Frida Kahlo. L’arte di mettersi in scena
Pensare a Frida Kahlo significa evocare immediatamente anche la sua immagine: i vestiti colorati, le acconciature vistose, i gioielli precolombiani. Lo stile dell’artista messicana si è impresso nell’immaginario collettivo tanto quanto le sue opere pittoriche, al punto che anche chi non è appassionato d’arte e magari non conosce i quadri che l’hanno resa celebre, non avrebbe difficoltà a riconoscerne l’inconfondibile abbigliamento e gli iconici accessori.
E se proprio il suo guardaroba fosse una delle chiavi interpretatitive dell’opera di Frida Kahlo, capace di svelare aspetti della pittrice e del suo lavoro rimasti fin qui in ombra?
Il ritrovamento nel 2004 di abiti, oggetti personali e disegni appartenuti a Frida Kahlo nella sua dimora, la famosissima Casa Azul, ha fornito elementi importanti per approfondire il legame tra la sua opera e il suo stile.
Questa ricerca ha ispirato l’allestimento di una mostra ospitata nel prestigioso Victoria and Albert Museum di Londra dal titolo Frida Kahlo: Making Her Self Up, che ha a sua volta dato vita al libro Frida Kahlo. L’arte di mettersi in scena, edito in Italia da Mondadori Electa.
I lavori e gli oggetti dell’artista messicana presentati alla mostra e riproposti nel libro Frida Kahlo. L’arte di mettersi in scena, sottolineano come ogni scelta estetica, relativa all’opera ma anche al proprio stile, fosse espressione di una precisa volontà rappresentativa di Frida Kahlo.
L’abbigliamento, gli accessori, i colori scelti per il make up da Kahlo sono in dialogo costante con la sua opera, con la quale stabiliscono un complesso gioco di rimandi influenzandosi a vicenda.
Frida: un’identità intessuta nei vestiti
Innegabilmente l’immagine di Frida Kahlo che ciascuno di noi ha in mente vede la pittrice indossare abiti messicani. Scelta esotica? No, scelta politica, prima di tutto, ma anche legata alle radici della Kahlo e al suo modo, rivoluzionario per l’epoca, di concepire il ruolo della donna nella società.
Il vestito Tehuana, originario dello stato messicano di Oaxaca e più precisamente della zona dell’istmo di Tehuantepec, ha un grande valore simbolico. All’indomani della rivoluzione che tolse il potere a Porfirio Diaz, indossare un abito così fieramente ancorato alle radici messicane significava rigettare la visione europea del Messico, per riappropriarsi della tradizione precolombiana.
Non solo, l’area dell’istmo di Tehuantepec accoglieva una società fortemente matriarcale, in cui le donne avevano quindi un ruolo di primo piano.
Questi due presupposti permisero a Kahlo di far dialogare due istanze identitarie della pittrice, quella che rimandava ad una infanzia di impronta maggiormente tradizionalista e fortemente influenzata dalla società europea e quella dell’età adulta, attiva nella politica del Messico contemporaneo e indipendente.
Tanti sono i significati stratificati nei vestiti, proprio a mimare la sovrapposizione di questi ultimi nell’abbigliamento di Kahlo e nei suoi accessori.
Frida Kahlo. L’arte di mettersi in scena disvela uno dopo l’altro questa stratificazione, ne individua le ambiguità e le contraddizioni che pure possono esserci, e ci guida nell’interpretazione dei quadri della pittrice seguendo questa particolare chiave di lettura.
Il libro è, naturalmente, anche un viaggio interessantissimo nella vita di Frida Khalo e nella cultura messicana ed è quindi una lettura ideale sia per chi ammira e ama l’arte di Frida, sia per chi vorrebbe conoscerne le radici e i presupposti culturali, la personalità.
Tutto questo sempre e continuamente rimandando ai quadri di Frida Kahlo e agli oggetti, preziosissimi in termini di valore storico, ritrovati nelle stanze della Casa Azul, la casa museo in cui vissero Kahlo e Rivera.
Non si tratta, quindi, di vaghe speculazioni, ma di toccare con mano il significato e il senso di un’opera, fuggevole, certo, difficile da afferrare, ma concreta come un tessuto da accarezzare ed esaminare per scoprire i disegni nascosti nelle trame intricate.