Il potere della visualizzazione
Cosa si intende per visualizzazione? È vero che visualizzare qualcosa nel proprio futuro ci aiuta a ottenerlo?
L’immaginazione è il potere del “come se” e non è un caso se tanti dei miti sull’origine iniziano con un mondo che ha bisogno di essere immaginato, pensato e detto, o cantato, prima di esistere. In realtà la visualizzazione è un’abilità che mettiamo in campo costantemente, dalle piccole azioni quotidiane alle grandi scelte di vita, spesso senza rendercene conto. Possiamo utilizzare la visualizzazione in modo consapevole? Sì, e l’immaginazione sarà una rivoluzione, perché visualizzando ciò che ancora non c’è possiamo modificare l’immagine di noi stessi, interrogarci sulle mete che desideriamo raggiungere… e iniziare a vivere ciò che non sapevamo di volere.
“… vedere qualcosa di spaventoso in tv per iniziare a irrigidirsi, respirare a fatica e sentire il battito cardiaco accelerare: il killer potrebbe aggredire il protagonista in qualsiasi momento! Voi sapete che si tratta di finzione televisiva, eppure il vostro corpo si comporta come se il pericolo fosse reale”
Siobhan Miller
Come funziona la visualizzazione
Immagina che qualcosa debba essere difficile… e lo sarà. Sale la tensione, aumenta la produzione ormonale, il cuore batte. L’adrenalina, noto come ormone dello stress, in natura ha un ruolo fondamentale perché ci protegge dal pericolo dando il segnale di allerta. In assenza di un pericolo reale, o quando la minaccia viene sopravvalutata, sopraggiunge la reazione di “attacco o fuga”, fight or flight, tipica anche del mondo animale. Ci mettiamo sulla difensiva e attacchiamo, o ci congeliamo, per timore dell’avversario. Nello stato di allerta tutti i muscoli del corpo si contraggono; spesso senza accorgercene smettiamo di respirare: rimaniamo come sospesi, in attesa del peggio.
Siobhan Miller parla di questo a proposito del parto. Fondatrice del Positive Birth Company, nel suo libro “Hypnobirthing. Metodi pratici per un parto felice” (Odoya edizioni) ci ricorda come il corpo sia naturalmente programmato per l’esperienza di nascita. Eppure per secoli l’informazione è andata in senso opposto. Alla biblica condanna del “partorirai con dolore” si aggiungono le scene della maggior parte dei film che ancora oggi creano un’immagine falsata e terrorizzante del parto. Il risultato? Paura, irrigidimento a livello mentale e fisico, mancanza di consapevolezza: tre elementi che contribuiranno a farci immaginare nel modo peggiore possibile questa esperienza ancora prima di viverla. Il modo in cui gestiamo l’informazione gioca un ruolo fondamentale nella nostra capacità di immaginare, ecco un punto importante su cui riflettere.
In che modo il pensiero influenza la realtà
Pensa che tutto andrà male… e tutto andrà male. Un concetto forse semplicistico, ma tutt’altro che infondato.
Quali sono le tue convinzioni limitanti? Inutile credere di esserne immuni: ognuno di noi ne ha. In un certo senso, siamo tutti vittime di noi stessi o, per meglio dire, di ciò che pensiamo. Accade perché le nostre esperienze, e il senso che ne abbiamo tratto, si sono “cristallizzate”. A questo dobbiamo aggiungere le conoscenze imparate a scuola, quelle trasmesse in famiglia e dalla società in cui abbiamo vissuto. Dentro ci sono valori, tabù, saperi che consideriamo pilastri incrollabili. “Sono troppo vecchio per… tornare a studiare, cambiare lavoro”, “con i figli è impossibile fare…”, “il mio lavoro, o la mia vita, non mi permettono di….”. Oppure: “grazie a (la laurea, un certo contratto, il peso ideale) sarò…”. Al di là del tipo di visione e delle conseguenze negative o positive che portano, le convinzioni sono tali proprio perché incrollabili. O almeno, questo è come siamo abituati a pensarle. La forma dei nostri pensieri ci condiziona e a volte perseguita. Spesso non ci rendiamo conto di quali forme essi assumano e quanto sia potente l’influenza che hanno sulla nostra vita.
Molti dei pensieri che ci girano in testa contengono convinzioni di cui non siamo assolutamente consapevoli. Alcuni sono in grado di abbattere la nostra autostima a causa dello sfondo negativo di cui si nutrono. Ma certe considerazioni possono limitarci anche quando contengono un messaggio apparentemente positivo. Le credenze sono sistemi di pensiero che fatichiamo a mettere in discussione: costruzioni che non siamo granché disposti a smantellare, perché le abbiamo costruite mattone su mattone, ricavandole dalle nostre esperienza di vita.
Le nostre convinzioni definiscono la nostra identità, anche di questo siamo certi: sono i nostri valori, quello in cui crediamo e per cui combattiamo. Ma rappresentano uno dei principali ostacoli al potere dell’immaginazione. Perché in realtà ciò che sei è molto di più: sfugge alle gabbie delle categorie, muta costantemente. E più dai alla tua immaginazione il potere di trasformarti, più si trasformerà ciò che senti, pensi e vivi.
Crea nuove abitudini e nuovi pensieri
Abitudine è compiere lo stesso percorso ogni giorno… anche nel pensiero
Secondo Norman Doidge le abitudini lasciano una traccia e non solo metaforicamente: la loro impronta è un segno a livello neuronale. La struttura del cervello è in costante trasformazione. Se l’abitudine ha il potere di “congelarlo”, in modo analogo i nostri pensieri e le azioni che compiamo possono metterlo in movimento e creare nuovi collegamenti. Una delle maggiori rivoluzioni degli ultimi anni è proprio questa: ciò che sappiamo sul funzionamento del cervello conosce una nuova espansione grazie alle neuroscienze Anche tu a scuola nell’ora di scienze hai imparato che le cellule cerebrali sono destinate a spegnersi, lentamente e inevitabilmente? Un vero e proprio pilastro, una verità a livello scientifico. Invece no, non è vero. Si tratta di una convinzione superata.
Oggi sappiamo che il cervello cambia e si rigenera, a qualsiasi età: è il concetto di neuroplasticità. Nuove reti neuronali possono formarsi nel giro di secondi e il modo in cui questo si realizza dipende anche da noi, da ciò che pensiamo e come agiamo. Questo per dire che anche le conoscenze imperanti nella società sono destinate a cambiare: è un’ottima notizia per riflettere sulle idee granitiche di cui siamo ancora vittime e iniziare a lavorarci. Pensa alle convinzioni che popolano la tua mente: quanti pensieri inconsapevolmente ti stanno impedendo di immaginare la realtà in modo diverso da come hai sempre fatto? Sbloccarle avrà l’effetto dirompente di una rivoluzione copernicana.
Il potere della mente sul corpo… e del corpo sulla mente
Tu di che cosa nutri la mente? I nostri pensieri e le nostre azioni (ri)modellano il cervello
“Noi siamo il nostro corpo” ci ricorda Alexender Lowen, fondatore della bioenergetica. Le dinamiche che Siobhan Miller racconta nell’ambito del parto sono le stesse che possiamo riscontrare anche prima di un intervento chirurgico, o quando ci facciamo male: proviamo dolore e allora entriamo nel panico; più entriamo nel panico, maggiore è la produzione di adrenalina. E il dolore aumenta. La paura della paura è una miccia esplosiva, capace di sconvolgerci ancor più che il dolore fisico.
È vero anche il contrario. Uno dei presupposti su cui si fonda il training autogeno, sviluppato negli anni Trenta dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz, riguarda la risposta sul piano fisico a un allenamento basato su respirazione e visualizzazione. Inspirare ed espirare immaginando l’aria che esce dai piedi costituisce anche uno degli esercizi proposti dall’antiginnastica, che lavora per il miglioramento della postura. Il nostro corpo reagisce alle immagini a cui diamo vita e a sua volta influenza come ci sentiamo.
Per affrontare gli eventi della vita in modo diverso abbiamo bisogno di riprogrammare i nostri schemi mentali. Come iniziare, quindi? Secondo le neuroscienze quando facciamo qualcosa o pensiamo di compiere quell’azione ad attivarsi sono le stesse aree neuronali. Immaginare di essere in bicicletta o uscire di casa e iniziare a pedalare ovviamente non è la stessa cosa. Al tempo stesso… per il nostro cervello pensiero e azione hanno un nodo in comune: l’immaginazione viene prima dell’azione. Del resto per fare una certa azione abbiamo bisogno di pensarla. Pensarla significa fale spazio, darle possibilità. Questo ci fa riflettere su come usare la visualizzazione a nostro vantaggio. Immaginare cose nuove mai fatte, la giornata che inizia o un momento difficile che dobbiamo affrontare sarà un modo per addomesticarlo, avvicinare la realtà attraverso l’immagine che abbiamo di essa.
Come funziona l’immaginazione
Immaginiamo di continuo, tanto che a volte è difficile essere consapevoli di che cosa stia passando per la nostra testa. Visualizzare significa fermare la nostra attenzione e metterla consapevolmente in una certa immagine, costruirla in ogni dettaglio, darle vita. Dietro al potere di visualizzazione c’è la costruzione di un’immagine significativa. È un lavoro mentale? Non solo, perché per nutrire l’immaginazione avrai bisogno di stimoli provenienti da tutti i tuoi sensi. Il tatto è il primo senso a svilupparsi in un feto, seguito da gusto e olfatto. Per tutta la vita gli odori, che siano puzze o profumi, riescono in maniera invisibile a riportarci d’un colpo l’intensità di ricordi antichi. Aggiungere colori, suoni e sapori alle tue immagini avrà il potere di attivare tutti i sensi al massimo e coinvolgere il corpo.
Immagina una damigiana, puoi farlo? Immagina la grande pancia in vetro e il collo che sale in alto. Adesso immagina un’oca: è dentro la damigiana. La stai immaginando? Ora immagina l’oca che esce dalla damigiana. Non importa come abbia fatto, è uscita. Riesci ancora a immaginarla? Questo piccolo esercizio è un antico Koan: i maestri zen utilizzavano racconti e immagini apparentemente illogici nella pratica di meditazione per aiutare il risveglio alla consapevolezza. Carl Gustav Jung nel Novecento elaborerà il metodo dell’immaginazione attiva come strumento di esplorazione dell’inconscio e spazio per la ricerca di sé attraverso le immagini interne.
Pensare in modo nuovo ha a che fare con la nostra capacità immaginativa, esercita a trovare strade diverse dai percorsi abituali e attivare una comprensione su più livelli. Con la visualizzazione possiamo lavorare sulle immagini interne e (ri)scoprire parti di noi dimenticate, nascoste, sconosciute: in una parola, iniziare a immaginare noi stessi e la realtà in modo nuovo.
Esercizi di visualizzazione
Usa la visualizzazione in modo consapevole, ti aiuterà a ricaricarti di energia, affrontare i momenti importanti e imparare a gestire le emozioni, ansia e paura. Se puoi prenderti qualche minuto tutto per te chiudi la porta (o infila un paio di auricolari!) e inizia: sarà un viaggio nel tempo. Altrimenti ti basta chiudere gli occhi, ovunque tu sia. Bastano pochi secondi. Aggiungi il maggior numero di dettagli possibili, saranno la chiave per potenziare la realtà del “come se”.
Prima di iniziare osserva la tua respirazione. Inspira, espira. Respirando, ti concentri su di te e crei spazio per il silenzio: sei nel momento presente. Visualizza ciò di cui hai bisogno, ciò che ti fa emozionare e sorridere. Visualizza immagini di bellezza, potenza, energia. Visualizza l’impossibile e allenerai il tuo spirito a immaginare l’infinito.
Quando ti svegli: immaginare la giornata
Che obiettivo vuoi dare oggi alla tua giornata? Visualizza te stessa mentre ti alzi, scegli i vestiti da indossare, ti prepari ed esci di casa. Se ti attende un impegno importante, come un esame o un colloquio, immaginare la scena potrà tornarti utile, perché ti aiuta a prendere contatto con il momento. Visualizza il luogo, le persone, te stessa mentre parli: prova a farlo già con la mente. Questo non significa che andrà tutto come lo hai immaginato, ma visualizzare ci allena a gestire le emozioni. Una volta lì… ti sembrerà di aver già vissuto la situazione!
“Ora, immagineremo di essere un fiore… è mattina presto… il sole sta sorgendo… tu sei un fiore… aspetti in silenzio il sole… Il sole sta nascendo… i tuoi petali lentamente si aprono al sole… un fiore in mezzo ai fiori… lentamente sbocci… goditi il tepore del sole, apriti al sole”
Marina Panatero, Tea Pecunia “Giochiamo a rilassarci” (Feltrinelli)
Energia per i momenti di stanchezza
Forse è uno di quei giorni in cui non hai fatto altro che correre da quando ti sei alzata. Prenditi un minuto per te. Chiudi gli occhi e immagina di essere un albero. Senti le radici che affondano nella terra e traggono linfa vitale, visualizza la linfa che sale e irrora ogni foglia. Mentre immagini il verde acceso dei germogli che si distendono nella luce, il tuo respiro diventa più calmo e profondo. Inspira e poi lascia che la tua espirazione sia lenta e completa, fino a svuotarti. Espirando lasci andare via la stanchezza e le tensioni. Inspirando, porti dentro di te l’energia del sole, ossigeno, vita. Muovi il collo, ruotandolo dolcemente in senso orario e antiorario. Stiracchia le braccia, senti che distendono, elastiche e aperte come i rami del tuo albero, verso il cielo.
Svuotare la mente prima di dormire
Preoccupazioni e posture sbagliate trasformano le contratture in dolori cronici, ecco un ottimo motivo per fare stretching per qualche minuto ogni giorno. Mentre allunghi i muscoli cogli l’occasione per svuotare e rilassare la mente. Ti aiuterà a salutare la fine giornata e prenderti cura del corpo con una piccola coccola tutta per te. Smuovi il collo e le spalle, dove solitamente si concentra tutta la tensione. Fai movimenti lenti e distendi ogni muscolo. Allarga le braccia. In piedi, piegati fino a sfiorare le dita dei piedi con le mani. Sdraiati e inarca la schiena. Immagina di essere onda. Non c’è un canovaccio, semplicemente segui il flusso dei tuoi movimenti, saranno i bisogni del tuo corpo a emergere. Ogni muscolo è un’onda, leggera e infinita, che nasce nell’acqua e ritorna al mare. Sei acqua, sei mare. È l’ora del tramonto e la luce ti attraversa, entra in ogni fibra di te. Il tuo corpo si trasforma in un arcobaleno. Espansione, leggerezza, distensione.