L’8 maggio 2016 si celebra in tutto il mondo la Festa della Mamma, ma cosa ne pensano gli uomini? Abbiamo scelto le frasi, le citazioni, le canzoni e le poesie più famose di dieci grandi personaggi maschili , legatissimi alle proprie madri.
Jovanotti le ha dedicato uno dei suoi brani più commoventi. Leonardo DiCaprio la porta sul red carpet e la ringrazia ogni volta che vince un premio. Due padri della letteratura francese, Honoré de Balzac e Marcel Proust , l’hanno messa nelle loro opere, il primo per la capacità materna di perdonare, il secondo per il bacio della buonanotte. E Pier Paolo Pasolini ha scritto una poesia in cui la implora di non morire mai.
Viva la mamma , direbbe Edoardo Bennato , autore dell’inno di questa Festa. William Shakespeare si concentrava sull’attesa del ritorno dei figli, che caratterizza chiunque abbia procreato. Papa Francesco e il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama hanno più volte riconosciuto il contributo alla società delle mamme, che hanno ispirato slogan famosi come “La vita è una scatola di cioccolatini”, dell’indimenticabile Forrest Gump .
Mamma diceva sempre: la vita è come una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ci trovi dentro.
Forrest Gump, interpretato da Tom Hanks, che vinse il Premio Oscar, ricostruisce la storia della sua vita, intrecciata a quella degli Stati Uniti d’America: dalle rivolte razziali al Vietnam e al Watergate. Considerato un ragazzo “problematico”, con un quoziente intellettivo più basso della media, sua mamma gli insegna a non mollare mai, arrivando a prostituirsi con il preside di una scuola per farlo ammettere ai migliori corsi di studio. Un film-capolavoro, di una ventina di anni fa, che ci fa ancora riflettere. Viene voglia di rivederlo.
Sempre una madre aspetta il ritorno di suo figlio sia se questi se n’è andato in un paese vicino o in uno molto lontano.
A quattrocento anni dalla sua scomparsa, William Shakespeare continua a essere un “maestro di vita”. Colui che si definiva uno “scrittorello illetterato”, di umili origini, invidiato dagli intellettuali della sua epoca, che cercavano di screditarlo, descrive una scena tipica di chi è mamma, ma anche di chi è stato figlio: l’attesa del ritorno a casa.
Oggi, con i cellullari, la funziona “Trova iPhone” e la geolocalizzazione dei social diventa più difficile sfuggire ai propri genitori, ma ci sono state epoche in cui davvero ti aspettavano sul balcone e un mattarello, neanche troppo metaforico, in mano.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito
Quando stiamo male, ma anche quando stiamo bene, la prima persona che cerchiamo è sempre la mamma. È questo il senso di una delle canzoni più commoventi di Jovanotti, Le tasche piene di sassi , dedicata a sua madre, che non c’è più.
Un rapporto simbiotico il loro, che ha spinto il cantautore a fare musica per renderla orgogliosa di lui e per alleviare le fatiche di crescere quattro figli. «Da quando è scomparsa provo un dolore fisico. Aveva un odore unico, sapeva di maternità», ha detto Lorenzo.
È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
Poeta, scrittore, cineasta e sceneggiatore, profeta di quella che sarebbe diventata l’Italia, morto tragicamente negli anni ‘70. Non sono più nati autori come Pier Paolo Pasolini, un altro uomo che non aveva paura di mostrare la propria fragilità: dal privato tumultuoso, che forse gli costò la vita, a questa Supplica a mia madre . Il grido di dolore di un figlio che non vuole perdere chi l’ha messo al mondo.
Viva la mamma
Affezionata a quella gonna un po’ lunga
Indaffarata sempre e sempre convinta
A volte un po’ severa
È uscita quasi trent’anni fa, ma potrebbe essere stata scritta ora e ancora la cantiamo, quando passa in radio o quando si avvicina la Festa della Mamma. Se c’è un inno del mestiere più antico e più difficile del mondo, è la hit di Edoardo Bennato: Viva la mamma .
Cantautore e musicista napoletano, classe ‘46, dalla vita non facile, Bennato è rimasto il ragazzo ribelle, che suonava l’armonica a bocca come Bob Dylan, il primo cantante italiano a riempire lo Stadio San Siro. Il suo nuovo singolo, appena uscito, si chiama Pronti a salpare e ha vinto il Premio Amnesty International Italia.
Ogni persona deve la vita a una madre e quasi sempre deve a lei molto della propria esistenza successiva, della formazione umana e spirituale.
La madre è sempre stata una figura centrale nel Cristianesimo. Papa Francesco ha più volte esaltato il suo ruolo nei suoi discorsi. In particolare, questo Pontefice che sa comunicare così bene, ha ricordato che la mamma non va venerata solo per il suo valore simbolico, ma andrebbe concretamente aiutata nella vita quotidiana.
La società, sostiene il Papa, non può approfittare della disponibilità materna a sacrificarsi per i figli, risparmiando investimenti che le renderebbero il compito più facile. Pensiamo alla difficoltà delle donne che lavorano di trovare chi si occupi dei propri bambini.
Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.
Lo scrittore francese, vissuto nella prima metà dell’Ottocento, aveva capito tutto. L’inventore della cosiddetta “Commedia umana” ovvero del romanzo moderno europeo, a cui ancora si rifanno in tanti, proveniva da una famiglia agiata. Suo padre, di origini contadine, era diventato ricco lavorando per lo Stato e aveva sposato a 51 anni una ragazza di 19, che avrebbe messo al mondo quattro figli, compreso Honoré de Balzac.
Il perdono è il più grande gesto d’amore che ci sia, fa stare bene soprattutto chi lo concede. Chi sa perdonare meglio di una madre?
Vi chiamo per dirvi che siete delle grandi mamme e volevo ringraziarvi personalmente. Sono così grato di quello che fate per i nostri figli, assicurate un futuro al nostro paese. Essere madre è il lavoro più importante del mondo.
«Pronto, sono Barack Obama». Per la Festa della Mamma il Presidente degli Stati Uniti chiama alcune madri, scelte tra i cittadini comuni, e poi mette online il video di queste telefonate, sul sito della Casa Bianca. Un modo divertente e allo stesso tempo istituzionale di riconoscere come molte famiglie vadano avanti grazie alle fatiche materne, in un paese in cui per la prima volta le donne single hanno superato quelle maritate.
«Non ci credi? Fammi un test», dice Obama a quelle che pensano a uno scherzo telefonico. Lo ricorderemo anche per queste trovate.
L’unica mia consolazione. quando salivo a coricarmi, era che la mamma sarebbe venuta a darmi un bacio quando sarei stato a letto. Ma durava tanto poco questa buonanotte, e lei discendeva tanto presto! Il momento in cui la sentivo salire, e poi nel corridoio udivo passare il fruscio leggero della sua vestaglia di mussolina blu ornata con treccioline di paglia pendenti, finiva con l’essere per me un momento doloroso: annunciava il momento successivo, in cui, ridiscendendo, mi avrebbe lasciato. Di modo che questa buonanotte tanto amata, arrivavo ad augurarmi che giungesse il più tardi possibile, perché quella dilazione che avevo, quando la mamma non era ancora venuta, potesse prolungarsi.
Il bacio della buonanotte, anche quando siamo grandi, non dovrebbe finire mai. Questo è uno dei brani più celebri di Marcel Proust, maestro della letteratura francese, vissuto a cavallo di Otto e Novecento, che tutti citano, ma pochi hanno letto.
Oggi è molto in auge l’autofiction ovvero la letteratura autobiografica. L’antesignano dei cosiddetti memoir, i romanzi basati sulla propria vita, è stato Proust, che si metteva a nudo anche nelle sue presunte debolezze, come non riuscire ad addormentarsi senza la visita in camera della madre.