Capita a tutti di avere una giornataccia: colpa di piccoli contrasti in ufficio o in famiglia, o di una multa presa per un parcheggio fuori posto. L’elenco potrebbe essere lungo, ma il risultato non cambia: una sensazione di frustrazione e rabbia, che può sfociare in aggressività. Che fare? Per molti la soluzione è dedicarsi a un po’ di attività fisica, ma qual è quella più adatta? Secondo uno studio americano appena pubblicato non ci sono dubbi: lo yoga è il modo migliore per riacquistare il buon umore, molto più di una corsa, una nuotata o un’uscita in bicicletta all’aria aperta. Ma è davvero così?

Lo studio: lo yoga contro la rabbia e l’aggressività

Secondo Brad Bushman e Sophie Kiaervik, della Ohio State University negli Stati Uniti, il miglior “antidoto” contro lo stress e gli attriti quotidiani è lo yoga. I due ricercatori sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato oltre 150 studi precedenti, che hanno interessato complessivamente oltre 10mila persone, coinvolte in attività sportive come jogging, nuoto, ma anche pugilato, ciclismo e appunto yoga. La conclusione della meta analisi, pubblicata sulla Clinical Psychology Review non lascia dubbi: le tecniche meditative, compreso lo yoga, sono le migliori nel ridurre lo stato di eccitazione indotto dalla rabbia.

La meditazione contro la rabbia

Secondo i ricercatori, infatti, mentre le attività ad alto impatto fisico possono aiutare a “scaricare” l’aggressività, avrebbero il limite di non riuscire a ridurre lo stato di eccitazione come invece riuscirebbero a fare la respirazione profonda e le tecniche di meditazione, come la mindfulness. Dal lavoro emergerebbe anche queste attività risultano efficaci sia se condotte in sessioni di gruppo, sia in modo individuale, e porterebbero benefici in termini di benessere a chiunque, senza variazioni sensibili legate ad età, sesso o tipo di professione e stile di vita (comprese persone con precedenti penali, incluse nello studio).

L’opinione dell’esperto

«Lo studio è suggestivo e interessante, ma va sottolineato che si tratta di una meta analisi, cioè un’analisi condotta revisionando lavori pubblicati in precedenza. Questo ha il vantaggio di disporre di un campione molto ampio, ma il limite di avere un nesso molto debole: se ipotizzassimo un legame tra l’insorgenza di un tumore allo stomaco e il consumo di vegetali, potremmo dedurne una relazione. Ma questa valutazione non terrebbe conto anche di altre variabili come, a titolo di esempio ipotetico, le abitudini generali come una maggiore o minore quantità di sonno. È solo un esempio di come questo genere di ricerca possa offrire una soluzione verosimile, ma non necessariamente precisa», osserva il neuroscienziato Leonardo Chelazzi, docente di Neurofisiologia all’Università di Verona.

Rabbia o arrabbiatura?

C’è anche un’altra osservazione: «Lo studio parla soprattutto di anger, che forse sarebbe più corretto tradurre con “arrabbiatura”, invece che con “rabbia”, che si indica in modo più preciso con il termine rage – prosegue Chelazzi – Questo comporta alcune sfumature: la rabbia porta alterazioni cardiovascolari ed endocrine, sudore freddo, bocca secca e una mimica facciale evidente. Chi prova rabbia è in preda a una condizione emotiva estrema, si sente minacciato nel profondo e mette in atto a sua volta comportamenti minacciosi. Chi, invece, ha un’arrabbiatura prova malessere perché qualcosa è andato storto, come quando si prende una multa, ma con un impatto minore dal punto di fisico. Probabilmente se si fosse analizzata la rabbia, alcune attività fisiche più intense e coinvolgenti, come jogging o una partita a calcio, sarebbero risultate più efficaci».

Perché l’attività fisica è un anti-stress

«Quando siamo arrabbiati il corpo non è più in uno stato di benessere, aumenta la tensione muscolare, può esserci una leggera accelerazione del battito cardiaco, una respirazione più frequente e anche maggior adrenalina in circolo. Ma a livello psicologico c’è anche una maggior focalizzazione sull’oggetto dell’arrabbiatura, il pensiero si fissa per esempio sulla multa: ci si interroga sul perché si è commesso un errore e si entra in grovigli mentali. Ecco che l’attività fisica ha come primo effetto quello di distogliere l’attenzione da questi pensieri, portando un primo effetto benefico», spiega il neuroscienziato.

Davvero alcune attività sono più adatte?

Secondo gli esperti americani è più facile gestire l’arrabbiatura svolgendo attività che riducono l’eccitazione fisiologica, invece che aumentarla come in sport più dinamici, che pure portano a benefici cardio-circolatori. «A livello fisico ogni attività ha come conseguenza un ritmo respiratorio più regolare e uno scarico del surplus di energia, pur con le dovute differenze. Lo yoga o la meditazione potrebbero essere più indicate, ma ciascuno di noi ha caratteristiche proprie e gusti personali. Per qualcuno potrebbe essere più adatta una camminata nel verde, per altri una nuotata, ma non vanno trascurate anche altre attività come il giardinaggio, la lettura di un libro o persino lo shopping, perché aiutano a distogliere la mente dal pensiero che ha causato stress o arrabbiatura», sottolinea Chelazzi.

Fa bene ciò che piace

«Oltre ai benefici fisici dello sport, non va trascurato, infatti, l’aspetto edonistico di ciò che si fa: deve dare piacere per portare benessere. Per questo non sottovaluterei neppure l’ascolto della musica, che non deve essere necessariamente rilassante, ma potrebbe essere anche rock, a seconda delle inclinazioni personali. In generale, è provato il suo effetto terapeutico sugli stati emotivi alterati negativi, come le arrabbiature e lo stress – prosegue l’esperto – In quest’ottica anche il sesso ha un suo valore, perché ha un coinvolgimento fisico, distrae dai pensieri negativi ed è certamente un’attività edonica, che dà piacere».

Quali pro e contro degli sport

La componente individuale, dunque, non va trascurata. «Per alcune persone nuotare ha un effetto rilassante importante, per altre potrebbe risultare noioso. Ma in generale credo sia importante il fatto di scegliere, quando si è in uno stato emotivo alterato, di dedicare del tempo a se stessi, lasciando fuori i problemi e seguendo i gusti e le inclinazioni personali – conclude il neuroscienziato. – L’arrabbiatura è un’emozione negativa, con forte coinvolgimento psicologico. È uno stato mentale spiacevole a cui si unisce un coinvolgimento fisico, quindi richiede una risposta personalizzata, con un’attività più congeniale in relazione alla propria indole».