Secondo la scienza si tratta di un vero e proprio antistress naturale, ecco una delle importanti funzioni del pianto. Piangere fa bene: sì, proprio così. Non solo va bene, bensì fa bene. Dietro l’incapacità di piangere spesso c’è un divieto che viene da lontano: succede anche oggi, con una frequenza di cui non ci rendiamo conto. Quando un bambino inizia a piangere fra le prime cose che di solito vengono dette, dai genitori e nonni o zii fino agli insegnanti, troviamo frasi come: “Basta piangere!… Non c’è bisogno di piangere!… Cos’è tutta questa disperazione?… Non è nulla, dai”.
Alle lacrime degli altri non abbiamo ancora imparato a rispondere. Questo è uno dei motivi per cui censuriamo anche le nostre di lacrime
La tentazione di minimizzare, o addirittura negare (“c’è qualcuno che piange qui?… Nessuno piange qui!) è sempre dietro l’angolo, perché in fondo piangere ci fa paura. Piangere è un’azione scomoda e ci mette in una posizione scomoda: non sappiamo far fronte alle lacrime, né a quelle del figlio, nostro o degli amici, né alle lacrime del collega e dello sconosciuto sul bus. Una persona che piange porta allo scoperto una vulnerabilità che è anche la nostra e che tante, troppe volte ci lascia in imbarazzo perché alle lacrime non abbiamo ancora imparato a rispondere. Questo è uno dei motivi per cui censuriamo anche le nostre di lacrime.
Perché piangere fa bene?
Una ricerca del 2014 condotta dai ricercatori Asmir Gračanin, Lauren M. Bylsma e Ad Vingerhoets ha indagato gli effetti del pianto sul comportamento. Il risultato? Piangere ha un effetto auto-calmante. Quando iniziamo a piangere nell’organismo si attiva il sistema nervoso parasimpatico e questo facilita il processo di rilassamento. Inoltre, secondo William Frey, dell’Università del Minnesota, piangendo espelliamo le sostanze accumulate in fase di stress.
Immagina la tensione che accumuli ogni giorno: è nel tuo corpo, a livello fisico ed emotivo. Assomiglia a una corrente elettrica che a volte può diventare incontenibile. La tristezza e la rabbia agiscono in modo diverso per ognuno di noi: possono far digrignare i denti, contrarre le mascelle o i muscoli del collo, provocare vertigini e mal di stomaco, far tremare o urlare. Non si piange solo per il dolore, la tristezza o la malinconia, ma anche di rabbia e persino per la felicità.
Fermarsi nell’emozione è necessario, qualsiasi essa sia. In caso contrario, il rischio è di sopravvivere solo in superficie, lasciando che dentro ci siano voragini che continuano a scavarci, in silenzio
Cosa succede al corpo mentre piangiamo?
Esistono tre tipologie di pianto: lacrime basali, rilasciate in continuazione e con la funzione principale di mantenere lubrificata la cornea; lacrime emotive o psichiche, correlate a uno stato di forte emozione; infine, le lacrime riflesse, associate a traumi o agenti irritanti. Quando ci emozioniamo nel cervello parte un segnale da parte dell’amigdala che stimola la produzione di acetilcolina, un neurotrasmettitore implicato con l’attivazione del sistema lacrimale. Oltre alla funzione lubrificante, detergente e protettiva, le lacrime entrano profondamente in gioco con la nostra condizione emotiva.
Sembra che, in media, in un anno agli uomini capiti di piangere circa 7 volte: alle donne 47. Ma l’88,8% degli intervistati è d’accordo con il fatto che dopo aver pianto ci si sente meglio. Piangere è lasciarsi andare; rompere l’argine e permettere alla potenza delle sensazioni di sommergerci, almeno per un attimo. Perché risollevare se stessi e non abbattersi è importante, sì. Tuttavia, viviamo sempre di più in una società che ci ripete di essere resilienti al punto che per andare avanti dimentichiamo che fermarsi nel dolore è necessario per risalire a galla davvero.
I benefici del pianto
Durante il pianto aumentano battito cardiaco e sudorazione, ce ne accorgiamo quando veniamo presi alla sprovvista da un pianto incontenibile, di gioia o tristezza, o con i bambini, che non hanno remore a piangere senza freno. Attraverso i liquidi del corpo eliminiamo, spiega William Frey, tossine. In questa prospettiva le lacrime avrebbero un effetto purificante e in effetti così ci sentiamo dopo un lungo pianto: svuotati, alleggeriti, “lavati”. Acqua, acqua sacra che lava via il dolore e benedice la vita, raccontano le storie antiche: come l’ultimo saluto, avvolto dalle lacrime, e il primo in questo mondo, quando strilliamo a pieni polmoni l’inizio dell’esistenza. Nelle lacrime la connessione profonda con gli oceani misteriosi che abbiamo dentro e in cui, ogni tanto, osiamo tuffarci e ci permettiamo di condividere.