L’intelligenza ci aiuta ad arrivare al successo e ci permette di notare cose che la maggior parte delle persone non riesce a vedere, ma tutto ciò nasconde un lato oscuro. Dietro una carriera brillante può celarsi un agglomerato di ansia e problemi emotivi che rendono tutto più pesante. Infatti, molto spesso essere intelligenti è drammatico ma tutto ciò è molto più comune di quello che si pensa.
Non c’è nulla di bizzarro o paradossale in questa condizione, proprio perché chi è intelligente spesso è anche più sensibile e fragile. Scopriamo insieme perché le persone con una mente molto acuta sono anche le più infelici.
Perché chi è intelligente è anche molto infelice?
William James Sidis è stata la persona con il più alto QI mai misurato, ovvero circa 254 punti. Era un uomo dalle grandi capacità matematiche e linguistiche, manifestate sin dalla tenera età, ma era anche molto infelice.
La vita di William James Sidis è utile a comprendere quanto l’intelligenza non vada spesso di pari passo con una vita serena. Le mille idee generate, i rapidi ragionamenti e la spiccata sensibilità possono essere delle caratteristiche difficili da gestire.
Le persone intelligenti, nonostante le loro mille capacità, non hanno la risposta per tutto e questo è una ricca fonte di frustrazione per loro. Un cervello dotato nelle mani di un bambino è esattamente come una macchina troppo potente per lui. Non c’è nessuno che gli può spiegare come funzionano certe cose, proprio perché non è facile trovare delle persone con la sua stessa mente.
Oggigiorno l’intelligenza è sinonimo di successo ed essere dotati può sembrare apparentemente vantaggioso. Queste caratteristiche vengono divinizzate, portando a deumanizzare le persone intelligenti.
Il talento unito a una mente brillante potrebbe portare una persona al successo, ma non è necessariamente vero.
Durante il periodo scolastico, i bambini più dotati possono anche passare inosservati o addirittura prendere dei voti molto bassi. Chi è molto intelligente tende a viaggiare con la mente e a vivere nel proprio mondo, allontanandosi dagli altri, che spesso non hanno la sensibilità necessaria per capirli.
Quindi, gli insuccessi scolastici o sociali non sono sinonimo di stupidità. Anzi, spesso i bambini con grandi capacità non si sentono stimolati dall’ambiente circostante e si annoiano facilmente, disconnettendosi dalla realtà. I concetti spiegati a scuola vengono considerati troppo ovvi, a volte anche inutili e noiosi. Ecco perché molte persone intelligenti si limitano a studiare solo ciò che li stimola, evitando di approfondire le materie che loro considerano poco interessanti.
Le emozioni sono un’arma a doppio taglio
L’ipersensibilità è un tratto molto comune nelle persone molto intelligenti. Loro vedono la realtà in modo profondo e intenso, empatizzando molto con gli altri e preoccupandosi delle tragedie del mondo, anche se si tratta di eventi geograficamente lontani.
Di fronte alle ingiustizie del mondo, tendono a sviluppare una forte misantropia proprio perché non comprendono la stupidità della gente e ne sono disgustati. Il loro atteggiamento all’apparenza negativo nasce dal fatto che la cattiveria del mondo li deprime, facendoli allontanare completamente dalla vita reale per evitare di stare male.
Proprio perché percepiscono le emozioni in modo molto intenso, soffrono più degli altri. Dietro un’apparente freddezza, si celano una miriade di emozioni molto forti che spesso possono spingerle a cercare la solitudine e l’isolamento dalla gente. Infatti, spesso hanno pochissimi amici e le persone che stimano si possono contare sulle dita di una mano.
Ma questa carioca di sentimenti ha una valvola di sfogo. Spesso viene espressa attraverso le loro doti creative, sviluppando al massimo i loro talenti. Non è raro che le persone infelici siano anche degli artisti straordinari, proprio perché tendono a riversare la propria frustrazione e infelicità nella propria arte, realizzando delle opere meravigliose.
Si può essere intelligenti e felici?
Essere intelligenti non è un male, ma come tutto ciò che riguarda gli esseri umani è necessario gestire la mente e le proprie doti per poter raggiungere la felicità. Il quoziente intellettivo non è una diagnosi delle capacità, ma bisogna ricordarsi anche dell’intelligenza emotiva.
È necessario capire che le persone dotate di una spiccata intelligenza non sono dei robot privi di sentimenti, quindi va considerato anche il loro lato emotivo. Si fa spesso l’errore di considerare perfette queste persone, perché apparentemente appaiono come padrone del proprio successo e della propria mente.
Idealizzarle le porta solo a vivere in modo più drammatico le proprie capacità. I bambini intellettualmente dotati vanno ascoltati e non trattati come dei prodigi divini, rischiando di aggiungere un bel po’ di ansia da prestazione ai loro problemi.
Tutto ha bisogno di equilibrio, quindi la cosa migliore che si può fare è accettare la propria intelligenza e trovare la serenità. I genitori o gli educatori hanno il compito di guidare i bambini, affinché possano raggiungere il loro massimo potenziale ma anche la felicità dal punto di vista emotivo.