Marijuana e tabacco dannosi per il cervello
L’Olanda ne ha da tempo legalizzato il consumo, in California viene addirittura coltivata in Università, in molti Paesi del mondo viene utilizzata per scopi curativi e per le “terapie del dolore”, ma proprio quando la marijuana stava quasi per raggiungere lo status di “erba medica” e di sostanza non dannosa, arriva uno studio inglese a riportare l’attenzione sulle conseguenze negative dell’assunzione di cannabis. Secondo gli studiosi dell’Università di Leicester, fumare cannabis non solo farebbe male ma comporterebbe addirittura una alterazione al livello del Dna, oltre ad aumentare le percentuali di rischio di ammalarsi di cancro.
La ricerca non è giunta ancora ad una conclusione eppure i primi risultati dei test non lasciano spazio a dubbi. I ricercatori di Leicester, che hanno condotto i test solo a livello di laboratorio per il momento, hanno rilevato che l’acetaldeide, una sostanza contenuta sia nel tabacco che nella cannabis, è altamente tossica e dannosa per l’organismo umano.
Ad aggiungersi alla voce dei ricercatori britannici arriva anche uno studio condotto dal “Dipartimento di Studio sul Cancro e Medicina Molecolare” del Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia. La ricerca svedese, pubblicata sulla rivista “Chemical Research in Toxicology”, ha usato la cromatografia liquida e la spettrometria di massa tandem per studiare la cannabis. I test hanno messo in luce che la cannabis, fumata insieme al tabacco, potrebbe arrivare a modificare la struttura del Dna
Inoltre, come riportato da altri studiosi impegnati in questo complicato campo di ricerca, il cervello dei fumatori di droghe leggere risulterebbe modificato: sembrerebbe infatti che nell’ippocampo e nell’amigdala dei non fumatori si visualizzi una maggiore quantità di “materia grigia”, rispetto a quanto accade nei fumatori. E questo vale, ovviamente in percentuali diverse, sia nei fumatori di cannabis abituali che in quelli meno assidui. A sostenere questo ed altro sono i test depositati negli Archivi di Psichiatria Generale dell’American Medical Association.
Come riportato da Tanta Salute:
Se l’amigdala e’ ridotta ci saranno problemi relativamente alla capacità di controllare la paura e l’aggressività, mentre se l’ippocampo e’ troppo piccolo a farsi sentire saranno i problemi della memoria; cinque sigarette, fumate per una media di 20 anni, ogni giorno, fanno del cervello un ‘budino molle’. Nel test base (condotto dell’American Medical Association) per verificare le capacità mnemoniche e di associazione di parole di un fumatore di cannabis, i risultati del fumatore sono curiosi: i punteggi dei fumatori sono molto inferiori ai punteggi dei non fumatori, anche con sole 15 parole; chi fuma erba, inoltre, e’ soggetto a crisi psicotiche, dà segno di disordini mentali, e di instabilità mentale, anche se non sono così determinanti da poter essere inseriti in un quadro di patologia chiaro.
Stiamo quindi parlando di una situazione davvero drammatica, che coinvolge diverse aspetti della salute umana, chiaramente più preoccupanti nel caso in cui a consumare marijuana siano ragazzi in età scolare, adolescenti e giovani. La cannabis, assunta per brevi o medio-lunghi periodi, non solo aumenta, mescolata al tabacco, le percentuali di rischio relative ai tumori ma causa gravi danni a livello del Dna e nel cervello.
A differenza di quanto si credeva inizialmente, continua “Tanta Salute”:
la cannabis non ha affatto effetti solo temporanei sul cervello, ma potenzialmente lo modifica in maniera permanente, specie in fatto di sintomi psichiatrici e di comportamento: l’uso forte di droghe leggere causa dei danni permanenti, che durano anche dopo la disintossicazione.