riprovazione in fondo quello che chiedono è solo un piccolo aggiustamento.
Forse il cambiamento è lo stesso che chiedi anche tu: a figli, colleghi, marito o fidanzato. In amore e in famiglia, a scuola come al lavoro, ovunque ci scontriamo con qualcuno che ci chiede di cambiare. E lo stesso facciamo noi: abituati a sentirci giudicati, giudichiamo. Ma è davvero giusto chiedere a qualcuno di cambiare? E se anche fosse per il suo bene, a quale prezzo?
Il tempo del cambiamento
E se diventi farfalla
nessuno pensa più
a ciò che è stato
quando strisciavi per terra
e non volevi le ali
Alda Merini
Al cervo volante servono da tre a cinque anni per trasformarsi da larva a pupa e uscire all’aperto. L’aspettativa di vita di un maschio adulto è intorno ai… due mesi! Le femmine, nate in giugno, rispetto agli esemplari maschi possono aspirare a sopravvivere sino a settembre-ottobre: dopo cinque anni circa, hanno quattro settimane per esplorare il vasto mondo.
Il fenomeno della metamorfosi è comune a molte specie animali, dagli insetti ai pesci, molluschi, anfibi. Dentro, si disegna il segreto di una trasformazione della forma, inscritta nel DNA. Possono passare settimane, o anni, ed ecco che all’improvviso accade: nel giro di pochi istanti l’involucro si rompe e dai frammenti di ciò che è caduto a pezzi nasce un essere nuovo. La crisalide ha nascosto ciò che aveva bisogno di tempo per emergere.
Sì, perché quello che non si dice è che la trasformazione ha bisogno di tempo. E che il cambiamento che viene da dentro non cancella ciò che siamo stati, anzi al contrario integra ciò che abbiamo vissuto, sempre. Questo è il senso dell’evoluzione e la più importante lezione di resilienza della natura: nulla va perduto.
Un ramo spezzato, un tronco che cerca la luce o nato nel posto sbagliato diventano l’intricato disegno di un albero che cerca nuove strade verso la crescita. Il tempo, l’incredibile variante necessaria per questo viaggio: un ingrediente che noi siamo abituati a guardare con impazienza e frustrazione, convinti che il cambiamento sia “adesso o mai più”.
L’importanza della accettazione
Ma naturalmente per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla
Pier Paolo Pasolini
Pensa a tutte le persone che conosci e a chi, fra queste, ha portato a termine un cambiamento alla sua vita di sempre. In alcuni casi hai visto amiche mettere a soqquadro l’intera loro esistenza per tornare poi al punto di partenza, altre volte hai assistito a una rivoluzione silenziosa che è arrivata in punta di piedi ma dopo la quale niente è stato più uguale. La realtà è che il vero cambiamento è quello che accade dentro. Ed è il solo che funziona.
Chi ti chiede di cambiare dice di conoscerti, ma non sa chi sei veramente. È un errore comune, inavvertitamente lo facciamo tutti. Soprattutto con chi amiamo di più. Crediamo di sapere cosa sia meglio per l’altro e così facendo non ci rendiamo conto di chiuderlo in una gabbia fatta di giudizi e non-accettazione. Riparti da questa consapevolezza: ogni trasformazione è possibile solo a partire da una genuina e spassionata capacità di accettare. Perché tutto ciò che respingiamo si moltiplica, diventa uno spettro capace di ricordarci i nostri limiti e i nostri sbagli peggiori.
Non esiste farfalla senza larva, e non si tratta di un semplice periodo dell’attesa: è faticosa preparazione, impegno, incubazione. Se adesso desideri qualcosa di diverso è perché hai vissuto fino ad oggi, dunque ringrazia la tua storia, comprese le pagine che con il senno di poi avresti voluto cancellare. Il senno di poi non esiste: è l’arrogante pretesa di una prospettiva impossibile.
La paura è il primo ostacolo
Penso che tutte le grandi innovazioni siano costruite su dei rifiuti ricevuti
Louis-Ferdinand Céline
Stephen King ha raccolto nella sua camera da letto tutte le lettere di rifiuto ricevute, sono tantissime. Il suo primo romanzo, “Carrie”, è stato pubblicato nel 1974: la tiratura iniziale fu di 30mila copie, l’anno successivo arrivò a venderne oltre un milione. La storia ricorda quella di L. Frank Baum. Amava leggere storie ai suoi figli e ai bambini del vicinato, non aveva particolare fortuna sul lavoro: è la moglie a spingerlo a proporre le sue storie e puntare su quello che sembra essere un suo talento naturale. Riceverà dalle case editrici contattate almeno 27 rifiuti. Eppure, dopo oltre un secolo oggi tutti conosciamo “Il meraviglioso mago di Oz”, che infine sarà pubblicato nel maggio 1900. Che cosa raccontano queste esperienze?
Per dare una svolta alla nostra vita abbiamo bisogno di cambiare le contingenze esterne… e rimanere fedeli a noi stessi. Certe volte dare ascolto al parere altrui non ha altro risultato che rimanere entro i binari noti. Abbiamo bisogno di non avere paura, essere un pizzico incoscienti e ostinati oltre che fiduciosi per creare nuove strade.
Affronta il tuo giudice interiore
Sei sul punto di prendere una decisione e ti è venuto il dubbio… lo stai facendo per te o per gli altri? È facile rendersene conto. Quando sono gli altri a chiederci di cambiare intorno vedremo sguardi di approvazione e sorrisi compiaciuti. Ma dentro di noi si dimenerà una sensazione insopprimibile, quella di sentirsi nel posto sbagliato. È solo la voce del cuore l’istinto che può condurti a quello che davvero vale la pena per te, un sussurro che facciamo fatica ad ascoltare ma che contiene tutte le nostre verità.
Se stai cambiando per te stessa allora sii pronta a sentirti sola, ad affrontare gli sguardi di riprovazione di tutti, il giudizio e i dubbi. Scoprirai che spesso si tratta di un’illusione ottica: dentro lo sguardo degli altri non sempre c’è il rifiuto; qualche volte sono solo i nostri personali dubbi che si riflettono nell’altro. I giudici più terribili siamo sempre noi stessi.
E allora affronta il tuo giudice interiore sapendo già quello che ti dirà: griderà che non puoi, non devi, non sei in grado, non farai abbastanza. Guarda in faccia la paura e l’ipotesi del fallimento e sappi che il vero insuccesso è ciò che lasciamo perdere nel timore di non fare abbastanza. Ridi dei tuoi limiti. Varca nuove porte. Fai spallucce a chi vuole dirti dove andare e trova il coraggio per sbagliare. Soprattutto, fallo ricordandoti di divertirti.