“Più mi lasciano sola, più splendo” diceva Alda Merini. Ma non è sempre così semplice, anzi. Nella maggior parte dei casi lo stare da soli viene associato a qualcosa di triste e negativo. Invece non dovremmo considerare la solitudine come un nemico ma come un contenitore da riempire giorno dopo giorno.
Ti sei mai accorta che stare sola stimola la creatività?
L’assenza di occhi esterni aiuta a liberare la fantasia. Pensa che proprio una ricerca americana sulle donne single over 40 rivela che la maggioranza di loro è felice perché ha riscoperto questo aspetto della vita.
E poi non scordarti che c’è una bella differenza tra ‘essere sole’ e ‘sentirsi sole’: il vocabolario anglosassone rende bene la differenza perché distingue da ‘to be alone‘ e ‘to be lonely‘. E sentirsi nella prima oppure nella seconda condizione dipende solo da noi.
Molte volte chi è sola, lo è per scelta ed è tutt’altro che un problema perché non significa non ‘possedere’ amici, mariti, fidanzati o parenti con i quali passare piacevolmente del tempo. Anzi, talvolta è più facile invece che, a sentirsi sola, sia una donna sposata o convivente, con un partner che la trascura. Ecco perché si sta male.
Allora perché l’idea di stare soli ci spaventa tanto?
Solitamente si teme non tanto la mancanza degli altri, ma il ritrovarsi faccia a faccia con i propri problemi, le proprie angosce e preoccupazioni. E, ancora una volta, entra in gioco la scarsa autostima: se non si crede in se stessi, o si pensa di non avere ancora raggiunto una piena realizzazione è facile sentirsi soli e perduti.
Ma la stima di se è un sentimento che si costruisce nel tempo, coltivando l’amore per noi stessi: sapersi prendere cura di sé regala energia e serenità. E questo aiuta a scegliere con libertà cosa condividere, quando e con chi farlo.