Negare ansia e paura o affrontare tutto quello che comportano? Andare incontro a una emozione è aprire la stanza senza nome che ci terrorizza proprio perché non sappiamo cosa nasconde. I sintomi sono sia mentali che fisici ed è il corpo stesso a parlare: petto bloccato, respirazione faticosa, cuore impazzito, sulla pelle mille brividi… 

Mi blocco, non riesco ad agire. Il congelamento, freezing, delle reazioni e dell’emotività, è uno degli effetti studiati dalla psicologia in relazione alla paura. Si tratta di un vero e proprio stato di paralisi che può verificarsi in presenza di un evento fortemente traumatico. Nel mondo animale costituisce una tattica difensiva dettata dall’istinto di sopravvivenza. Sì, perché la paura è connessa al livello più profondo delle nostre pulsioni originarie. Vivere o morire.

La paura segna un limite salvifico perché è allerta del pericolo ma, attenzione, un sovradosaggio può essere altrettanto letale: ci può far andare, letteralmente, in tilt. Quando il senso di panico dilaga allora non riesco più a ragionare e mi perdo: davanti a me solo la landa desolata e buia di un’ansia incontrollata.

Forse per questo nelle favole antiche e nei film thriller i luoghi della paura sono da sempre posti dove non riusciamo a vedere e toccare ciò che abbiamo davanti: cupi boschi, il regno della nebbia e della notte, l’oscurità che tutto inghiotte. Avvicinarsi a quel territorio di tenebre è l’atto di coraggio che serve per smascherare la porticina segreta di Barbablù: l’unico modo per sopravvivere è entrarci dentro e vedere di cos’è fatta la paura, darle un nome, contestualizzarla. Persino respirarla.

1. Forti non si nasce, si diventa

Un essere appena venuto al mondo sembra la cosa più vulnerabile mai vista prima, eppure in sé ha già una grande forza, la stessa indomita tenacia che ha permesso a ogni sua cellula di rimanere attaccato all’esistenza fin dal primo battito del cuore.

Mentre la madre lo sta ancora leccando, il giovane puledro cerca già di alzarsi faticosamente in piedi: ce la fa, in brevissimo tempo, e a un paio d’ore dalla nascita è già lì, da solo, vacillante e in equilibrio precario, pronto a sostenere il suo peso. Noi esseri umani abbiamo bisogno di più tempo per muovere i primi passi e ancora di più, forse, per sentire che possiamo farcela. Eppure, giorno dopo giorno, siamo qui: ancora vivi, ancora in piedi nonostante tutto. Ricordati di questo, oggi sei più forte di ieri.

Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.
Khalil Gibran

2. La paura è la scuola da cui imparare

Il senso di pericolo è ciò che aiuta a definire il limite verso cui mi posso spingere ed entro cui devo fermarmi: è un istinto profondo, atavico, e fa parte della nostra evoluzione perché nella storia, e ogni giorno, ci permette di sopravvivere. È la paura a fermarci, a bloccare i piedi su uno stop, a tirarci indietro.

Chi non ha mai paura è un uomo morto., quando non avvertiamo la paura ne va della nostra incolumità. Ecco perché è importante onorare la paura. Un tempo i riti di passaggio servivano a questo: imparare a camminare con le proprie paure significa imparare ad ascoltare il messaggio che ci stanno portando e andare avanti con la verità delle nostre emozioni più profonde. Non è negandole, bensì accettando paura e ansia che posso imparare e fare nuove scoperte.

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Di che cosa ho paura? Ho paura… che la paura passi invano, senza lasciarsi dietro un cambiamento – Paolo Giordano


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Non temete i momenti difficili. Il meglio viene da lì – Rita Levi Montalcini

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La vita è un ciclo continuo. Sempre in movimento: se i bei tempi passano. Passeranno anche i momenti difficili – Proverbio indiano

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Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera – Pablo Neruda

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La pioggia si fermerà, la notte finirà, il dolore svanirà. La speranza non è mai così persa da non poter essere trovata – Ernest Hemingway

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Anche se il timore avrà sempre più argomenti, scegli la speranza – Seneca

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Finirà anche la notte più buia e sorgerà il sole – Victor Hugo

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Ogni fallimento è semplicemente un’opportunità per ricominciare in modo più intelligente – Henry Ford

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Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai – Ernest Hemingway

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Nonostante il mondo sia pieno di sofferenza, è anche pieno della possibilità di superarla – Helen Keller

3. Il coraggio di fare la cosa giusta è sempre più forte

Mohandas Karamchand Gandhi, detto Mahatma, Grande anima, nel 1880 è un giovane e timido studente, non troppo amante dello sport e accanito lettore di libri. Il capo della comunità dove è nato, la città costiera di Porbandar, lo dichiarerà “paria”, escluso dalla sua stessa società, eppure questo giovane non esiterà a partire da solo verso una città totalmente sconosciuta: Londra. Il giovane Gandhi va alla scoperta dell’altra faccia del mondo, incontro a una cultura totalmente distante dalla sua. Rimarrà una persona timida, dall’aspetto dimesso, eppure ciò che trasmette ogni sua fotografia è uno sguardo limpido e diretto, che non arretra di un passo.

Tutti abbiamo paura. La differenza la segna il coraggio di fare le cose che per noi valgono. Gandhi viaggerà attraverso il Sudafrica e l’India: il suo aspetto mite, dimesso, e il suo sguardo franco diventeranno sinonimo di una forza interiore che è carattere, presa di posizione, autorevolezza che nasce dall’anima. Così è la vera forza, ha bisogno di poche parole perché è pura azione.

Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso
Gandhi

4. Quando la paura ti insegue, girati e guardala in faccia

Quando siamo molto piccoli le nostre paure prendono forma nei posti che in genere sono territorio del buio: l’uomo nero abita la cantina, quell’angolo oscuro in fondo al corridoio, l’armadio. L’ombra sfugge, ha mille volti e fin da bambini intuiamo che proprio in questo sta il pericolo. Per secoli, millenni, nell’ignoto si è nascosto il maggior pericolo per la sopravvivenza.

Ciò che non conosciamo rappresenta una paura viscerale e antichissima, quasi impossibile da estirpare o ignorare. Non vergognarti delle tue paure, dell’ansia che ogni tanto ti fa svegliare di soprassalto di notte. L’attacco di ansia oggi è una condizione, studiata, psichiatrizzata e a volte fin troppo medicalizzata. Ma l’ansia non è un fulmine che colpisce i più vulnerabili: ansia e paura fanno parte della condizione umana, sono uno spazio che tutti dobbiamo attraversare. La sensazione ce la insegna la storia del cinema: due occhi che ti osservano e seguono. La percezione che qualcuno ti stia alle calcagne. Trovare il coraggio per girarsi e guardare in faccia la paura vuol dire scoprire di cosa sono fatti i nostri timori più segreti.

Ma ricordati sempre
che i mostri non muoiono.
Quello che muore
è la paura che t’incutono.
Cesare Pavese

5. Ogni timore scompare se è per difendere chi ami

Il 30 aprile 1977 quattordici donne si riunirono in Plaza de Mayo, la piazza centrale di Buenos Aires: sono le madri dei desaparecidos e ogni settimana si daranno appuntamento nello stesso luogo per chiedere al governo la sorte dei loro figli incarcerati, spariti, letteralmente inghiottiti dalla macchina del potere. Ogni settimana, per anni. Per dire al mondo che non si può dimenticare: il ricordo vive.

Le Madri di Plaza de Mayo diventano una pagina di storia. Nonne di Plaza de Mayo, Asociación Civil Abuelas de Plaza de Mayo, attualmente è un’associazione umanitaria che nel 2008 ha partecipato alla candidatura per il Premio Nobel per la Pace. Che paura viscerale e totale è possibile provare mentre si combatte contro i mezzi di un potere forte come la dittatura? E quale forza può nascere quando combatti per qualcosa e qualcuno che va al di là di te?

L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà
Hermann Hesse

6. Quando la tocchi, la paura si scioglie come neve al sole

Arriva l’alba e all’improvviso tutti i fantasmi, come nella migliore delle fiabe gotiche, perdono di consistenza. Le nostre paure svaniscono alla luce del sole. Com’è possibile? Succede perché quando riusciamo a guardare in faccia la paura riusciamo a darle un contesto e forse per la prima volta vediamo davvero di che cosa è fatta.

Che cosa nutre la tua paura? A volte sono auto-convinzioni che abbiamo imparato in famiglia o che ci siamo costruiti negli anni. Non importa quello di cui abbiamo paura: può spaventarci la conseguenza di una nostra scelta, il timore per la nostra salute, l’ipotesi di perdere il lavoro o l’amore che stiamo vivendo. Quello che importa è iniziare a chiedersi qual è il messaggio che ci sta portando la paura e… leggerlo. Questa è la differenza fra un’ansia generalizzata e la paura. La paura ha un volto e guardare il tuo nemico è il primo passo per affrontarlo. Potresti scoprire che la sua è una faccia che conosci da tempo.

La paura crea il nemico, il nemico crea la difesa e la difesa crea l’attacco. Diventi violento, stai costantemente in guardia, sei contro tutti. Questo va compreso: sei hai paura, sei contro tutti.
Osho Rajneesh

7. Ogni respiro è ossigeno che ti apre alla fiducia

La frequenza respiratoria media è fra 16 e 20 atti respiratori in un minuto. Pensa a quanti respiri fai nell’arco di un giorno. La maggior parte delle volte non ci facciamo caso, sia quando dormiamo, sia da svegli. Respirare è ovvio, naturale. Eppure ci sono momenti in cui consapevolmente mettiamo tutta la nostra attenzione in questa azione primordiale, per esempio quando proviamo un forte dolore, durante il parto o quando ci troviamo nel panico.

I ricercatori della Stanford University, negli Stati Uniti, hanno individuato che dietro la forte relazione fra paura e respirazione potrebbe agire un gruppo di neuroni localizzato nel tronco encefalico, alla base del cervello. I neuroscienziati li hanno chiamati neuroni pranayama, lo stesso nome che in India le discipline yoga identificano il controllo del soffio vitale, le tecniche di respirazione. La funzione dei neuroni pranayama è quella di una centralina capace di rivelare le variazioni nel ritmo respiratorio, in comunicazione diretta con il locus coeruleus che nel cervello ha un ruolo cruciale nelle risposte allo stress e al panico.

Che cosa significa? Se il nostro organismo è in grado di rilevare quando il nostro respiro accelera perché la paura sta entrando in circolo, anche noi possiamo influenzare questo processo. Possiamo cambiare la chimica delle nostre risposte agendo attraverso il respiro.

Il tuo respiro deve fluire con grazia, come un fiume,
e non come una catena di aspre montagne o il galoppo di un cavallo.
Thich Nhat Hanh

8. La forza interiore nasce dall’immaginazione

Quando pensiamo a un’immagine nella nostra testa appare una fotografia. Il cuore, i nervi, la pelle inviano segnali: è la corrente di uno scambio continuo, ma di quale tipo? Positivo o negativo, anche tu puoi scegliere il messaggio da inviare al tuo cervello. Sembra che visualizzare uno scenario naturale o un paesaggio che amiamo nell’arco di qualche istante contribuisca a far partire una reazione in grado di coinvolgere corpo e mente. Questo significa che quando rivolgi gli occhi della tua mente verso qualcosa che ti fa battere il cuore hai un grande potere: stai costruendo la tua resilienza.

Chiudi gli occhi. Immagina spazi senza confine. La vastità del mare, il tramonto che inonda di luce le cime delle montagna, il mondo visto dall’alto attraverso l’aria, come lo sperimenta un uccello. In questo momento il tuo cervello sta processando immagini e secondo i neuroscienziati mentre esegue un’operazione di visualizzazione dentro di noi sta già accadendo un cambiamento.

La logica del “come se” funziona come una magica medicina che si diffonde fra i collegamento neuronali: il ritmo del cuore rallenta, l’organismo inizia a produrre endorfine, il respiro diventa più ampio e profondo. Ti stai rilassando, stai trovando una fonte di nuova energia.

Tutti noi abbiamo una riserva insospettata di forza dentro che emerge quando la vita ci mette alla prova.
Isabel Allende

9. Vivere è saper rischiare

Chi non prende il rischio non inizia mai a vivere davvero. Sai da dove deriva la parola “rischio”? In latino medievale riscus è lo scoglio: tagliente, segna il pericolo più infido per le navi, quando la terra è vicina ma la possibilità di un naufragio è dietro l’angolo. Eppure, la vita è proprio questo. Camminare in bilico sapendo che sì, è vero: cadere è una possibilità reale. Se accadrà ci medicheremo le ginocchia sbucciate e le ferite guariranno, anche questa volta.

Giorno dopo giorno, stiamo imparando a correre più veloci. Oggi ne sappiamo più di ieri. Domani resterai sorpresa di tutte le cose che oggi non sai.

Io credo nel rosa.
Io credo nel baciare, baciare un sacco.
Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie.
Io credo nell’essereforti quando tutto sembra andare male.
Io credo che le ragazze felici siano le più carine,
Io credo che domani sarà un altro giorno,
Ed io credo nei miracoli
Audrey Hepburn

10. Anche il viaggio più lungo è fatto di singoli passi

Il monaco Lao Tzu, considerato fondatore della filosofia taoista, in una massima ci ricorda che “Anche un viaggio lungo mille miglia comincia con un passo”. L’esistenza è un viaggio senza meta. Ogni giorno camminiamo e ci saranno i momenti in cui ci sentiamo fermi su noi stessi, bloccati, e i momenti in cui sembra sia più facile correre. Non importa, fa parte del gioco.

Quando ci lasciamo dominare dall’ansia allora è facile accorgersi che restiamo immobili, come un pesce rosso che gira a vuoto in una piccola boccia di vetro. In quei momenti il nostro pensiero va in cortocircuito, “ruminiamo” pensieri ossessivi e andiamo a sbattere, letteralmente, contro ostacoli che appaiono insormontabili.

L’unico spazio su cui puoi agire è… adesso. Oggi hai la possibilità di decidere se muoverti o no. Esattamente ora. In quale direzione scegli di andare? Della tua bussola fanne buon uso e che sia l’inizio di viaggio coraggioso.

L’uomo che si agita fa scoppiare di risate gli angeli
William Shakespeare