Il tritatutto del Natale è partito. Quest’anno, poi, ancora prima: le lucine nelle città e gli addobbi nei centri commerciali sono stati riesumati già a fine ottobre, prima ancora di Ognissanti. E così la testa delle donne è già un frullatore vorticoso di liste di cose da fare. Un altro stress.
Lo stress delle donne a Natale aumenta
Se per gli altri il periodo delle feste vuol dire gioia e vacanza, per noi si tratta di alzare il tiro del solito carico mentale tra il lavoro fuori casa e quello in famiglia, a cui si aggiunge l’organizzazione invisibile di regali, cene, decorazioni, gestione di impegni e aspettative familiari. To do list impossibili che non verranno mai chiuse, e che ancora una volta pesano per la maggior parte su noi donne. Non ci consola neppure sapere che, secondo l’Ordine degli Psicologi, è un terzo degli italiani a sentirsi stressato dal Natale.
Per noi donne però va un po’ peggio. Della gestione dei regali si occupa l’88 per cento delle donne, ed è il 70 per cento a organizzare cene e decorazioni: in generale – e lo dice l’Istat – il tempo dedicato alle faccende domestiche e alla cura durante le festività aumenta per le donne in media del 30 per cento.
Gli stereotipi pesano su noi donne anche a Natale
Ancora una volta, insomma, gli stereotipi di genere ci imbrigliano e ci costringono a correre dentro una ruota che non si ferma mai. «Anche questo è il carico mentale, quel lavoro nascosto e costante che spesso per retaggi culturali e norme di genere ricade sulle donne e viene sottovalutato o dato per scontato, in molti casi dalle donne stesse» dice Annalisa Valsasina, psicologa e psicoterapeuta, DE&I Gender Equality consultant. Ma non solo. A pesare sono anche le riunioni familiari con i loro interrogatori esistenziali, che portano i nodi al pettine e li riannodano anno dopo anno come matasse.
E così durante le feste, invece di rilassarci, almeno dal lavoro (chi può permettersi di staccare tra Natale e Capodanno), rischiamo di farci travolgere da un’ondata di stress e ansia. «La pressione di organizzare tutto nei minimi dettagli, combinata con il desiderio di soddisfare al meglio le aspettative familiari, aumenta i livelli di stress».
Lo stress è per colpa del nostro perfezionismo?
Ma questo non vale solo per le più perfezioniste, cioè per quelle di noi che desiderano sempre il massimo da se stesse. «L’ansia del perfezionismo è una leva pesante, ma la verità è che il carico di stress diventa importante in questo periodo perché sono le richieste ad esserlo, familiari e professionali. Un po’ per gli stereotipi, un po’ per i ruoli familiari cristallizzati, ci si aspetta che le donne si occupino in tutto e per tutto dei regali, della cucina, degli addobbi: ma una persona da sola non può oggettivamente fare tutto» spiega la dottoressa Valsasina.
Oltre tutto, questo stress ci fa stare male anche fisicamente, rovinando il bello delle feste. «L’ansia del fare tutto e bene porta con sé irritabilità, insonnia e difficoltà di concentrazione» dice la psicoterapeuta. «Ma anche la fatica fisica va considerata: le attività extra – come cucinare, organizzare i ritrovi, fare acquisti – si sommano alle responsabilità quotidiane, e la stanchezza aumenta. Anche perché il tempo personale viene eroso da tutto il resto».
Un Natale con meno stress parte da noi stesse
Quest’anno, almeno per scansare un po’ la solita maratona, proviamo a ripartire da noi. E ricordiamoci che gli altri non cambiano: «Non aspettiamoci che questo Natale sarà diverso se non siamo noi per prime a volerlo» conclude la psicoterapeuta. «Cerchiamo di capire quando stiamo facendo troppo, e per chi lo stiamo facendo: cosa facciamo per dovere e per obbedire alle aspettative degli altri, e cosa invece vorremmo fare per noi. E iniziamo a mediare, ma attenzione: la mediazione ci fa stare bene solo dove è davvero sostenibile per noi. Quindi accettiamo inviti a cui possiamo arrivare, e accogliamo persone che siamo disposte ad accettare senza soffrire: le riunioni familiari possono trasformarsi anche solo in un saluto e uno scambio di auguri, evitando pranzi interminabili dove vengono fatte domande scomode sulle nostre scelte e su quello che siamo, da parte dei soliti parenti che si aspettano che noi siamo in un certo modo. Che non è il nostro». Ricordiamoci che siamo nate per realizzare noi stesse, non i desideri degli altri. E portiamo con fierezza la nostra diversità.