La gestione delle emozioni
La sofferenza può derivare da una situazione traumatica oppure essere espressione di un disagio che perdura nel tempo, a livello fisico o emotivo. Ma sopportare una situazione in cui non ci sentiamo bene non dovrebbe diventare un’abitudine: non dobbiamo abituarci alla sofferenza come non dobbiamo abituarci al dolore.
Tutto ciò che proviamo rappresenta un tassello fondamentale della nostra vita e può costituire un’occasione di crescita, se impariamo a integrarlo nella nostra esistenza. Tuttavia quando la sensazione è di annegare dentro le nostre sensazioni e non saper più gestire le nostre emozioni allora l’affanno diventa costante: sentiamo di perderci e perdere ogni riferimento. Questo è il momento in cui non è più possibile rimandare: chiedere aiuto ti darà una mano a vedere le situazioni attraverso un’altra prospettiva.
Non solo. Hai mai pensato al fatto che lasciar uscire ciò che stai vivendo e confrontarti può rappresentare un’opportunità in tantissime occasioni della vita quotidiana? Rimandare non serve: un consulto psicologico dovrebbe essere considerata semplicemente una buona abitudine. Confrontarsi con uno specialista rappresenta, infatti, una procedura in grado di implementare la qualità della vita e migliorarci a livello personale. Non dovrebbe accadere solo in presenza di una problematica per cui si cerca una soluzione, bensì essere vissuto come una buona pratica di vita, un’occasione di confronto e riflessione. Questo è uno dei motivi per cui scegliere lo specialista più adatto alle necessità del momento può realmente fare la differenza.
Quando andare dallo psicologo? Le situazioni più frequenti
Se stai vivendo un periodo difficile o stressante… fermati. Inutile fingere che non sia importante, o che ce la farai: sì, ci stai riuscendo benissimo e ce la farai, ma puoi riuscirci anche meglio, ovvero senza vessarti né torturarti. Permettere a te stessa di raccontar(ti) ciò che accade non è affatto scontato. Siamo così abituate a far finta di niente e mantenere la facciata rassicurante di un apparente controllo da non concederci nemmeno nel profondo la possibilità di vedere e ammettere le nostre difficoltà. Anzi, soprattutto nell’intimo di noi stesse manteniamo il segreto su come ci sentiamo davvero: dentro, c’è la legittima paura che possa andare in pezzi tutta la nostra vita se ci lasciassimo andare sul serio.
Siamo vulnerabili, questa è la verità: lo siamo dal giorno in cui nasciamo fino all’ultimo. Lascia un segno dentro di noi ogni difficoltà, ingiustizia, stanchezza e se da ogni parte sembra arrivare da ovunque il monito a fare della resilienza una virtù e una lezione imprescindibile, dall’altra è anche vero il contrario. Hai tutto il diritto di sentirti stanca, affranta, senza speranza. Possiamo iniziare a (ri)costruire noi stessi solo quando arriviamo al nostro nucleo più autentico, ecco perché non bisognerebbe aver paura di toccare il fondo.
I sintomi a cui fare attenzione
Ansia, la sensazione del cuore che batte più forte e veloce, difficoltà a respirare, insonnia, fame emotiva… quanti messaggi del corpo viviamo senza prestare attenzione?
Prenditi qualche minuto per osservare il tuo quotidiano. Respira profondamente, chiudi gli occhi. Entra in connessione con le tue sensazioni profonde: puoi utilizzare un foglio dove annotare le emozioni.
Cosa racconta lo spazio che vivi?
Il disordine di casa può riflettere quello interiore e diventare la spia che qualcosa non va. Accade quando il caos sembra essere diventato ingovernabile: l’incapacità di gestire lo spazio nei casi più gravi può trasformarsi in un disturbo da accumulo patologico, caratterizzato dal bisogno compulsivo di circondarsi di oggetti. In casi come questo anche quando siamo costretti a vivere fra cartoni e scatole non riusciamo a separarci dalle cose che ingombrano la casa e l’anima. L’igiene, di casa e verso se stessi, può costituire una spia ulteriore del disagio.
Quando ogni giorno sembra più faticoso del precedente, se alzarti e affroontare la giornata è sempre più difficile e ti senti un peso sull’anima… è il momento di guardare in faccia la realtà
Come ti senti dentro?
Sbalzi d’umore o uno stato di ansia e nervosismo continuo non dovrebbero rappresentare la normalità. Spesso, con la complicità di una società che impone ritmi frenetici e una pessima qualità della vita, non teniamo in alcun conto la nostra felicità, a livello personale e familiare. Eppure le nostre emozioni sono l’unica cosa davvero reale e, in fondo, l’unica cosa che conta: non esiste lavoro o ricchezza al mondo che possa ripagarti del tuo tempo. Inizia a vivere ogni attimo con la consapevolezza di quanto è prezioso.
Qual è il termometro delle tue relazioni?
Un tradimento, del partner o in un rapporto di amicizia, senza contare divorzi, lutti, stress a livello lavorativo: quante volte fingiamo di mandare giù il rospo ma dentro continuiamo a stare male? Siamo abituati a valutare come necessario il consulto con uno specialista solo quando si tratta di casi importanti, come relazioni violente o situazioni difficili da gestire con i figli e in famiglia. Non è così.
Esistono innumerevoli momenti difficili che affrontiamo nel corso di ogni giorno. La maggior parte delle volte non ci facciamo nemmeno caso: ce li gettiamo alle spalle, come un sassolino tolto dalla scarpa e buttato via. A testa bassa, stringiamo i denti e andiamo avanti, giorno dopo giorno. Adesso fermati, sai che puoi farlo. Concediti questa possibilità: chiedere aiuto significa entrare in relazione con le parti sommerse di te, tornare a respirare e imparare a vedere in una prospettiva nuova il proprio vissuto. Un dono per te stessa.