Vuoi sapere quanto tempo impieghiamo a farci un’idea della persona che abbiamo di fronte? Preparati, perché sarai stupita nell’apprendere in quanto poco tempo il nostro cervello sia in grado di categorizzare gli altri ed elaborare un giudizio.
Ci bastano meno di 10 secondi per una prima sensazione e circa altri 5 per renderla più consolidata. Così è fatto il nostro cervello, programmato e strutturato per analizzare le informazioni ricevute per darsi alla fuga o sentirsi al sicuro. La nostra prima impressione è una salvezza per noi, una risorsa vitale!
Il primo contatto crea quello che si chiama “effetto alone” (halo effect), una percezione capace di condizionare a lungo il giudizio nei confronti di chi si conosce per la prima volta. E anche se sappiamo, a livello razionale, che questo giudizio è disfunzionale e soggettivo, perché si riferisce solo all’esteriorità delle persone e non alla loro essenza, l’opinione comunque viene registrata nel nostro cervello e condizionerà le informazioni ricevute da quel momento in poi.
Questo meccanismo viene definito con nomi inglesi di cui forse avrai sentito parlare: effetto Primacy ed effetto Primary. Il primo (Primacy) attiva meccanismi psicologici che generano convinzioni basandosi sugli atteggiamenti e comportamenti osservati, il secondo (Primary) porta a deformare le future informazioni per confermare la convinzione ottenuta. Una perversa “profezia che si auto-avvera” delle relazioni interpersonali che conduce tanto rapidamente a dare giudizi, quanto lentamente a modificarli.
Quindi, se devi andare ad un colloquio di lavoro, un primo appuntamento importante, o ti relazioni con persone per la prima volta, può essere utile imparare a gestire la tua immagine per risultare gradevole al primo impatto. Tutto ciò rientra nella sfera del Personal Branding, che può essere definito come l’insieme delle competenze comunicative e di immagine di una persona capaci di condizionare l’impressione che gli altri si fanno di noi.
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Come fare una buon prima impressione: consigli per ogni occasione
Ti chiederai allora quali sono i fattori che portano a generare una “buona impressione”? Eccone alcuni:
1. Avere cura di sé: sembrerà ovvio e scontato, ma una donna in ordine, con una buona cura della propria igiene personale, ha già guadagnato un punto;
2. Sorridere: il sorriso è il nostro migliore biglietto da visita, e sorridere aiuta gli altri a ricordarsi di noi più a lungo, facilitando l’incontro presente e la memoria futura. Deve essere sincero, non “tirato” e deve trasmettere positività;
3. Educazione: anche questo punto potrebbe sembrare scontato, ma stare sedute in modo composto, porre attenzione al linguaggio utilizzato e alla gentilezza nei modi, risulta vincente;
4. Curare la puntualità: è segno di rispetto verso il prossimo, di precisione e di attenzione relazionale;
5. Fare “mirroring“: è la strategia del “trovare qualcosa in comune” con il proprio interlocutore, comportandosi come se non fosse la prima volta che ci si vede
Un ultimo consiglio: una buona dose di apertura al prossimo e di flessibilità relazionale possono aiutare nel dare una buona impressione. Se ci mettiamo d’impegno, non tarderemo a trovare cose in comune anche con le persone appena conosciute… più di quanto si possa immaginare.
Accettiamo gli altri e saremo accettati, apprezziamo le persone, cercando dei punti di contatto e anche loro ci troveranno interessanti e piacevoli.
Provare per credere!