Hai mai sperimentato una seduta con le campane tibetane? Questa conoscenza, antichissima, costituisce una terapia per il corpo e per la mente, perché attraverso le vibrazioni sonore creiamo le basi per un rilassamento profondo, capace di trasportarci in una dimensione fatta di emozioni e sensazioni molto intense, fuori dal tempo. Un massaggio sonoro in grado di svuotare la mente e ricaricarci di energia.
Effetti
Il suono è un’onda che si propaga nell’aria e che noi possiamo percepire grazie all’orecchio. Secondo la fisica il suono è un movimento nello spazio. Già nell’antica Grecia alcune strutture realizzate presentavano un’architettura con un’acustica in grado di riverberare voci e suoni di strumenti musicali. Ritroviamo questo concetto anche nelle storia della cristianità. Esistono luoghi in cui possiamo percepire la forza dei suoni, dagli strumenti musicali ai canti del coro: un vibrante abbraccio che arriva dritto al cuore.
Come funziona questa magia? Il riverbero è la persistenza di un suono nell’ambiente e la sua esperienza può variare a seconda di come è stato progettato un luogo, dei materiali utilizzati e dell’uso dello spazio. Quello che in fisica viene definito con il termine energia acustica è un’onda che sperimentiamo continuamente… sulla pelle.
Oggi le ultime ricerche sul cervello da parte delle neuroscienze spiegano che gli stimoli trasmessi dall’epidermide vanno ben oltre il tatto. La nostra pelle è corredata di recettori che registrano la temperatura esterna, il dolore, le vibrazioni, ciascuno con fibre nervose che viaggiano verso le regioni cerebrali dove agiscono secondo mappe il cui funzionamento è ancora per grande misterioso.
Ascoltiamo grazie al tatto e all’orecchio e questi due sensi sono più legati di quanto pensiamo. Un team di ricerca appartenente all’University of British Columbia di Vancouver ha studiato l’effetto sulla pelle dei suoni emessi. Il risultato? Siamo esseri multimodali, in grado di percepire il corpo attraverso organi differenti in grado di interagire fra loro.
Come si usano
La campana tibetana appare come una ciotola vuota: viene tenuta sul palmo della mano. Corredata con un batacchio di legno, quando viene colpita produce un suono simile al gong. In alternativa, il batacchio è utilizzato per strofinare ripetutamente il bordo della campana. Grazie al movimento circolare del legno sul bordo metallico della campana nasce una vibrazione intensa, una frequenza in grado di creare un vero e proprio bagno sonoro.
Tradizionalmente, la campana tibetana viene costruita con 7 metalli, ognuno dei quali rappresenta un pianeta: oro, il Sole; argento, la Luna; mercurio, il pianeta Mercurio; rame, Venere; ferro, Marte; stagno, Giove; piombo, Saturno. Presso il British Museum di Londra è conservata un’antica campana tibetana, le cui analisi hanno evidenziato una tecnica di forgiatura sconosciuta con una lega di 12 metalli. La tecnica di fusione all’origine dei manufatti antichi? Ormai introvabili, il modo in cui sono stati creati è un segreto ancora oggi inspiegato.
Attraverso l’orecchio le vibrazioni esterne si trasformano in un segnale per il sistema nervoso: se i rumori vengono avvertiti come fastidiosi e influiscono negativamente sul livello di stress, musica e suoni possono avere un effetto calmante, dare sollievo a uno stato d’ansia e aiutarci a raggiungere dimensioni profonde di noi stessi. Secondo gli antichi testi indiani il mondo nasce con un suono: la sacra sillaba om, associata alla luce e utilizzata durante la meditazione.
Il rapporto con i suoni è primordiale, istintivo, totale. Il primo senso che un feto sviluppa è il tatto, a 8 settimane. Fra l’ottava e la decima settimana si sviluppa anche il sistema dell’udito: immersi nel liquido amniotico percepiamo l’effetto di una cassa di risonanza. Il primo mondo di cui facciamo esperienza è una culla sonora che ci avvolge, agisce sul nostro sviluppo e accompagna verso la vita.