Come migliorare la tua vita
Lo ripetiamo a noi stessi ogni volta: anno nuovo vita nuova, eppure la verità è che realizzare un cambiamento non è così facile. Figuriamoci poi quando l’energia di gennaio si disperde nei mesi successivi, e dei buoni propositi resta solo un lontano ricordo. Siamo immersi in una pozzanghera di pensieri e modi di fare che si trasformano in una palude irrespirabile. Il quotidiano ci stanca, logora e sfianca.
Ma è possibile invertire questa rotta? Per cambiare è necessario avere intuito, forzare la routine dell’abitudine, avere costanza e un pizzico di pazzia, superare la paura. Sì, perché i più grandi ostacoli spesso vengono proprio dalle nostre resistenze. Ecco perché fra le ispirazioni per migliorare la vita con il nuovo anno, abbiamo raccolto alcuni consigli, per ispirare ed ispirarci, insieme.
Abbiamo racchiuso in alcune parole chiave le ispirazioni per migliorare noi stesse con l’arrivo del nuovo anno:
- gentilezza
- calma
- ascolto
- educazione
- consapevolezza
- speranza
- sogno
- felicità
- cambiamento
Migliora le relazioni con la gentilezza
«Avere la consapevolezza che un piccolo gesto semplice può migliorare la vita sia a noi che alle persone che amiamo e incontriamo. Cominciamo dai piccoli gesti quotidiani che possano migliorare le nostre relazioni» spiega Assunta Corbo, giornalista, speaker e autrice del diario della gratitudine, che per costruire un nuovo anno all’insegna del cambiamento sollecita a iniziare la giornata con uno spunto positivo: «Cosa posso fare oggi per donare amore? Questa sarà la mia domanda quotidiana del nuovo anno».
Inizia a fare calma dentro di te
«Vorrei che il nuovo anno mi portasse più silenzio» riflette Paolo Subioli, communication manager ed esperto di pratica zen nella vita metropolitana: «Se riuscirò ad avere un po’ più momenti di silenzio, potrò fare più spazio nella mia vita e vivere con più agio. Così spero di potermi occupare un po’ più di me stesso e presentarmi agli altri più fresco, aperto, disponibile a capire o ad ascoltare».
Sostituisci i giudizi con l’ascolto
Giorgia Cozza, giornalista e autrice per bambini (e genitori!), dice: «Amare di più. Sembrerà scontato, ma purtroppo spesso non lo è. Meno oggetti, più affetti. Vale per i genitori che sono impegnati a crescere un bambino, ma vale un po’ per tutti. Vorrei imparare ad accogliere l’altro, non cedere alla tentazione del giudizio facile, comprendere, entrare in sintonia. Regalare incoraggiamento, speranza, gentilezza. Alle persone che fanno parte della mia vita, a quelle che faranno un pezzetto di strada insieme a me, a quelle che sfioreranno il mio cammino per il tempo di un sorriso. Credo che amare di più possa davvero essere la chiave per diventare tutti più felici».
Riconquista il diritto all’infanzia
L’augurio per il nuovo anno? «Che la buona educazione torni ad essere una priorità nella gestione dei figli e degli alunni, per aiutare le nuove generazioni a tirar fuori il meglio delle loro risorse» riflette Daniele Novara, pedagogista e direttore del CPP Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti: «Che si rispetti la naturale immaturità dei bambini, il loro diritto al pensiero magico senza accanirsi nella ricerca di neuropatologie infantili sempre più raffinate. Che i reparti di maternità, insieme alle cremine e alle salviettine, inizino a consegnare alle neomamme anche le informazioni essenziali per educare sufficientemente bene i loro cuccioli».
Acquisisci consapevolezza… sul web e nella vita
«Il mio invito per il nuovo anno è mettere insieme due cose tanto importanti quanto dimenticate: ascolto e rispetto. Lo dico soprattutto ai “leoni da tastiera”, quelli pronti a giudicare tutti e tutto quando sono dietro lo schermo del proprio smartphone: anziché giudicare, imparare ad ascoltare le ragioni degli altri e a rispettare le diversità. Lo facessimo tutti, almeno un po’, avremmo una società migliore. Non ci vuole molto, proviamoci!» sorride Alessandro Rimassa, cofondatore e direttore di TAG Innovation School, scrittore e conduttore televisivo.
E aggiunge: «Questo è il mio personale buon proposito per il nuovo anno: imparare a lavorare meno e meglio. Osservando i danesi ho capito che quel tanto amato e mai raggiunto worklife balance esiste ed è raggiungibile. Ecco, è quello su cui mi impegnerò quest’anno: significa dire molti no, imparare a concentrarsi sempre più evitando le mille distrazioni a cui siamo sottoposti, diventare essenziali nella comunicazione. Non si mettono da parte le relazioni, anzi, dividendo lavoro dai rapporti umani si guadagna serenità e ci si gode di più la vita».
Accendi le tue speranze
«Not all those who wander are lost, Non tutti quelli che vagano sono persi (J.R.Tolkien ). E ancora: If you see it’s impossible, you may use others’ eyes. Sono due frasi a cui mi sento particolarmente legata. Stavamo lavorando ad Unlearning e al nostro primo crowdfunding» racconta Anna Pollio, che insieme alla figlia e al compagno e Lucio Basadonne, filmmaker, ha viaggiato per sei mesi in giro per l’Europa, documentando le esperienze di vita e di scuola alternativa: «Guardare le cose con occhi diversi non è solo una bella frase, è una tensione che può portare lontano… magari ad incontrare persone che sembrano vagare… ma non sono perse!».
Vai oltre la paura e inizia a credere ai sogni
«Vorrei portarmi nell’anno nuovo la passione per realizzare i miei sogni e i sogni degli altri, rimanendo sempre autentico e fedele a me stesso» sorride Diego Leone, presidente dell’Associazione Gridaloalmondo, aperta a tutti i Sognatori Anonimi che desiderano creare un cambiamento nell’esistenza (propria e altrui!). Alberto Manieri, partner di lavoro e di vita, co-founder di Do it human e ideatore dei Tarocchi della Realtà aggiunge: «Voglio il coraggio per vincere le mie paure più grandi esprimendo la creatività nel lavoro, nelle relazioni e soprattutto nel rapporto con me stesso!».
Allenati ad essere felice
Matteo Losa, autore di Piccole fiabe per grandi guerrieri (Mondadori): «Il mio proposito per il nuovo anno è essere felice. Il che detto così potrebbe sembrare un po’ banale, ma la verità è che la felicità non cade dal cielo, al contrario è una conquista per la quale serve tanto, tanto allenamento. Ho un planner settimanale per il nuovo anno sul quale mi appunterò su ogni pagina questa frase: “Quando non riesci più a sorridere, smettila di camminare e fermati a respirare”.
La nostra vita spesso è frenetica e fagocita i nostri sorrisi senza che ce ne accorgiamo, allora quando ci rendiamo conto di non sorridere da un po’, conviene fermarsi un momento, prendere un bel respiro e tarare di nuovo la rotta su dove punta la nostra felicità. È solo verso di essa che dovremmo camminare ogni giorno!».
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo
«Non c’è augurio più sentito che io possa fare a ciascuno, partire dai cambiamenti che desidereremmo pensando cosa possiamo cambiare di noi. Questo è vero non solo in senso “poetico”, ma pratico, in quanto modificare se stessi cambia il modo di filtrare le esperienze, la modalità di concepire se stessi e di esprimersi al mondo.
Avere “il coraggio di cambiare ciò che possiamo cambiare, la forza di accettare ciò che non possiamo cambiare e la saggezza di riconoscere la differenza” (anonimo). In questi anni di esperienza come psicoterapeuta» spiega Elena Lupo, che si occupa del progetto Persone Altamente Sensibili – HSP Italia «ho visto accadere questa “specie di magia” tante volte: le persone all’inizio sono convinte che ciò che non va sia all’esterno, hanno aspettative verso chi li circonda e attendono che le cose “cambino” da sole per poter stare meglio. Partono scettiche quando io dico che cambiando se stesse cambierà ciò che hanno all’esterno. E invece accade! E quando accade sembra inspiegabile.
Accade perché se io cambio rapporto con me stesso, cambio rapporto con gli altri e a loro volta gli altri cambieranno atteggiamento verso di me. Perché, se conoscendomi a fondo riesco ad avvicinarmi sempre più a me stesso, riuscirò anche a capire ciò verso cui voglio avvicinarmi perché mi appartiene e ciò da cui voglio allontanarmi perché non mi appartiene più. Questo processo implica una sorta di assunzione di responsabilità che interrompe la nostra abitudine di colpevolizzazione all’esterno: l’unica cosa che davvero possiamo fare per migliorare le cose è conoscerci meglio dall’interno. Come diceva Jung: fino a quando non avrai reso conscio l’inconscio, quest’ultimo dirigerà la tua vita e tu lo chiamerai destino».