Attitudine caratteriale, filosofia di vita: la solitudine può essere imparata? Sì, perché quando è esercizio quotidiano si trasforma in una scoperta radicale. Ma solo se abbiamo il coraggio di lasciarle spazio. Può accadere a ogni età, magari perché vi siamo naturalmente portati per carattere, magari trascinate dagli eventi della vita.
Tendiamo a pensare che i solitari siano inguaribili introversi. Al contrario, spesso è fra le persone all’apparenza più espansive che si nasconde un lato sconosciuto capace di fiorire nell’ombra. Il potere della solitudine è osare coltivare un angolo tutto per sé, riservato, intimamente segreto, gelosamente privato. Un giardino dell’anima dove allenare autostima, resilienza e capacità di essere fedeli a sè stessi prima che agli altri.
Se c’è una cosa che la solitudine ci insegna è vivere con indipendenza. Saper scegliere le proprie direzioni significa nutrire il coraggio necessario per dare più valore a noi stessi, scrollandosi via di dosso il peso dei giudizi e del parere altrui.
Perché nessuno ti capisce
A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro
Charles Bukowski
La persona che ti conosce di più… sei tu. Ci hai mai riflettuto? Pensa a tutte le occasioni in cui ti sei sentita un pesce fuor d’acqua: magari è capitato anche oggi, giusto un attimo fa. Succede al lavoro, fra gli amici e persino in famiglia. Eppure a volte essere una pecora nera ha i suoi vantaggi.
La percezione di sentirsi diversi nasconde un dono impareggiabile. Sì, perché dopo un po’ smetti di essere così dipendente dall’opinione altrui e impari a fare affidamento su te stesso. Chi ama la solitudine conosce la libertà di provare a volare senza condizionamenti, esercitando uno sguardo rivolto a sé, al proprio interiore. Il fatto di sentirsi soli al mondo può essere una condanna oppure l’inizio di una grande avventura. Sei tu a scegliere.
Che cosa insegna la solitudine?
Se sei triste quando sei da solo, probabilmente sei in cattiva compagnia
Jean-Paul Sartre
Non esiste un unico modo di stare da soli. C’è chi da solo non fa che attendere il momento in cui… arriveranno gli altri. Un po’ come quando sei single, ma in fondo pensi che sarai più felice quando avrai incontrato qualcuno di cui innamorarti.
C’è chi pensa che tutto sommato sia meglio coltivare relazioni sbagliate, anche se in fondo frustranti, piuttosto che non averne affatto. Poi ci sono quelli che amano la solitudine. Prendi esempio da queste persone. I solitari in genere coltivano pochi rapporti ma gratificanti, a loro le relazioni non servono per cercare di riempire vuoti. Il segreto è iniziare a essere felice: non hai bisogno di qualcuno per farlo, ma è necessario che tu lo voglia. L’amore per la solitudine è capacità di godere di sè stessi e della propria vita.
Da sola scopri quanto sei forte
Io sono uno che sceglie la solitudine. La solitudine può portare a forme straordinarie di libertà
Fabrizio De André
“Esser-io significa esser-solo” – scriveva Karl Theodor Jaspers, filosofo e psichiatra di origine tedesca. Attraverso la coscienza della propria solitudine prende forma la possibilità della comunicazione con l’altro e, al tempo stesso, entrare in contatto con l’altro è possibile solo a partire da due individualità. Da una parte il mondo e il suo chiacchiericcio, dall’altra il contatto con se stessi: due poli fra cui oscilliamo continuamente.
Tu sai scegliere consapevolmente i momenti in cui ritirarti in te stessa o semplicemente a volte ti capita di rimanere da sola? Il risultato può sembrare uguale, ma il modo in cui ti sentirai sarà molto diverso. Forse hai già sperimentato questa sensazione; è successo quando hai preferito rimanere da sola invece di stare in una relazione che ti rendeva infelice. Tutte le volte in cui sopporti gli sguardi di chi scuote la testa e continui a scegliere ciò che ti suggerisce il cuore.
Esercizi per ritrovare te stessa
Cantate e danzate insieme e siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica
Khalil Gibran
Solitudine come assenza dell’altro, solitudine come ricchezza di sé. Si tratta semplicemente di due prospettive diverse con cui osservare lo stesso fenomeno.
In lingua spagnola in genere per tutto ciò che si riconduce all’io si utilizza il verbo ser, “essere”: ser soltero, viudo… essere single, vedovo, anche se queste forme grammaticali diventano sempre più intercambiabili. Al contrario, per dire “essere sposati” si dice estar, “stare”. È la qualità temporale ciò che fa la differenza e l’intenzione può essere diversa a seconda di chi parla: differente in base alla relazione che desideriamo esprimere. In fondo, sembra ricordarci la grammatica, si nasce e si muore da soli.
La solitudine è una condizione esistenziale: lo stato originario. Costruisce sicurezza e un’autostima più profonda chi sa trasformare la solitudine nel piacere di trovare la compagnia di se stesso. Perché da soli si misura il ritmo del proprio cuore, sfiorando il segreto per iniziare a vivere in libertà.
Perché far posto alla solitudine
Avevo tre sedie nella mia casa; una per la solitudine, due per l’amicizia, e tre per la compagnia
Henry David Thoreau
Solitudine consapevole è quando scelgo momenti per me: tutte le volte in cui accolgo questo spazio vuoto non come assenza degli altri bensì opportunità di crescita ed evoluzione. Per ascoltare i miei silenzi, lasciare che emergano dal profondo le parole dell’anima, far decantare le emozioni.
Quanti momenti dedichi a te e, soprattutto, che tipo di tempo? Vai sempre di fretta, troppo occupata a fare cose, oppure parli a te stessa e aspetti le risposte? Solitudine è introspezione ed esplorazione di sé. Tappeto magico con cui sorvolare i cieli dei nostri sogni. Capacità di dare fiducia ai nostri orizzonti più segreti.