Cos’è il primo chakra
Il primo chakra, chiamato Muladhara (tradotto in “sostegno della base”), è il fulcro della nostra energia. Rappresenta la base di tutti i 7 chakra, dove risiede la fonte primaria della nostra energia. E’ il chakra del radicamento, connesso alla terra e al concetto di stabilità, del nostro istinto di sopravvivenza.
Questo chakra corrisponde alle ghiandole surrenali e controlla le funzioni dell’intestino, le gambe e le ossa. E’ uno dei chakra più importanti, insieme al chakra del plesso solare.
Dove si trova
Non a caso il primo chakra è considerato la nostra “radice”. Si trova infatti alla base della colonna, nella parte tra l’ano e i genitali. E’ il punto più basso del tronco, ed è il punto di contatto con la terra q.
Caratteristiche principali
Chiamato anche il centro della base, il primo chakra è associato al colore rosso ed è legato a forti emozioni, come la sicurezza e la gioia di vivere.
Quando non è allineato o è bloccato, causa insicurezza, apatia, perdita di autostima o, al contrario, porta all’essere iperattivi, ad attaccarci a tutto ciò che è materiale e a una resistenza al cambiamento (in generale ad una rigidità mentale).
Quando invece è in armonia ed allineato ci rende sicuri, felici e ben disposti, rispettosi nel rapporto con nostro corpo e con il pianeta. Sbloccare il primo chakra permette di ritrovare un atteggiamento positivo, predisposto al cambiamento, ai nuovi inizi e meno aggressivo e materialista.
Come si sblocca il primo chakra
Per sbloccarlo o riallinearlo varie possibilità, come lo yoga (attraverso tutte le posizioni di radicamento al suolo, come quelle sedute), la respirazione, i cristalli e la cromoterapia. Tra tutte le soluzioni, però, quella più indicata e più potente in questo caso è una: il contatto con la natura.
Come abbiamo detto, l’elemento del primo chakra è la terra. Rafforzare e ripristinare il contatto con la Madre Terra, quindi la natura, è l’esercizio migliore che si possa mettere in atto. Non ha particolarmente importanza dove si sceglie di andare, può essere un bosco, un prato, in montagna o al mare.
L’esercizio di radicamento nella natura
Se si riesce a dedicarsi un momento di isolamento nella natura, si può praticare la meditazione del radicamento. Ecco come farla:
- sedetevi a gambe incrociate con la schiena ben dritta, potete anche poggiarla su un albero o su un altro appoggio, possibilmente “naturale”
- le mani possono toccare la terra o possono stare sopra le ginocchia con i palmi rivolti verso l’alto
- iniziate a portare l’attenzione al respiro e provate a fare un ciclo di 8 respiri quadrati (inspiro – trattengo – espiro – trattengo) con inspirazione ed espirazione della stessa durata
- ora provate ad aumentare la percezione dei punti di appoggio, in particolar modo della seduta. Sentite il radicamento al suolo e provate a percepire tutte le sensazioni che ne derivano.
- andate sempre più all’interno e provate a percepire l’energia che scorre dalla colonna fino alla terra e, al contrario, dalla terra arriva fino alla cima della testa
- restate in meditazione per tutto il tempo che desiderate, idealmente almeno 15 minuti