Prendete un uomo e una donna che stanno insieme da anni e, separatamente, fatevi raccontare come si sono incontrati: avrete due versioni diverse. Addirittura divergenti su aspetti come l’anno e il luogo. Non per malafede, però. Secondo le ultime ricerche, è tutta colpa del cervello. O, meglio, del diverso funzionamento della memoria maschile e femminile, come rivela una ricerca dell’Università della California a Los Angeles.
«I ricordi non sono la pura registrazione dei fatti, ma una sintesi molto personale di quello che accade» spiega Sandro Iannaccone, primario del reparto di Neuroriabilitazione cognitiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano. «In generale, memorizziamo bene solo ciò che ci colpisce. E uomini e donne prestano attenzione a cose diverse: i primi a tutto quello che è legato all’azione. Le seconde, invece, sono più concentrate sugli aspetti relazionali, le parole e le emozioni».
Così, però, le versioni dei fatti rischiano di non coincidere. E partono i duetti a colpi di: «Avevi detto che...»; «Ti sbagli, non è vero». Invece, in amore, i ricordi sono una grande risorsa. Con l’aiuto di due esperte, vediamo come sfruttarla.