Essere fragili non è un difetto, mentre accettare le proprie fragilità senza vergognarsi può diventare un punto di forza, per conoscerci meglio e migliorarci giorno dopo giorno.
Non è sempre facile farlo in una società che ci vorrebbe sempre perfette, forti e al top, ma è possibile e anzi sano, riconoscere che dopotutto siamo esseri umani con i nostri pregi e difetti, e anche con le nostre debolezze.
Accettare le proprie fragilità è fondamentale per crescere
Fare sempre finta di essere al 100%, di non soffrire mai, di non avere debolezze invece che accettare le proprie fragilità serenamente potrebbe, sul lungo periodo farci vivere male e addirittura privarci di importanti occasioni di crescita.
Ma se non siamo brave ad accettare di poter essere fragili, la colpa non è nostra, ma di una società che spesso ci ha insegnato che non dobbiamo mai farci vedere in difficoltà, piangere in pubblico o mostrarci deboli, anche solo con amici e parenti.
Tuttavia riconoscere di avere delle fragilità e accettarle è l’unico modo per imparare a conoscerci e crescere come individui: per esempio, sapere che di fronte a certe situazioni di stress viviamo male, ci aiuta a capire come affrontarle, nel caso di fosse impossibile evitarle in toto.
Non si tratta di scappare o essere codarde ma semplicemente di sapere cosa funziona per noi e cosa no.
Riconoscere di essere fragili
Accettare di essere fragili non è semplice: ci vuole attenzione, introspezione e una buona dose di coraggio, ma non è impossibile e ripagherà nel lungo periodo, rendendoci persone migliori.
Il primo passo per intraprendere questo percorso di crescita è sicuramente la presa di coscienza che essere fragili è normale, e va bene. E può diventare, paradossalmente un punto di forza.
Ma cosa significa essere fragili? A seconda della persona potrebbe avere un significato diverso; ad esempio potrebbe essere sentirsi vulnerabili di fronte alle critiche degli altri, oppure faticare a lasciarsi andare in una relazione o essere troppo sensibili di fronte alle cose.
Persino piangere è spesso visto come un simbolo di fragilità emotiva, mentre è una reazione umana, sana e naturale che ci aiuta a esprimere le nostre sensazioni, sia di dolore, che paura, che gioia.
Come accettare le proprie fragilità
Le fragilità che abbiamo in un determinato momento della nostra vita, non sono destinate a rimanere immutate per sempre; possono cambiare, mutare, diventare persino punti di forza, a patto che sappiamo imparare ad accettarle e accoglierle.
Una volta accolta questa presa di coscienza, è il momento di fare introspezione e capire come ci fanno sentire, quanto influenzano le nostre vite e come conviverci.
Identificare le proprie fragilità
Il primo step è spesso il più difficile e va affrontato con moltissima onestà intellettuale: bisogna riconoscere e identificare le fragilità e vederle solo per quello che sono.
Emozioni, modi di reagire alle cose, sentimenti: non ci definiscono nel bene o nel male, non ci rendono persone deboli o di poco valore. Sono solo una parte di noi, come tante altre e come queste va accettata.
Capire la ragione dietro alle fragilità
Questo passaggio è più delicato e potrebbe servire un percorso psicologico con un terapista, ma con un buon grado di introspezione si può arrivare a una soluzione anche da soli o con il supporto di qualcuno che ci vuole bene.
Spesso le ragioni dietro una fragilità hanno le loro radici in profondità nella nostra storia, persino risalire alla nostra infanzia – e in questo caso le cose potrebbero essere più complesse e le fragilità più difficili da identificare in quanto sono parte di noi da troppo tempo.
Lavorare sulle proprie fragilità e accettarle
Una volta identificati questi punti su cui lavorare è il momento di accogliere e accettare le proprie fragilità, inizialmente senza aspettarsi nulla, senza giudicarle, solo ammettendo che sono parte di noi.
Guardarle da fuori, in modo del tutto neutrale non è semplice sopratutto se per lungo tempo ci hanno fatto soffrire – ma è davvero cruciale, per poter crescere come persone.
Una volta che osservare le nostre debolezze non ci fa più male (è un po’ come farci il callo), è giunto il momento di lavorarci su, chiedendosi se non possano diventare invece dei punti di forza.
Essere molto sensibili ci sembrava un difetto, ma se ci permettesse invece di cogliere sfumature e dettagli invisibili agli altri? O se il nostro piangere spesso ci aiutasse invece a gestire meglio lo stress sul lavoro e a essere più lucide dopo esserci sfogate (magari con discrezione)?
Accettare le proprie fragilità è un percorso lungo e spesso anche tortuoso, con alti e bassi e tanta strada in salita: ma può davvero renderci persone migliori, più consapevoli e mature, basta avere un po’ di pazienza e imparare ad amarci e accettarci per ciò che siamo.
I cambiamenti come questo possono spaventare, ma sono uno step fondamentale nel percorso di crescita di ognuno di noi e ci possono fare affrontare molte situazioni con più consapevolezza.