Noi donne possiamo essere divise in due gruppi: quelle a cui piace cucinare (che a loro volta si suddividono in chi ci riesce e chi no) e quelle a cui non piace per niente (e qui c’è chi se la cava e chi non sa farsi neanche un uovo strapazzato). In entrambi i casi, pare proprio che sia un toccasana contro lo stress, soprattutto se lo si fa per il piacere di farlo e non perché stanno per arrivare dieci persone a cena.
Cucinare combatte lo stress
Secondo Charlotte Rudge di Huffington Post US, “cucinare aiuta ad alleviare la depressione, l’ansia e i disturbi alimentari” al punto che i centri di igiene mentale hanno iniziato a fare della cucina un mezzo di terapia comportamentale al pari dell’arte e della musica. Non solo l’atto di cucinare con tutte le sue gestualità (tagliere, sbattere, mescolare, ecc) sarebbe meditativo di per sé, ma secondo alcuni studi ci sarebbe anche un collegamento tra una dieta sana e livelli più alti di serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”. Per la serie: dimmi come mangi e ti dirò quanto sei felice.
Gli effetti della cucina sull’umore
Gli effetti della cucina sul nostro stato psico-fisico sono di tre tipi: psicologico, perché cucinare comporta un’attivazione comportamentale che ci impedisce di pensare troppo e ci spinge anzi a fare, assaggiare, cuocere e valutare; creativo, perché è un’occasione per dare prova di quanto siamo brillanti ed è tutto sommato facile da imparare e mostrare; fisico, perché soddisfa un’esigenza immediata ed offre una gratificazione rapida.
Cucinare, insomma, è un’attività positiva dagli obiettivi facili e realizzabili, capace di infondere un senso di crescita e bravura praticamente immediato. Leggi, impari, agisci e vedi il risultato in poche ore (che detta così sembra effettivamente l’attività più appagante del mondo).
Dà senso di conforto e liberazione
Cucinare ha anche un potere catartico – puoi far finta che la carota sia la testa del tuo capo – e può rivelarsi un’esperienza multisensoriale, soprattutto se fai uso di erbe aromatiche dall’effetto rinvigorente (arancia, rosmarino, limone), calmante (lavanda, salvia) o stimolante (menta, basilico).
Avere il controllo diretto su ciò che si mangia, poi, può dare molta sicurezza. Come diceva Julie Powell nel film “Julie and Julia”: “Sai cosa mi piace in cucina? Il fatto che dopo una giornata dove niente è sicuro, puoi tornare a casa e sapere con assoluta certezza che se aggiungi un tuorlo al cioccolato, al latte e allo zucchero, diventerà denso. È un tale conforto!”