Perché dimentichiamo i sogni?
Non c’è cosa più affascinante della propria dimensione onirica. L’interpretazione dei sogni è tanto affascinante quanto sfuggente: tante volte sarà capitato anche a te di chiederti da che cosa scaturiscano i tuoi sogni, soprattutto quelli che non hanno nulla a che fare, per esempio, con quello che ti è successo durante la giornata. Altrettanto misterioso il fatto che, al risveglio, ci siano sogni che si ricordano lucidamente in ogni minimo particolare e altri che invece finiscono letteralmente nell’oblio, ma ti lasciano comunque delle strane sensazioni addosso. Cerchiamo di capire insieme cosa succede quando chiudi gli occhi.
Perché sogniamo? La spiegazione psicologica
Quando ti addormenti stacchi praticamente la spina con il mondo circostante: i muscoli del corpo si rilassano e lo stesso fa il cervello, ma per un periodo limitato. Quando, infatti, si entra nella fase R.E.M. (Rapid Eye Movement) il cervello torna ad essere attivo, gli occhi iniziano a muoversi rapidamente e nella nostra mente iniziano a prendere corpo delle immagini e la sensazione è quella non solo di vedere, ma di stare dentro ad una sorta di film. In sostanza, la mente non dorme mai e rielabora idee e pensieri.
Numerosi studiosi imputano i sogni alla propria condizione psicologica ed emotiva. Se ci sono delle cose che ti preoccupano e ti occupano la mente da sveglia è facile che questi pensieri emergano anche nei sogni. In altri casi è possibile che, senza saperlo, tu abbia qualcosa di irrisolto con te stessa e quindi il tuo inconscio decide di parlarti quando sei libera da ogni sovrastruttura mentale, ovvero nella dimensione onirica. Ecco perché scoprire il significato dei sogni è importante
I sogni: la spiegazione scientifica
C’è poi chi lascia da parte l’inconscio e l’aspetto emotivo, cercando di dare delle spiegazioni esclusivamente scientifiche. Secondo questo gruppo di studiosi il sogno sarebbe un insieme di impulsi nervosi assolutamente casuali, in grado di creare dei veri e propri cortocircuiti che attivano le cellule della corteccia celebrale. Da qui un mix di immagini e sensazioni che il cervello sintetizza: i sogni.
La scienza ci dice che ti ricorderai i tuoi sogni se la tua corteccia celebrale, nella fase R.E.M. del sonno, presenterà oscillazioni elettriche lente, soprattutto a livello delle aree frontali mediali. In sostanza, se ti trovi spesso in uno stato di dormiveglia il tuo cervello lavorerà meno e così, paradossalmente, avrai più tempo per memorizzare il sogno che hai in corso e al tuo risveglio lo ricorderai per filo e per segno.
Ricordare i sogni: teorie scientifiche e psicoanalitiche a confronto
Stando quindi ai vari studi sarebbe lo stato di sonno profondo a non farti ricordare i sogni.
C’è anche chi sostiene che tutto dipenda dalla grandezza dell’amigdala e dell’ippocampo, ovvero quelle strutture celebrali profonde da cui dipendono la memoria, l’apprendimento, la comprensione e soprattutto le emozioni. Un esempio? Un minor volume della parte sinistra dell’amigdala porta ad un’intensità minore del sogno e quindi a un minor ricordo.
Invece secondo le teorie psicoanalitiche i sogni rimangono semplicemente sepolti nella memoria e affiorano solo nel momento in cui interessa ricordarli, anche se non è matematico che avvenga.
Si sostiene inoltre che le persone particolarmente attente all’introspezione siano per natura portate a ricordare i sogni, mentre quelle che vivono un momento di particolare stress finiscono per lasciarli scappar via.
Sempre gli psicologi tengono a sottolineare una cosa: è inutile cercare di razionalizzare i sogni, perché sono la materia più anarchica che la nostra mente possa generare.