«Non dovrei, visti i tempi, ma sono rimasta sconvolta. Certo me l’aspettavo, a un certo punto, ma quando ti capita è diverso. Usando il computer con cui mio figlio studia, ho visto nella cronologia dei siti porno, molto espliciti ovviamente. Ora non so cosa fare: parlargliene? E per dirgli cosa? Meglio invece fare finta di nulla? Comunque sono parecchio imbarazzata, e me ne vergogno. Ma sarà così anche per gli altri genitori?» Laura
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«Cara Laura, non sei certo l’unica. Capita a molti genitori. Si scopre che i figli vedono video hard e non si sa come affrontare l’argomento con loro. Nella curiosità per questi siti non c’è niente di patologico ma il tema del porno sul web non va banalizzato perché è molto diverso da quelle forme di esplorazione a cui eravamo abituati nella nostra adolescenza, come spiare il giornaletto vietato ai minori o andare a vedere un film hard al cinema con gli amici.
Il materiale a cui vengono esposti i nostri figli oggi sul digitale è ben più stimolante, sono immagini vive in movimento, spesso le si incontra senza averle cercate attivamente e catturano l’attenzione perché molto realistiche. Una foto vista sul giornale è un’immagine fissa, qualcosa a cui noi possiamo avvicinarci o da cui al contrario scegliamo di allontanarci, ma questi video, più invasivi, raggiungono i ragazzi “senza filtri” e sono in grado di interferire con l’immaginario della sessualità, al punto che spesso, quando un adolescente arriva a sperimentare il rapporto vero, la relazione sentimentale e sessuale con un coetaneo, con le sue goffaggini e le sue fatiche, ne rimane deluso.
Parlando con i ragazzi si ha l’impressione che questa forma di pornografia arrivi a interferire con le modalità di eccitazione e con la possibilità di raggiungere l’orgasmo e la pienezza del piacere. Fatta questa premessa teniamo presente che il primo sentimento provato da nostro figlio nel parlarne con noi sarà la vergogna. Rispettiamola. È giusto svelare come lo abbiamo scoperto e dare la propria disponibilità a discuterne ma già una domanda come: “Che cosa hai visto?” rischia di rivelarsi fallimentare e di portare a una chiusura totale. Anzi, si può esordire proprio così, dicendo che non siamo interessati a conoscere il contenuto di quei video ma a chiarire con lui che il porno, qualunque porno, è molto diverso dalla sessualità che lo attende, che il sesso nella vita reale, lontano dagli schermi e tra corpi reali, è tutto un’altra cosa. Alle ragazze inoltre non trascuriamo di spiegare che le prestazioni che le pornostar mettono in atto non sono assolutamente “dovute” e ogni donna ha tutto il diritto di scoprire e scegliere quello che le piace fare o non fare».
(testo raccolto da Donatella Gianforma)