Michael Fassbender in Shame

Quando incontri l’attore di cui tutti parlano, il divo più lanciato, il nuovo sex symbol di Hollywood, è naturale volere sfatare almeno una di queste affermazioni. Con Michael Fassbender, 34 anni, sangue tedesco e irlandese nelle vene, purtroppo dovremo ammettere di avere fallito nell’impresa. Non solo è tutto vero ciò che si dice di lui, ma possiamo aggiungere altre due cose a suo favore: è gentile e generoso. Durante l’intervista ci ha chiesto il permesso di fumare, cosa che accade di rado. E non si è risparmiato, rispondendo a tutte le domande, cosa che accade ancora più di rado. Sicuramente ricorderete Fassbender nel ruolo dello psicanalista Carl Gustav Jung, mentre faceva sesso sadomaso con Keira Knightley nel film-scandalo di qualche mese fa A dangerous method. Adesso Michael è il protagonista di un altro film-scandalo: Shame di Steve McQueen, nelle nostre sale dal 13 gennaio. Per interpretare il ruolo di Brandon, rampante uomo d’affari ossessionato dal sesso, si è messo a nudo (integrale!), guadagnando una Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile all’ultimo Festival di Venezia. E, secondo molti, avrebbe già ipotecato una candidatura ai prossimi Oscar. Diviso tra pellicole sbanca-botteghino (da 300 a X Men: L’inizio) e cinema indipendente (il quasi sconosciuto Hunger, dello stesso regista di Shame), e con un film di Quentin Tarantino in curriculum (Bastardi senza gloria), Michael è oggi uno dei nomi di punta di Hollywood. Ed è anche simpatico, pronto ad alleggerire ogni risposta con una risata, a differenza dei tanti divi che si prendono troppo sul serio.

Come si entra nei panni di un sexaholic, un alcolista del sesso?
«Cercando di farsi piacere il ruolo il più possibile, o quantomeno di non giudicarlo. Mi sono informato sulla patologia di Brandon, il mio personaggio. Ho incontrato tante persone con questo problema: capiscono di essere malati, ma per loro è un’ossessione. Ho conosciuto uomini che se non si masturbano più volte al giorno non ce la fanno nemmeno ad affrontare il lavoro».

Lei come vive invece il sesso?
(Ride) «Fortunatamente con più serenità! Ovviamente, mentre giravo il film mi sono chiesto che cosa significasse per me. E mi sono dato questa risposta: il sesso è una forza primordiale, legata all’istinto di sopravvivenza. Oggi per fortuna se ne può parlare, e si può fare, liberamente».

Il film è molto esplicito, con numerose scene di nudo integrale.
«Sì, per questo ho cercato di superare subito l’imbarazzo e di mettere le mie partner a loro agio durante le riprese: non volevo che pensassero che fossi davvero eccitato!».

Con la sua interpretazione lei si è confermato il sex symbol del momento.
«Il “titolo” mi lusinga e di certo non voglio passare per uno di quegli attori che si offendono per queste cose».

Brandon, il suo personaggio, è un uomo molto solo: lei come vive la solitudine?
«Non mi dispiace, del resto è una condizione essenziale per me: il lavoro mi porta a viaggiare in continuazione. Ma non ho paura di stare con me stesso».

Che cosa fa in quei momenti?
«Cerco di coltivare le mie passioni. Vado in moto: ne ho appena comprata una nuova perché quella che avevo me l’hanno rubata».

Michael Fassbender con la ex fidanzata Zoë Kravitz

Oggi è una star, ma non è sempre stato così.
«Recito fin da ragazzino, però ho fatto anche il magazziniere.  Poi sono arrivate le prime scritture in teatro e la grande occasione  con la fiction di guerra Band of brothers. Peccato che dopo, per un anno, non mi abbia chiamato nessuno: ho lavorato in un call-center e in un bar».

Tarantino l’ha riportata alla ribalta.
«Sono sempre stato un suo fan e devo moltissimo a lui: è stato un onore far parte del suo mondo anche solo per un momento».

Nella  sua vita c’è posto per una donna? Si è parlato fino a poco tempo fa  di un’amicizia particolare con Zoë Kravitz, figlia di Lenny…
«Un’amicizia, appunto (in realtà era molto di più, ndr). Quando troverò la donna giusta ve lo dirò, promesso».