Ha un impatto profondo sulla nostra salute mentale, aumenta pessimismo e negatività, senza rendercene conto modifica la nostra percezione della realtà: doomscrolling o doomsurfing, è l’onda d’urto delle cattive notizie.
É ormai abitudine comune (a volte una vera e proprio dipendenza) passare molto tempo “scrollando” sui social e non solo: feed infiniti, uin fiume di concetti e notizie – in questo periodo anche molto negative, a tratti catastrofiche e poco contestualizzate. Ma possiamo fare qualcosa per arginare questo “fiume” e non farci travolgere.
Che cos’è il doomscrolling?
“Morte, distruzione e ogni situazione davvero brutta che non possa essere evitata”, questa è la definizione della parola “doom” secondo il Cambridge Dictionary, “destinare, condannare”. Nel videogioco indipendente Dino Run, uscito nel 2008, un Velociraptor realizzato secondo l’estetica della Pixel art tipica degli anni Ottanta attraversava paesaggi di corsa cercando di scappare da piogge di meteoriti e sfuggire a un infausto destino di morte, “Wall of Doom”.
Ancora prima “Doom” è un videogioco sparatutto. È il 1993 e anche la sua storia segna un caso in rete, perché pochi minuti dopo il suo rilascio tramite il server FTP dell’Università di Wisconsin-Madison, verso la mezzanotte del 10 dicembre, il numero dei giocatori collegati è così alto da provocare il crash del sistema. Nei primi cinque mesi dell’anno la versione shareware sarà prelevata da oltre un milione e mezzo di utenti: si pensa che sia stata giocata da almeno 15 milioni di persone. Tre episodi, un marine in versione spaziale, un viaggio fra i mondi e combattimenti fra demoni, nemici che sbucano da ovunque all’improvviso. Un po’ come le brutte notizie, che ti accerchiano mentre tu rimani solo e senza fiato, al centro della scena a combattere un nemico invisibile che non sai dove apparirà la prossima volta.
“Doomscrolling” diventa sinonimo di una tendenza che è quella della comunicazione globale, anzi glocale. È il nostro dito che continua a scorrere e ancora, a caccia dell’ultimo aggiornamento sull’ennesima catastrofe in corso. Accade a livello internazionale, potenziato dall’impostazione dei titoli di quotidiani e televisioni, ma lo ritroviamo anche nel piccolo, fra i discorsi della gente e nel modo di consumare il web. Ore e ore del nostro tempo passano così, cercando news che in tanti casi ci rimandano a notizie già dette, masticate e predigerite, incomplete e spesso tutte simili fra loro. Nel frattempo l’umore precipita e un senso vago, a metà strada fra depressione e nausea, ci assale.
Sembra che il termine “doomscrolling” sia nato su Twitter nel 2018; a dirlo è l’antropologa statunitense Karen Ho. Ma è nel 2020 che la parola acquista popolarità. La pandemia, il senso di isolamento e le brutte notizie hanno aumentato sfiducia e negatività, peggiorando la qualità della vita di chi soffre per depressione e ansia. A queste problematiche può aggiungersi la difficoltà di una patologia come la dipendenza da Internet, IAD, Internet addiction disorder. Sì, perché su internet trascorriamo sempre più tempo; lo usiamo per aggiornarci, conoscere persone, darci appuntamento. Ma spesso siamo noi a dipendere dalla rete.
Qual è l’impatto delle brutte notizie?
In fondo il doomscrolling nasce dal desiderio di informazione. Vogliamo restare aggiornati e la notizia ha il potere di darci sicurezza: sapere è rassicurante. Ma il controllo spesso diventa illusorio perché si scontra con la frustrazione di non poter incidere su eventi e realtà più grandi di noi. Sì, forse quello che possiamo fare è rivalutare i contesti, trovare nuovi modi per raccontare la geografia. Lo scenario in cui ci muoviamo di solito e in cui possiamo fare la differenza parte dal piccolo e questo non significa necessariamente locale, bensì comunità. Si estende da una parte all’altra del globo: è la rete creata dalle persone.
Assunta Corbo, fondatrice Constructive Network e autrice di “Empatia Digitale” (Do it human Editori)
Abbiamo bisogno di storie belle ed è importante ricordarci che nutrirsi di bellezza è possibile. A ogni angolo ci sono persone proprio come noi, che tentano di sopravvivere e vogliono trovare spunti positivi per la giornata, ci hai mai pensato? Di frequente, le storie sono note a margine e a volte nemmeno quello perché manca lo spazio, non c’è tempo. Nel frattempo si contano i morti e si fa l’elenco dei danni: naturalmente anche questo è parte del processo di informazione. Ma quanto spazio ha una brutta notizia replicata e quanto ne diamo a nuove direzioni? Tu a che cosa dai attenzione? Se il doomscrolling diventa ossessione autolesionista che ci fa diventare più ansiosi, depressi e stanchi, allora è tempo di diventare ricercatori attivi e trasformare la lettura in una navigazione consapevole.
Le strategie per non essere sopraffatti dalle brutte notizie
- Scegli il momento – Per il giornalista Enzo Biagi il momento era l’alba: prima di andare in redazione aveva già letto tutti i quotidiani. Che sia durante il percorso verso il lavoro o in pausa pranzo, crea un momento nell’arco della giornata da dedicare all’informazione. Leggi con calma, valuta che cosa approfondire. Poi chiudi. A proposito, lo stesso andrebbe fatto con le mail: decidere i momenti in cui controllare gli aggiornamenti ti fa guadagnare tempo ed evitare di disperdere la concentrazione.
- Verifica le fonti – Chi ha scritto quello che stai leggendo? Osserva chi riporta una certa notizia, da che tipo di sito viene e quanto sia autorevole. Diventare più consapevoli sulle fonti ci rende lettori più critici. Ricorda che con il tasto “like” e “condividi” hai un grande potere: scegli a cosa dare spazio, sui social e nella tua mente.
- Ottimizza il tempo – Esistono app che aiutano a monitorare il tempo che passi su internet, ma la verità è che solo tu puoi fare la differenza. All’inizio usa una sveglia e suddividi il tempo in segmenti. Come hai impiegato l’ultima ora di navigazione su internet? Invece di seguire profili e notizie inizia a inseguire quello che ti interessa veramente. Notifiche dai social? No, grazie. Ogni volta che arriva un aggiornamento sullo smartphone il tuo occhio cadrà lì fino a quando non avrai esaminato la spunta. Vai sotto impostazioni e valuta quali aggiornamenti ricevere.
- Leggi veramente? – Sul web notizie e profili consigliati sbucano all’improvviso e compaiono qua e là, anche senza andarli a cercare: è il potere delle tracce lasciate dalla nostra navigazione. Attenzione, però. Vedere un titolo potenzialmente interessante non significa aver letto il contenuto! Quando c’è qualcosa che ti interessa fermati: clicca e vai a leggere il testo originale. E commenta solo dopo aver letto.
- Esiste più di un modo – Internet, carta, televisione, radio: quanti sono i modi che abbiamo per informarci? Tanti quanti le piattaforme su cui può vivere una notizia. Utilizza questa ricchezza per creare connessioni, informarti in modo più approfondito, condividere ciò che vale la pena. Per evitare di cadere nel buco nero delle notizie negative abbiamo bisogno di ricordarci che ogni giorno possiamo cercare ispirazioni in grado di partecipare alla nostra evoluzione. Condividere una notizia è partecipare al potere di questo impatto, un’onda di bellezza capace di attraversare l’oceano e creare una rete moltiplicandosi attraverso la distanza.