E’ una parola di origine norvegese – hygge – che ci traghetta verso la nostra prossima destinazione: Copenhagen. Il ‘danish hygge’ è una parola difficile da tradurre perché identifica un modo di essere e di vivere, una propensione allo ‘stare bene’ (questo il significato originale del termine) in compagnia di amici e persone care mentre si assaporano i piaceri della vita nella più totale rilassatezza e intimità.
E se nei lunghi inverni danesi hygge è sinonimo di candele accese, caffè fumanti e pelli di pecora morbidamente adagiate su sedie e pavimenti di legno, in estate equivale a vita all’aria aperta, gite in bicicletta,
pic-nic nel verde e relax in riva al mare.
L’aereo in fase di atterraggio all’aeroporto di Kastrup ci regala un primo assaggio dell’atmosfera che ci accoglierà: la distesa d’acqua su cui si affaccia la città, da cui emerge il ritmo regolare delle pale eoliche e il ponte, che sinuosamente attraversa l’Øresund collegando Svezia e Danimarca, da Copenhagen a Malmo si arriva anche in bicicletta.
Se il design è il vostro pallino airbnb a Copenhagen troverete pane per i vostri denti, a cominciare dagli hotel. Nel cuore del quartiere latino una scritta al neon giallo limone segnala l’ingresso dell’SP34: 118 camere, due bar, due ristoranti e una spa per un boutique hotel che in un solo anno di aperura è diventato un punto di riferimento anche per gli abitanti del quartiere che alla sera ne affollano i locali. Le pareti grigie riscaldate dagli arredi in legno, il decoro pulito e minimalista ne fanno un raffinato esempio di lusso discreto e estetica neo-retro. Oltre che un punto di partenza privilegiato per esplorare il centro della città: il sorprendente Tivoli Garden – un parco divertimenti d’antan in pieno centro cittadino – e Strøget, la via dello shopping.
E visto che a queste latitudini nessuna giornata che si rispetti può cominciare senza una sostanziosa colazione, la nostra prima tappa è l’Atelier September, il breakfast&lunch restaurant più intrinsecamente hygge e probabilmente il più ‘instagrammato’ della città. Nato come una galleria d’arte e di antiquariato è stato progressivamente trasformato in un raccolto e luminoso bar-caffetteria curato in ogni minimo dettaglio, dall’arredo – una felice combinazione di pezzi di artigianato e di recupero e tocchi contemporanei – alla composizione dei piatti, tra cui spicca l’avocado toast, vera specialità della casa, fino alla gentilezza e buon umore del personale pronto a mettere subito a proprio agio i clienti.
A questo punto possiamo incamminarci verso il fronte mare, dove abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Lasciandoci il centro alle spalle possiamo piegare verso destra e fare una piacevole passeggiata, e volendo anche un tuffo, a Kalvebod Brygge dove lo studio di architettura JDS ha ridisegnato il fronte mare realizzando lunghe passerelle in legno di pino che si allungano a filo d’acqua, a tratti guadagnando quota, per offrire differenti scorci del canale nonché aree per fare il bagno, stendersi al sole e praticare sport acquatici. Un cammino urbano che riconnette il mare alla città e che richiama cittadini di tutte le età.
Se decidiamo di andare verso la parte sinistra della riva, invece, ci imbattiamo nel Black Diamond, l’ala hi-tech della Royal Library, un edificio a ponte che supera la strada e si affaccia sul canale. Dall’antistante piazza calcarea, comodamente seduti sulle sedie sdraio di cui nella bella stagione è punteggiata, si gode la vista della riva opposta e della nuova e imponente Opera House.
Ma è nei quartieri ‘periferici’ che lo spirito effervescente della città trova le sue manifestazioni più interessanti. L’eplorazione di Nørrebro, il quartiere multietnico, non può che partire da Jægersborggade, una piccola via
residenziale disseminata di gallerie d’arte, negozi e bakery a vocazione bio, laboratori artigianali di ceramiche, gioielli e perfino caramelle, minuscole boutique vintage, coffee shop (ci torneremo quando vi parleremo delle
migliori caffetterie in giro per il mondo) e ristoranti. È qui che hanno sede Relæ, il ristorante dello chef stellato Christian F. Puglisi, e la sua versione bistrot Manfreds & Vin(http://manfreds.dk/), che in un luogo accogliente e informale serve pasti a base di ingredienti naturali e vini biodinamici. A questo punto urge aprire una doverosa parentesi ‘food’, perché dal Noma e René Redzepi in giù, la cucina scandinava sta esprimendo il massimo della sua rinascita e creatività e Copenhagen ne è l’epicentro. Se volete farvi un’idea di quanto fermento ci sia intorno al cibo e a tutte le sue dimensioni fatevi un
giro qui Mad About Copenhagen e scoprirete che non vi basterà un mese di permanenza per provare tutte le bontà che la città offre.
Værnedamsvej è la via a cavallo tra i quartieri posh di Vesterbro e Frederiksberg, luogo ideale per una sessione di shopping ad alto tasso di design. Da Dora troverete tutti i classici pezzi del design scandinavo insieme a arredi vintage e una selezione di piccola oggettistica per la casa e per la tavola, perfetta da portarsi a casa come souvenir d’autore. Lì di fianco, il piccolo negozio di Playtype non mancherà di attirare l’attenzione delle appassionate di grafica tra di voi: nato come esperimento temporaneo si è trasformato nel concept store dell’omonima design agency che crea font e caratteri e che qui potete acquistare sotto forma di stampe, t-shirt e iconiche mug. Ovviamente l’appetito non vi coglierà alla sprovvista. Dall’altro lato della strada Granola, un accogliente coffee lounge dal sapore coloniale, è pronto a servirvi cibo ad ogni ora. Già che siete qui, spingetevi a qualche isolato di distanza all’affiliato Central Hotel and Café, un minuscolo e delizioso edificio di inizio Novecento trasformato nell’hotel più piccolo del mondo: una sola camera arredata con estremo gusto e tutti i comfort e, al piano terra, un microscopico caffè con due tavolini, che pare aver fermato il tempo. Che più hygge non si può.