Avete mai sentito parlare della sesta malattia? Se non l’avete avuta da piccoli o se nessuno dei vostri figli ne è stato colpito, probabilmente no.
Vale comunque la pena sapere di cosa si tratta, come si riconosce e come si cura.
Che cos’è la sesta malattia
Iniziamo subito col dire che si tratta di una patologia virale – chiamata anche roseola, roseola infantum, esantema critico, esantema subitum o febbre dei tre giorni – che colpisce i bambini piccoli (di solito può occorrere tra i 6 mesi e i due anni) e che nella maggior parte dei casi non è ripetibile, a parte nel caso dei soggetti immunodepressi (per esempio HIV-positivi).
Sesta malattia: quali sono le cause?
A causare la sesta malattia – il nome deriva da un ipotetico conteggio delle malattie esantematiche dell’infanzia – sono due virus: l’herpesvirus umano (HHV) di tipo 6 e l’herpesvirus umano (HHV) di tipo 7, che colpiscono con maggiore frequenza in autunno e in primavera.
Dopo un’incubazione che può variare dagli 8 ai 14 giorni, la patologia si manifesta inizialmente con febbre alta, che cessa contemporaneamente con la comparsa dei primi esantemi. La trasmissione avviene per via aerea, cioè mediante un contatto diretto con il muco o la saliva dell’infetto o semplicemente parlando.
L’esantema avanza sotto forma di piccole macchie di colore rosa pallido che persistono un paio di giorni e che si distribuiscono per lo più sul tronco e sul collo, per poi passare al viso e all’attaccatura di cosce e braccia e che si accompagnano ad arrossamento della gola, infiammazione delle ghiandole linfatiche nella zona della mandibola e della nuca e con l’arrossamento delle congiuntive.
Il contagio
La sesta malattia non è particolarmente contagiosa e si diffonde attraverso le gocce di liquido provenienti dal naso e dalla gola delle persone infette. Queste gocce sono espulse quando la persona infetta parla, ride, starnutisce o tossisce.
Può essere trasmessa anche indirettamente, quando il bambino tocca superfici contaminate dal virus e porta poi le mani alla bocca, agli occhi o al naso.
Infine può essere causa di contagio chi, pur avendo contratto la malattia, ancora non ne manifesta i sintomi trovandosi ancora nel periodo d’incubazione.
I sintomi della sesta malattia
Anche se già accennati, riportiamo qui una lista completa di tutti quelli che possono essere i sintomi da non sottovalutare di questa patologia:
• febbre
• malessere generale
• mal di gola
• naso che cola
• tosse
• lieve diarrea
• perdita di appetito
• gonfiore dei linfonodi del collo
• esantema (che si manifesta con la sparizione della febbre)
Sesta malattia: le complicazioni
Nonostante la sesta malattia si risolva nel giro di pochi giorni, essa può comportare delle complicazioni: la febbre alta ad esempio, raggiungendo facilmente i 40 gradi sul termometro, in alcuni soggetti può essere artefice di convulsioni febbrili con conseguente perdita di conoscenza, irrigidimento muscolare e sussulti di gambe e braccia, seppur senza danni permanenti.
Si tratta di sintomi che possono spaventare e che devono essere segnalati al medico, ma che fortunatamente in genere non hanno conseguenze.
Raramente la fase pre-esantematica può vedere anche lo sviluppo di una meningite di lieve entità.
Come si cura la sesta malattia
Anche se tale patologia non necessita di una terapia specifica a base di particolari farmaci, se la temperatura corporea è particolarmente alta, il pediatra può prescrivere degli antifebbrili a base di paracetamolo.
Gli antibiotici non sono utilizzati perché la causa è un virus e non un batterio.
Da evitare invece la somministrazione di Aspirina, che è stata associata allo sviluppo di una sindrome potenzialmente mortale (Sindrome di Reye).
La cosa più importante, durante la malattia, è tenere il bambino a riposo, sempre ben idratato e monitorato.
La sesta malattia può colpire gli adulti?
È raro – ma non impossibile – che la sesta malattia si presenti tra gli adulti: ad ogni modo, quando l’Herpes virus di tipo 6 infetta l’adulto, i sintomi sono più pesanti.
Le probabilità d’insorgenza della malattia aumentano quando il soggetto è affetto da AIDS, ha subìto un recente trapianto d’organo o, più in generale, quando risulta immunosoppresso e le sue difese immunitare sono dunque al di sotto della normalità.