Subire una delusione è inevitabile, fa parte della vita. Che si tratti di amore, di amicizia o di lavoro, a tutti capita di vedere disilluse le proprie aspettative. E proprio qui sta il punto cruciale per superare le delusioni: da un lato, è bene non riporre aspettative esagerate in un determinato evento o in una persona. Dall’altro lato, è importante saper riconoscere i propri desideri più autentici. Sicuramente non è facile, ma senz’altro è un percorso fattibile, da cui si esce rafforzati. A premiare è l’atteggiamento positivo di andare avanti nonostante lo scoramento, anche se all’inizio ci sembra di non farcela.

Ecco alcuni suggerimenti degli esperti per vincere le delusioni: nelle righe che seguono troverai l’approccio più “pratico” del coaching e quello più “analitico” della psicoterapia. Scommettiamo che riuscirai a fare della tua delusione un punto di forza?

Come affrontare una delusione

Improvvise o “sospettate” che siano, le delusioni sicuramente ci spiazzano, poiché mettono a dura prova il nostro equilibrio psichico. «Spesso è la nostra autostima a essere messa in discussione, dato che un evento deludente ci fa dubitare della nostra capacità di discernimento e persino di azione in relazione ai fatti concreti della vita quotidiana» – dice Michaela M. Carboni, coach ICF con credenziali PCC, che si occupa di persone e aziende. Insomma, dopo una delusione spesso non sappiamo chi siamo e come comportarci, e soprattutto dove abbiamo sbagliato. La buona notizia è che ci si riprende, spesso più consapevoli di se stessi rispetto a prima.

«Le delusioni si possono trasformare in qualcosa di positivo per se stessi: in particolare, secondo l’approccio del coaching, permettono di passare da una situazione di malessere a un’altra di benessere. Sembra una frase fatta, ma le delusioni sono delle opportunità per aprirsi a nuove sfide, anche se all’inizio sembra impossibile».

I suggerimenti pratici per superare una delusione

L’accettazione dell’evento deludente è fondamentale per riprendersi. Certo, richiede un po’ di tempo e pazienza per metabolizzare l’accaduto. E porsi le domande giuste sul perché si è rimasti così delusi. Ecco alcuni spunti suggeriti dalla coach Michaela M. Carboni.

  • Rimanere scottati è normalissimo, ma per affrontare una delusione è importante non lasciarsi sequestrare dalle emozioni di sofferenza. Rischiano di bloccarci nel nostro dolore e di impedire la nostra ripresa.
  • Piangere, disperarsi o arrabbiarsi sono reazioni umane, che è bene non reprimere se si sente il bisogno di dar voce al proprio dolore. In solitudine o in compagnia di un amico, bisogna permettersi di esprimere le proprie emozione negative, ma senza che diventino una sorta di auto-compiacimento consolatorio.
  • Passato il momento scioccante della “doccia fredda”, è bene porre una distanza tra sé e l’evento deludente, per comprendere cosa ci si aspettava davvero da quella persona o da quel lavoro, e perché vi si è investito così tanto. La distanza permette di focalizzarci sulla nostra ripresa, e di “anestetizzarci” almeno per un po’.
  • Come imparare a distanziarsi? Cercando di vederci dall’esterno, e chiederci se davvero ci si vedeva bene in quel ruolo (riferito al campo sentimentale o professionale) e se lo si voleva davvero. Domande utili possono essere: “Lui/lei mi piaceva davvero? Perché sognavo tanto quella promozione di lavoro? La nostra amicizia era vera o opportunistica? O dettata dall’abitudine?”. Senza bluffare nelle risposte!
  • Spostare la nostra attenzione dalla delusione in sé al raggiungimento di un nuovo obiettivo, cioè investire le proprie energie in qualcosa di costruttivo, come ad esempio un nuovo interesse. Dopo la reazione a caldo, è bene chiedersi: “cosa posso fare per stare meglio?”. Nel momento in cui si sceglie di percorrere altre strade, pensando che avremo un’altra chance, scatta questa forza interiore che ci porta a superare la delusione.
  • Riconoscere di aver avuto aspettative troppo alte, perché magari si è stati precipitosi nel vivere una situazione con entusiasmo, o perché si cercava una gratificazione immediata (pur senza saperlo).
  • Non avere fretta né negare il proprio dolore, perché rischierebbe di tornare più prepotente di prima.
  • Perdonarsi per aver coltivato eventuali illusioni.

Le strategie che non funzionano

Di solito dopo una grande delusione, i consigli da parte di amici e parenti si affollano in un elenco di attività distraenti: uscire, viaggiare, fare shopping, andare dal parrucchiere o dall’estetista, iscriversi a un corso, andare in palestra e così via. «Sicuramente tutte queste azioni possono aiutare nel breve periodo, ma rischiano di riempire un vacuum per poi farci cadere in un’altra delusione, poiché si attuerebbe lo stesso meccanismo dell’aspettativa spropositata, e mal riposta!» – precisa la coach Carboni.

Non si può sperare che la full immersion in nuovi interessi risolva d’un colpo la delusione, perché non centrerebbe il nostro vero obiettivo di miglioramento su noi stessi, ma lo sposterebbe verso l’esterno (per illudersi nuovamente). «Da una delusione, invece, si esce guariti se si lavora sulla propria autostima e sulla consapevolezza di sé, attraverso l’ascolto dei propri bisogni e desideri. Certo, bisogna avere il coraggio di interrogarsi, cosa non sempre facile» – sottolinea la coach.

come affrontare delusioni

Quando si viene delusi?

«L’origine della delusione consiste nelle aspettative che abbiamo riposto in una persona o situazione: quanto più sono state alte, tanto più la delusione è cocente (sempre se le aspettative sono state disattese)» – spiega lo psicoanalista e psicoterapeuta Roberto Pani, docente di Psicologia Clinica all’Università di Bologna.

Si può prevenire una delusione? «Restando con i piedi per terra, è la risposta più ovvia. Ma per essere più precisi, è molto importante fare una distinzione tra i propri bisogni e i propri desideri, cosa che presuppone una grande conoscenza di se stessi» – continua l’esperto. Si resta delusi quando, investendo su qualcosa esaudiamo principalmente nostri impulsi inconsci anziché i desideri consapevoli. Si tratta di un raffinato meccanismo psicologico che merita attenzione. Prosegui la lettura.

Differenza tra bisogni e desideri, importante per affrontare una delusione

La differenza tra bisogni e desideri è sottile, ed è utile per capire come evitare (grandi) delusioni. Fa rifermento al modo di coltivare le aspettative e di vivere le gratificazioni. In particolare:

  • I bisogni sono gli impulsi urgenti e primari. Spesso sono il risultato di situazioni passate – a volte molto antiche – che possono aver generato una determinata mancanza che si vuole appagare a tutti i costi. Un esempio è il bisogno di colmare un vuoto affettivo perché magari si proviene da un contesto familiare carente di affetto. I bisogni di solito sono inconsapevoli. Si è “posseduti” dal proprio bisogno.
  • I desideri, invece, sono l’espressione matura e consapevole del bisogno primario. Implicano conoscenza di sé e della realtà. Ad esempio, si desidera quella persona perché sappiamo che va bene per noi. Il desiderio ha più a che vedere con la scelta.

«La delusione arriva quando diamo più ascolto a un bisogno urgente (di colmare un vuoto affettivo), anziché a un desiderio maturato (di avere un compagno con determinate caratteristiche compatibili con noi). Va specificato che il processo è del tutto inconscio: non ci si può addossare la colpa di aver subito una delusione!» – chiarisce lo psicoterapeuta Pani.

Distinguere i propri bisogni essenziali dai desideri più consapevoli non è facilissimo, richiede ascolto di sé senza barare. Ma vale la pena farlo, perché si possono prevenire cocenti delusioni. O almeno imparare a gestirle. Un punto di partenza può essere fornito dalle nostre sensazioni: se quando di fronte a una cosa o persona sentiamo che la vogliamo ossessivamente è molto probabile che siamo spinti da un bisogno. Viceversa, se il nostro volere è più equilibrato, siamo nel campo dei desideri.

Chiedersi perché si è rimasti delusi

Restando nel campo affettivo, a volte i nostri bisogni d’amore sono talmente urgenti che non riusciamo a vedere eventuali dissonanze nel partner, rispetto a ciò che desidereremmo davvero da un compagno. «Così, non volendo, rischiamo di coprire di un velo la realtà. Una volta ottenuta la gratificazione immediata (possono passare anche diversi anni), questo velo si squarcia, per lasciare spazio alla frustrazione. E di colpo di quel partner ci appaiono tutte le discordanze con noi!

In questi casi, non è raro essere delusi da se stessi, per non aver saputo cogliere subito qualcosa di “stonato”» – spiega lo psicoanalista Pani.

Altre volte siamo noi a essere cambiati, cioè siamo diventati più consapevoli di ciò che desideriamo davvero. E così quel partner ci sembra non più “rispondente” a noi!

«Può accadere, inoltre, che dopo 2-3 delusioni importanti si decida di chiudere con gli uomini o con le donne. Sarebbe un peccato, perché comporterebbe imprigionarsi nella propria amarezza senza sperare in altre opportunità. L’atteggiamento più costruttivo è invece dire a se stessi: “ho chiuso con quel tipo di uomo o di donna, ma senz’altro mi interesserò ad altri”. Per operare questo salto, è importante chiedersi perché si ha avuto così bisogno di coprire la realtà con il famoso velo di Maya (e torniamo al concetto di bisogno): quale vuoto si doveva riempire?» – suggerisce lo psicoterapeuta Pani.

Il discorso vale per tutti i campi della vita: amicizia, lavoro, progetti di vita, ecc. riconoscere i veri motivi che ci hanno portato a investire così tanto in una situazione aiuta a non commettere “errori” simili in futuro.

È possibile non restare delusi?

Per evitare delusioni (nei limiti del possibile), è fondamentale avere una grande conoscenza di se stessi e della realtà: ciò permette di individuare cosa desideriamo davvero, e vedere con onestà se il mondo esterno può soddisfarci. Si rimane delusi se si desidera l’irreale, come ad esempio la perfezione. Ma con l’esperienza si impara ad accettare “cosa offre il mercato”, per dirla prosaicamente.

«Il punto è che noi siamo esseri umani e non macchine, quindi è inevitabile provare delusioni, anche se ci si può allenare a non riporre aspettative esagerate in qualsiasi evento. Da un certo punto di vista, vedere le cose e le persone come sono realmente, implica fatica, perché è più comodo idealizzare.

E poi comprendere se abbiamo bisogno o invece desideriamo una situazione è complesso: ci vuole la giusta distanza e il tempo necessario per riflettere. Si può iniziare chiedendosi: è un mio autentico desiderio o un impulso del momento?».

Un altro suggerimento per non restare delusi è soffermarsi sulla frase “è troppo bello per essere vero”. È troppo bello, perché è così che l’ho voluto immaginare; per essere vero, ma in verità è una mia costruzione dettata dal bisogno di avere una gratificazione immediata. Smettere di avere pensieri utopistici del genere è un buon punto di partenza per non trovarsi un domani a raccogliere i frantumi del proprio sogno crollato al primo soffio di vento!