Genitori contrari alla relazione
Buonasera sono Lisa e vorrei chiederle un consiglio. Ho 15 anni e mi sto frequentando con un ragazzo della mia stessa età, quest’ultimo è un bravissimo ragazzo, un ragazzo d’oro. La mia famiglia ha scoperto cosa c’era tra noi, ed è totalmente contraria a ciò.. Loro credono che sia un cattivo ragazzo, che voglia solo una cosa dalla nostra relazione…ma non è per niente così, io lo conosco benissimo e posso metterci la testa che non è questo tipo di ragazzo… Non so che fare, le ho provate tutte per convincerli, non voglio “abbandonare” il mio lui, parchè mi fa stare realmente bene, ma non posso accettare che a casa mia succeda un caos come in quest’ultimo periodo, in più non vogliono nemmeno farmelo vedere.
La vita del genitore non è sempre facile e, non di rado, vive situazioni conflittuali con i figli proprio perché si oppone alle loro scelte.
Questo significa “pensare al loro bene”..?
Il periodo dell’adolescenza è particolare non solo per chi lo vive in prima persona. Gli adulti, di contro, si trovano ad affrontare la crescita e lo sviluppo sessuale dei figli ed è in tale momento storico che la curiosità verso l’altro sesso spinge questi ultimi alla relazione. Nascono, infatti, i primi amori.. spesso disapprovati dai genitori per paura di scelte sbagliate, si generano conflitti nei quali i giovani non si sentono capiti, apprezzati e “appoggiati” nei loro desideri, propensioni e preferenze, soprattutto se si parla relazioni amorose e affettività.
Il mio ragazzo non piace ai miei genitori: risponde la Psicologa
Sin dal concepimento il piccino viene immaginato, pensato e “idealizzato” e, già dalla nascita, la presenza del genitore nella sua educazione è più che evidente. Col passare degli anni, però il bambino definisce una propria personalità e, quando è pronto per riversare all’esterno l’affetto che prima era rivolto ai genitori, si innamora. Le aspettative dei grandi hanno notevoli ripercussioni sulla personalità dei bambini che, una volta divenuti adolescenti, hanno comunque necessità di differenziarsi e diventare più autonomi dal contesto familiare. Ed è proprio allora che i conflitti emergono. Non c’è possibilità di scelta se un genitore impone una cosa.
Ma cosa avviene nella sua mente?
Un esperimento condotto dall’Ohio State University, tra gli Stati Uniti e l’Olanda, su 73 genitori di bambini tra gli 8 e i 15 anni, ha rivelato empiricamente la proiezione, da parte degli adulti, dei propri sogni sui figli per molti considerati un’estensione narcisistica di sé. Dalla ricerca è emerso che ogni genitore tendeva a riversare sulla prole le proprie ambizioni insoddisfatte e irrealizzate. Tale prova è un’ulteriore conferma di quanto i grandi possano condizionare le scelte dei figli in virtù di progetti che non sono stai in grado di conseguire a prescindere dalla motivazione.
In effetti, qualsiasi scelta che si concretizza nel corso della vita, per quanto sbagliata possa essere, è finalizzata alla conferma della propria identità. Realizzare ciò che si desidera significa affermare quelle parti di sé come espressione del proprio Io, indipendentemente dal tipo di risultato. Un forte condizionamento da parte delle figure di riferimento blocca o ostacola il processo di crescita poiché il genitore diviene un “sostituto” dell‘Io bambino o adolescente che dà vita, di conseguenza, ad una personalità insicura, immatura e sempre alla ricerca di conferme.
Ogni adulto è stato giovane e quindi può riuscire facilmente ad immedesimarsi nell’altro manifestando empatia e comprensione. Aprirsi completamente al dialogo può favorire l’emergere dei vissuti e delle eventuali divergenze individuali rispetto alle possibili scelte, senza “calpestare” o “ignorare” il sentimento o le paure dell’altro.
Quando un figlio inizia una storia d’amore, si fidanza e si avvia pian piano alla maturità sessuale, il genitore viene posto dinanzi a diverse situazioni: da un lato lo sviluppo del corpo fa riaffiorare vissuti personali rispetto alla sessualità, alla prima relazione sessuale e alla crescita e, dall’altro, la possibilità che il figlio possa commettere degli sbagli e pentirsene per il resto della vita ha un notevole condizionamento in termini di educazione, restrizioni e imposizioni. Questo non evita, di conseguenza, l’eventualità che un figlio possa sbagliare. Essere educatore significa vivere al suo fianco accompagnandolo nella crescita e osservando ciò che emerge dal suo carattere, sostenendolo nelle sue scelte.
Come far comprendere al genitore che il percorso che sta seguendo è un suo reale desiderio?
Anche in questo caso l’elemento principale di accordo è proprio la comunicazione sul piano emotivo più che razionale “capisco che non mi ascolti e vorrei che ponessi attenzione ai miei desideri e ai miei sogni”, è “ciò che io desidero e vorrei che mi aiutassi a non sbagliare”. Nel caso di una relazione non gradita, inoltre, sarebbe utile far conoscere ai genitori il/la ragazzo/a facendo valutare direttamente a loro se il parere è motivato da un semplice pregiudizio o da un esame obiettivo della realtà. Conoscersi a fondo non è semplice, ma neanche impossibile!