Concediti del tempo per non far nulla
Tendiamo a chiedere molto a noi stessi e, spesso, non ci concediamo abbastanza tempo per rilassarci e non fare nulla. Tuttavia, oziare è il modo ideale per tenere sotto controllo la mente e ricaricare le batterie. Bastano piccole parentesi di ozio totale per rimettersi in carreggiata: passeggiare senza meta, sprofondare nel divano, stare a letto un’ora in più. Un tempo erano le domeniche le giornate dedicate all’oziare, oggi invece, sempre più di frequente, tendiamo a strafare. E quando una vocina nella testa ci suggerisce di rallentare, cosa facciamo? Ci diciamo cose come: «Dopo stacco», «Ora non posso, ho troppo lavoro», «Mi concederò del tempo in vacanza».
Ridimensioniamo e chiediamoci perché facciamo una determinata cosa. Il punto è: perché oggi sto facendo questo o quello? Se decidiamo di andare a teatro, al cinema o semplicemente di mettere insieme una serie di azioni per riempire il nostro giorno libero, chiediamoci prima: farlo mi rende più felice? O è solo perché voglio poter parlare della performance? Quanto è importante per me, esattamente? E le persone con cui ne parlerò sono davvero essenziali per me? Quindi, siamo critiche sul motivo per cui facciamo le cose che facciamo e, con tutta probabilità, inizieremo a stare meglio e a sfoltire le nostre to do list.
Liberati dalle manie di controllo
Smettiamo di avere tutto sotto controllo o la pagheremo cara. È la mania di aver sempre qualcosa da fare a “fregarci”: ci ritroviamo spesso a programmare, fare liste per qualsiasi cosa, riempire agende e calendario del telefonino, controllare mail, notifiche, per poi trovarci in affanno. Con la mente e il corpo. La frenesia di fare ci consuma talmente tanto le batterie che poi rimpiangiamo di non aver dedicato qualche ora semplicemente a oziare. Bisogna che impariamo a liberarci dal desiderio e, senza stare a giudicarci troppo, lasciare che il bradipo che c’è in noi prenda per qualche ora il sopravvento.
Dobbiamo prendercela comoda, arrenderci alla felicità e accettare che qualche volta, intorno a noi, non sia tutto perfettamente in ordine. La scienza lo conferma: prendersi delle pause dal lavoro e dai mille impegni quotidiani aiuta a focalizzare le idee e a ritrovare la giusta motivazione per andare avanti al meglio. Secondo uno studio condotto da un gruppo di neurologi dell’Università di Kyoto, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, per esempio, quando ci si concede un momento di meditazione, di riflessione, insomma, di dolce far niente, si stimola il precuneo, una regione del cervello strettamente collegata con l’appagamento e la soddisfazione.
Essere iperattivi e non oziare mai può danneggiare corpo e mente
Saper fare mille cose e farle contemporaneamente, con ritmi da wonder woman, può essere esaltante, ma spesso il conto da pagare è salato. Essere iperattivi può provocare anche disturbi fisiologici piuttosto fastidiosi, come emicrania, tachicardia, gastrite, colite, disfunzione di alcuni ormoni (tipo quelli tiroidei). In alcuni casi, lo stress provocato dal dover continuamente rincorrere un’agenda può causare violenti sfoghi cutanei, dermatiti, caduta dei capelli e alopecia. Consideriamo anche che, quando l’iperattivismo è al pc, quindi sedentario, si tende ad accumulare peso, mentre se si corre dalla mattina alla sera si rischia di veder scomparire tutte le forme. E non è finita qui. Ansia e fragilità possono comparire all’improvviso, così come i disturbi dell’attenzione, una temporanea dislessia e la difficoltà di ascoltarsi davvero. Cosa accade, dunque? Che si innesca quel circolo vizioso frustrante, dovuto alla ricerca spasmodica di far quadrare tutto, spuntare le famose voci delle liste. Una stanchezza che si aggiunge all’altra.
Stai da sola e coltiva le tue passioni
Per spezzare questo ritmo diabolico di agende piene e impegni da onorare per forza, a scadenze fissate, dobbiamo convincerci ad oziare, a passare un po’ di tempo con noi stesse. Come fare? Semplice: consideriamo la solitudine come qualcosa di positivo, che può fare solo bene. Riscopriamo il piacere di pensare, più che di parlare. Chiudiamo le chat, posiamo il telefono e proviamo a guardarci intorno. In questo modo riusciremo ad aumentare la nostra capacità di riflessione e a concederci del sano oziare creativo fatto di disegno, pittura, scrittura, giardinaggio o semplice contemplazione. La solitudine è spesso associata al dolore, alla mancanza, alla sofferenza. Ma non è sempre così, esiste un’altra faccia dello stare da soli, la solitudine positiva, che può anche rivelarsi benefica ed estremamente costruttiva. Scegliere di vivere dei periodi di solitudine positiva, in cui per un determinato periodo, anche breve, si desidera consapevolmente di godere della compagnia di te stessa. Non significa sottostimare la presenza o il valore di qualcuno che ci sta accanto, ma ritrovare un equilibrio personale. Per citare Paulo Coelho:“Un guerriero della luce usa la solitudine, ma non ne viene usato”. Si ricaricano le pile, ritrovando linfa vitale, nuove energie. In questo modo si solidifica la struttura interiore: sottrarsi alla socialità, per qualche momento, migliorerà l’approccio nei confronti della vita stessa.