Che cosa significa essere una badante? Dietro una badante, o meglio la parola che dovremmo usare è caregiver, si cela una persona che decide di dedicare la propria vita ad aiutarne altre: donne e uomini che quotidianamente hanno a che fare con il corpo e con la vulnerabilità della malattia, che ogni giorno si confrontano con il tempo e con la vicinanza alla morte.
Il ruolo del caregiver
In una società in cui l’età media è sempre più alta, il caregiver diventa una figura al centro di un interesse crescente. Quello del caregiver non è semplicemente un lavoro: confrontarsi con le necessità di una persona in condizioni di vulnerabilità richiede empatia, problem solving e capacità di costruire relazioni sane promuovendo un processo di resilienza capace di contribuire alla qualità di vita del sistema familiare.
Secondo un’indagine svolta nel 2019 dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica di Milano 1 lavoratore su 3 si prende cura di un familiare anziano o non autosufficiente: un’occupazione quotidiana che si aggiunge al lavoro e alla crescita dei figli. Ecco perché sempre più spesso diventa necessario un aiuto esterno in grado di sollevarci da almeno alcune delle incombenze che il tempo materiale non consente di gestire.
Un professionista caregiver è in grado di assistere la persona nei piccoli e grandi gesti del quotidiano, dalla cura di sé alla preparazione dei pasti, il ritiro delle medicine o la spesa. È in realtà necessario allontanarsi dalla vecchia immagine di una badante seduta davanti alla tv insieme all’anziano.
Che cosa ci mantiene vitali? Uscite all’aria aperta, passeggiate, stimoli come quelli offerti da un hobby, occasioni culturali come un concerto o la partita a carte insieme agli amici. Il messaggio da trasmettere è proprio questo: puoi ancora farlo!
Il caregiver è una persona scelta per accompagnare l’assistito nella sua routine quotidiana. Lo aiuterà a cucinare, darà lui il braccio che gli serve per scendere le scale con più sicurezza; insieme potranno fare una passeggiata mattutina, andare a trovare gli amici o fermarsi in quel bar che ama a prendere un caffè. Può accompagnarlo in piscina e possono fare la spesa, insieme.
Stimolare la vitalità nel corpo e nella mente significa affrontare l’invecchiamento da un altro punto di vista e accettare che in una società come la nostra, purtroppo improntata sulla solitudine, questo supporto possa venire anche da una persona che pur non essendo un familiare diretto, entra a far parte della famiglia.
Il lavoro di badante
Dal punto di vista contrattuale le prestazioni di lavoro di una badante sono inquadrate nella categoria dei lavoratori domestici. Possono essere full time o partime, in un regime di convivenza oppure regolate da una tariffa oraria.
Nei contratti di livello B e BS vengono inquadrati i collaboratori familiari, quali le badanti che si occupano dell’assistenza a persone autosufficienti, ovvero persone in possesso della necessaria esperienza, in grado di svolgere mansioni a livello esecutivo con specifica competenza. I livelli C e C superiore riguardano, invece, lavoratori le cui mansioni prevedono maggiore autonomia e responsabilità, per esempio il caso di una badante che si occupa di una persona non autosufficiente.
Attualmente esistono corsi di formazione per assistenza alla persona organizzati da associazioni e Regioni. Diventare un assistente familiare qualificato significa essere in grado di interpretare meglio le esigenze dell’anziano e della famiglia, saper gestire eventuali situazioni di emergenza e apportare un contributo importante alla qualità di vita di chi vive una situazione di vulnerabilità.
Fra le qualità di un caregiver fondamentali sono la capacità di ascolto e la pazienza, una dote imprescindibile insieme al problem solving, per trovare soluzioni efficaci ai problemi del quotidiano e saper affrontare le emergenze con decisione.