Tutti, in modo più o meno grave, compiamo degli errori. Una serie di sbagli che toccano noi soltanto o che, in alcuni casi, si abbattono come fulmini a ciel sereno sulla vita degli altri. Trasformando quello stato di quiete in un temporale, sia in loro che dentro di noi. Un turbamento emotivo e una sensazione di malessere legata all’aver commesso un errore e che dipende molto da quanto si è consapevoli di cosa si è fatto, delle ragioni per cui si è compiuto un determinato gesto e del tempo che ci si mette e perdonare se stessi.
Perché sì, se e vero che tutti facciamo errori nel corso della vita, è vero anche che alcuni di noi ne soffrono molto più di altri, anche troppo. Ma qual è il tempo giusto per stare male dopo aver commesso un errore, quanto tempo è corretto che passi prima di tornare a vivere in modo leggero e privo di sensi di colpa?
Stare male dopo un errore: la data di fine
La risposta a questa domanda è che non esiste una tempistica stabilita al termine della quale si deve smettete di stare male dopo aver commesso un errore. Così come non esiste un tempo minimo in cui soffrire per ciò che si è detto o fatto. Le uniche cose certe, sono due: primo non far durare la propria pena in eterno, secondo comprendere cosa si è fatto e non far finta che tutto vada bene quando in realtà non è così.
Dopo aver commesso un errore, infatti, possono esserci diversi tipi di reazione, che dipendono essenzialmente dalla consapevolezza della persona che ha compiuto il passo falso e da come questo ricade sulla propria persona, sul proprio stato emotivo. Ci sono persone, infatti, che tendono a colpevolizzarsi molto più del dovuto e a vivere il proprio errore come un peso da portare e da cui è difficile liberarsi. Un po’ per incapacità, un po’ per volontà, quasi come stessero facendo un secondo errore a lasciar andare il primo.
In altri casi, invece, accade esattamente il contrario, e chi ha compiuto una mancanza verso qualcun altro (e non solo) quasi neanche se ne accorge. Dimenticando l’accaduto con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua, senza soffrire e/o senza manifestare nessun tipo di pentimento o senso di colpa. In ognuno dei due casi è abbastanza chiaro che qualcosa non va.
Quanto è “bene” stare male dopo aver commesso uno sbaglio
Prima di tutto, quindi, è bene dire che un tempo “corretto” per stare male dopo che si è commesso un errore non esiste, ma tutto dipende dall’elaborazione del gesto compiuto e dal malessere che si è generato verso chi ha subito l’errore commesso, sia verso gli altri che verso di sé (perché si, spesso gli errori che facciamo ricadono solo su di noi).
Elaborazione che deve necessariamente avvenire per comprendere l’accaduto, l’impatto che ha avuto, le conseguenze che ha portato, i motivi che hanno spinto ad agire, ecc. Insomma, una sorta di analisi delle azioni e delle emozioni pre e post errore. Nel caso in cui questa elaborazione del fatto non avvenga, ci si trova in una delle due condizioni precedentemente descritte, la totale assenza di consapevolezza e di “dolore” o l’eccessivo e prolungato senso di colpa e pentimento.
Ma come si fa ad elaborare un errore commesso concedendosi e imparando a stare male il tempo giusto per comprendere ciò che si è fatto e perdonarsi?
Come elaborare l’errore commesso e smettere di stare male
Prima di tutto ammettendo di aver sbagliato. Prendendosi la giusta colpa e responsabilità verso ciò che si è fatto e imparando a chiedere scusa. Un gesto che non solo è più che giusto verso chi ha subito il nostro sbaglio ma che è giusto anche verso di sé. Perché concretizza la propria ammissione di colpa mettendo le basi per superare il dolore che si prova (o che non si prova).
Una volta fatto arriva il momento di prendere le distanze dall’errore commesso. Lo avete fatto, lo sapete, avete chiesto scusa. Punto. Non serve a nulla rimuginare, appesantirsi la vita e pensare con i se e con i ma. Si può tornare indietro? Ovviamente no. Quindi l’unica cosa che si può fare è proseguire, consapevoli dello scivolone compiuto e dei modi per non farlo più.
Altro aspetto da considerare per smettere di stare male dopo aver commesso un errore in un tempo ragionevole è quello di perdonarsi per l’accaduto. Negare non serve a nulla, calcare la mano del pentimento nemmeno. Come detto, non si cancella il passato, ma da questo si può imparare ed uscirne migliori. Gli errori li facciamo tutti, nessuno escluso, e spesso del tutto involontariamente.
E se è vero che la perfezione non esiste e che giudicarsi in eterno non serve assolutamente a niente, è vero anche che il perdono di sé è l’unico modo per risollevarsi e per proseguire nel proprio cammino in modo nuovo, leggero e positivo.
E questo dipende solo da voi. In conclusione quindi, è bene stare male dopo aver commesso un errore il tempo necessario a comprendere ciò che si è fatto e ad essere consapevoli delle ragioni che ci hanno spinto ad agire in un determinato modo e delle conseguenze delle nostre azioni sugli altri e su di sé. Chiedendo scusa a perdonando se stessi. Da qui in poi, è bene ripartire, in modo nuovo e con maggior coscienza delle proprie azioni. Vivendo più serenamente e con occhio attento verso gli altri.