Viene chiamato eustress: è lo stress buono, quello che serve ad attivarci quando ne abbiamo bisogno, preparando corpo e mente ad affrontare la giornata. Scopri quando lo stress può diventare un ottimo alleato e perché considerare i suoi segnali andrà a vantaggio del tuo benessere.
Che cos’è l’eustress o stress buono?
Il termine “eustress” proviene dalla lingua greca, che combina la parola “stress” al prefisso “eu”, bene. Il primo a utilizzare questo termine è il medico Hans Selye, nato a Vienna all’inizio del Novecento, il quale trascorrerà la vita a fare ricerche sullo stress. Nel 1956 viene pubblicato il suo libro “The Stress of Life”: in fisica “stress” si riferisce alla tensione a cui può essere sottoposto un materiale, Selye mutuando questo termine lo usa per indicare una “risposta non specifica dell’organismo a uno stimolo negativo”. Ciò che crea tensione verrà chiamato “stressor”. È così che nasce la teoria dello stress. L’accento è sulla risposta dell’organismo. È come reagisce il corpo a fare la differenza. Secondo Hans Selye eustress è la risposta positiva, sana, allo stress, e in questo senso è legato a una qualità di vita associata a stati di benessere e appagamento.
Hans Selye
Possiamo immaginare di trovarci di fronte al fenomeno come davanti a un bivio: da una parte, il senso di allerta e pericolo, dall’altra eccitazione e sfida. Eppure, l’evento con cui abbiamo a che fare è esattamente lo stesso. A essere significativa è la nostra percezione e le sue conseguenze sulle nostre scelte. Vivere un evento come un pericolo o vederlo come una sfida avrà certamente un impatto diverso, sia a livello corporeo, sia sul piano emotivo. Tuttavia, la risposta non ha solo a che fare con il carattere. Periodi differenti dell’esistenza possono produrre risposte diverse a causa di una quantità incredibile di fattori. La verità è che possiamo dare risposte molto diverse: a seconda dei periodi della nostra vita, di fatto, siamo persone diverse.
Identifica il tuo problema… e trova la soluzione creativa
Spesso la creatività nasce da eventi estremamente negativi. È sempre emozionante ascoltare le storie di chi è riuscito a trovare la propria svolta e cambiare vita a partire da una sfortuna: dentro, un mix di coraggio, capacità di non abbattersi e osare, intraprendenza, visione. La chiamiamo “resilienza”, una parola che negli ultimi anni è diventata un trend ma che in fondo racconta un concetto antichissimo, la capacità di andare avanti, un’attitudine fondamentale per la vita. Ma ciò che si nasconde dietro a una storia di successo è tutt’altro che fortuna: nella maggior parte dei casi dentro ci si trova volontà di non arrendersi, capacità di mettersi in discussione, elasticità mentale. Facciamo molta più fatica a vedere tutto questo.
Ernest Hemingway
Mai superiamo indenni le avversità, mai restiamo uguali a noi stessi, ecco qualcosa da tenere bene a mente. Il bello della vita sta proprio in questo. Dagli ostacoli e dalle strade sbagliate impariamo qualcosa in ogni caso, anche quando siamo convinti che siano solo state questione di sfortuna indipendenti dalla nostra volontà. Il modo in cui reagiamo agli eventi e la consapevolezza, più o meno profonda, della loro osservazione a posteriori è la chiave in grado di far scattare la nostra evoluzione.
In bilico fra eustress e distress
Ciò che normalmente chiamiamo “stress” in realtà è “distress”, ovvero una sproporzione fra ciò che ci sta accadendo e le risorse che sentiamo di avere a disposizione per fronteggiare la situazione. Dentro di noi si agitano aspetto negativo e positivo dello stress. Ogni fatto che accade nella nostra giornata ha l’effetto di una stimolazione sul piano fisiologico e a livello mentale. Per dirla con le parole di Hans Selye stress è la vita stessa, che è sollecitazione continua; (eu)stress è stimolo vitale che ci sprona ad agire, ci fa scendere dal letto e combattere anche quando vorremmo evitare: le piccole e grandi avventure che rendono avvincente i giorni della nostra vita. Attenzione, però. Quando non fai altro che correre e arrabbiarti, forse il (di)stress sta prendendo il sopravvento.
Anonimo
“Sindrome Generale di Adattamento” è la definizione che Hans Selye usa per descrivere la risposta messa in atto dall’organismo di fronte agli effetti prolungati di molteplici fattori di stress, dagli stimoli fisici a quelli mentali. In questo caso, prima che diventi “cronico”, cambia frequenza… e trasforma il tuo stile di vita. Corpo e mente ti ringrazieranno.