Come riconoscere l’anoressia
Rifiutare il cibo fa parte del disturbo dell’anoressia. Una semplice dieta può diventare un evento morboso che sprigiona una vera e propria ossessione alimentare. Il proprio corpo si percepisce grasso nonostante la palese magrezza. Si parla, in questo caso, di dispercezione corporea definita dal DSM IV come “un difetto immaginario dell’aspetto” che provoca un malessere clinicamente significativo, pregiudicando il funzionamento globale dell’individuo.
Ma come è possibile riconoscere i sintomi dell’anoressia?
- Il peso corporeo è il primo indicatore. Generalmente al di sotto dei limiti della normalità (85% del peso previsto in base al sesso, all’età e all’altezza);
- magrezza eccessiva e visibile;
- bassa temperatura corporea;
- presenza di perdita di capelli (alopecia);
- fragilità delle unghie e dei capelli;
- pelle secca;
- ciclo mestruale irregolare o assente (amenorrea);
- aspetto debilitato (cachessia);
- attività fisica eccessiva;
- comparsa di peluria sul viso, gambe, braccia, schiena (ipertricosi)
- il rifiuto del cibo può essere accompagnato da abbuffate di cibo a cui segue il vomito autoindotto. È quindi visibile una erosione dentale dovuta ai succhi gastrici, una ipertrofia delle ghiandole salivari, segni di abrasioni sul dorso delle mani, secchezza delle mucose labiali.
Le cause dell’anoressia
Le cause possono essere tante. Molto spesso è il rapporto disfunzionale con i propri genitori che dà vita ad un rifiuto per il cibo. L’alimento diventa un modo per manifestare un ‘dissenso’ nel contesto relazionale. È possibile pure che il soggetto viva dei forti disagi quali una delusione sentimentale, problematiche scolastiche, un malessere nelle relazioni con gli amici o in ambito sociale. La sua difesa è quindi nei confronti di vissuti di sofferenza o di carenza affettiva. Il/la ragazzo/a non si sente capace di controllare la sua vita e l’unica modalità che conosce di affermare se stesso è tramite il cibo. Attraverso esso riesce a sentirsi potente ma con un grave rischio, quello di procurarsi danni irreparabili alla salute.
L’anoressia può insorgere anche in seguito all’avvento della maturità sessuale quando, cioè, il corpo tende a cambiare ma tale trasformazione viene mal tollerata dalla ragazza. L’unico modo per riuscire a gestire il proprio corpo ed evitare che possa modificarsi totalmente è quello di rifiutare il cibo fonte di nutrimento e di vita. Con la magrezza le forme sono meno evidenti, i seni più nascosti e il rifiuto della propria sessualità (resa manifesta dalla comparsa del menarca) emergerà attraverso l’assenza di ciclo mestruale inevitabile dato il basso peso corporeo. L’anoressica vuole preservare il suo corpo di bambina.
Il disturbo alimentare riguarda prevalentemente la popolazione femminile ma da svariati anni ha un’incidenza notevole anche sui ragazzi. È facile da nascondere ma un occhio attento può notare la presenza di alcuni segnali che possano far insorgere il sospetto. In questo caso è inutile arrabbiarsi, spaventarsi o costringere l’adolescente a nutrirsi poiché si potrebbe peggiorare la situazione. È bene, invece, usare delicatezza e accorgimenti per indurre la ragazza o il ragazzo a comunicare il proprio malessere. Bisogna infatti cercare di capire cosa sta vivendo in quello specifico periodo, qual è il motivo della sua sofferenza e trovare il modo di aiutarlo.
L’ascolto e la comprensione sono infatti fondamentali per riuscire a superare il muro che il ragazzo avrà eretto dinanzi a sé. L’aiuto di uno psicologo in taluni contesti è indicato per approfondirne le cause e prevenire eventuali altre ricadute. Con questo disturbo non si scherza poiché è facile incorrere in situazioni drammatiche difficili da recuperare.