Hai la sensazione di non riuscire a ricordare nulla? Forse il vero problema è che hai la mente sovraccarica. Impegni da incastrare, ore di sonno perse, pranzi al volo e un flusso di informazioni che non si interrompe mai fra televisione e rete internet: la testa è intasata dal superfluo, ecco perché in queste situazioni è facile sentirsi stanchi, scarichi e rallentati.
Matteo Salvo, campione di memoria e fondatore della scuola MindPerformance con sede a Torino, ci spiega qualche dritta per migliorare le nostre prestazioni quotidiane e apprendere tecniche di memorizzazione efficaci grazie al suo ultimo libro, scritto insieme a Elisabetta Galli, consulente aziendale e formatrice strategica, Professione: studente 30 e lode. Il metodo rivoluzionario per affrontare l’università con successo. Dedicato agli studenti e… non solo! A ogni età e in qualsiasi contesto potenziare la memoria significa utilizzare meglio la mente, saper reagire agli eventi della vita e mantenere allenato il cervello.
Prepara la mente
La qualità del sonno è fondamentale affinché sia realmente rigenerante per la mente. «Accade spesso di cercare di incastrare impegni sfruttando, per esempio, il fatto di trovarsi già in un certo luogo. Invece per dare il massimo, soprattutto se all’orizzonte si profila un momento importante, c’è bisogno di lasciare il giusto spazio al riposo» spiega Matteo Salvo.
Arrivare a un appuntamento con la mente vuota e rilassata significa essere più presenti e disponibili. L’obiettivo non è riempire l’agenda: osserva gli impegni che accetti di prenderti. Spesso teniamo fede a impegni più per il senso del dovere, in casi come questo dovrebbe suonare un campanello d’allarme, perché il fine non dovrebbe essere spuntare una lista, bensì la genuina voglia di esserci e prendervi parte.
Quali sono le abitudini che aiutano la memoria? «Dormire il numero di ore che il nostro corpo ci chiede» chiarisce l’esperto, che aggiunge: «Qualcuno dirà: se non mettessi la sveglia non mi alzerei mai. Questo succede perché siamo abituati a pretendere molto, troppo, dal corpo e mentre accumuliamo stanchezza non ci accorgiamo di calpestare un bisogno profondo». È molto semplice, basta fare una prova: dopo aver dormito liberamente, per un intero week end ad esempio, il corpo recupera, si abitua e allora iniziamo a vivere in modo diverso anche il momento in cui ci dobbiamo alzare.
Il suono della sveglia dovrebbe essere il termine ultimo, una sicurezza in caso di necessità, tuttavia è importante evitare che sia questo suono a strapparci all’improvviso dal sonno. Concedersi un momento di lentezza per passare dalla fase del sonno al risveglio, sgranchirsi e allungarsi, assaporare il giorno che inizia e immaginare la giornata costituisce un momento molto importante per prepararsi, anche psicologicamente, a un nuovo inizio.
Come dormi?
Addormentarsi dalle 22 a mezzanotte sembra abbia un potere rigenerante più alto. «Fondamentale è che ci sia buio totale, perché luci e riverberi interferiscono con il riposo. Chi dorme spesso fuori casa per lavoro può utilizzare una semplice fascia o una bandana in modo da proteggere gli occhi dalle luci che talvolta possono disturbare, come il lampeggiare di monitor e televisione. I tappi possono essere un’ottima soluzione: in commercio ne esistono diversi tipi, dai modelli in cera al silicone, è sufficiente provare per trovare la tipologia più adatta alle nostre esigenze» spiega Matteo Salvo.
Tutto questo perché quando il sonno è il più possibile profondo e senza interferenze allora ci svegliamo completamente rigenerati, con le mente lucida e fresca. «Il pensiero diventa un raggio laser e qualsiasi cosa crei acquista lucidità, forza, chiarezza, facilità. Per esempio, quando i figli sono fuori casa e devono rientrare, una parte del nostro cervello continua a essere attiva, quindi succede di addormentarsi ma con una consapevolezza di fondo che ci mantiene in uno stato di attenzione».
Quando attendiamo qualcuno anche se chi deve rientrare ha le chiavi, e dunque non verremo svegliati, non ci abbandoniamo completamente all’abbraccio del sonno e questo ha notevoli conseguenze per il nostro benessere psicofisico perché non sarà un’esperienza completamente riposante, proprio perché la soglia dell’attenzione rimane alta.
Gioca d’anticipo
Partiamo da qui: il momento in cui andiamo a dormire. Prima di addormentarti prepara tutto ciò che ti servirà il giorno dopo, così che al risveglio tu possa partire, in certo senso, con il pilota automatico, senza disperdere energie, per esempio, nella ricerca dei vestiti o delle cose che dovrai portare con te. Sai che cosa indosserai perché l’hai deciso con calma la sera prima: chi va scuola è importante che abbia già pronto lo zaino, compiti, borse eventuali.
Al risveglio
Dedicare alcuni minuti allo sport ha un effetto rivitalizzante. L’esperto chiarisce: «Qualcuno lamenta la difficoltà di fare sport a quell’ora e a digiuno, ma in realtà si tratta semplicemente di un modo per aiutare il corpo a svegliarsi. Bastano dieci minuti di corsa, solo per riattivarsi e partire con la marcia giusta, energici e scattanti». L’attività fisica, se fatta con piacere e senza particolari obiettivi, permette di affrontare la giornata in modo diverso.
Pensi di non avere abbastanza tempo? Inizia a valutare quanti minuti passi, magari ancora a letto, consultando dallo smartphone, i social o le mail, suggerisce l’esperto: «È una questione su cui dovremmo riflettere perché in un momento che è ancora di estrema vulnerabilità, stiamo permettendo ad altri di entrare nella nostra vita quando non dovremmo lasciare entrare nessuno e usare questo tempo per noi, concentrandoci sulle priorità della giornata».
Concentrati sulle tue sensazioni
Se ci aspetta una riunione importante non è affatto detto che controllare immediatamente le mail mentre beviamo il caffè ci aiuterà a essere più efficienti: possiamo farlo anche in un secondo momento. Al contrario, svegliarsi concentrati sul flusso di sensazioni e pensieri significa sviluppare una mente più libera e quindi più lucida, pronti a vivere la giornata.
Tendiamo molto a riempire la mente di superfluo, invece saper prendere l’essenziale e le informazioni che davvero ci servono alla lunga aiuta il nostro stare bene e ha conseguenze positive anche per la memoria. «Oggi pensiamo di avere meno memoria. No, non è questo il fatto» conclude Matteo Salvo: «La questione è imparare a orientarci nel flusso di informazioni in cui siamo immersi e saper usare i supporti a nostro vantaggio».
Ecco alcune tecniche di memorizzazione per allenare la mente nella vita quotidiana.
1. Memorizzare i nomi delle persone
Una persona si è appena presentata e tu hai già dimenticato il nome? È un classico, capita a quasi tutti: i nomi sembrano sfuggire immediatamente non appena pronunciati. In questo caso in realtà non si tratta di un problema di memoria, ma di attenzione. Non siamo stati attenti, ecco la verità.
Una buona tecnica per memorizzare i nomi è abbinare il nome della persona a qualcosa, ad esempio Marco-arco, Mattia-matita, qualsiasi parola che ci possa far immaginare un certo nome. Attenzione a non confondere nomi simili, per questo è importante creare un’associazione mentale utilizzando immagini che siano chiare per noi.
Inoltre, scegliere un’immagine e collegare un dettaglio ci permette di memorizzare meglio la persona, ad esempio un naso pronunciato può farci immaginare un arco, un neo la freccia che ha colpito e ha lasciato il segno. Il punto è creare un’associazione che sia forte e intuitiva.
2. Scrivania strategica: prepara la postazione di lavoro
L’ordine aiuta. Organizza la scrivania come vorresti lo spazio della tua mente: sgombro, libero, dove tutto ciò che ti serve è a portata di mano, pronto per essere utilizzato. Gli strumenti essenziali? Colori, evidenziatori e un blocco per gli appunti, utile per segnare le idee importanti e tenere una traccia.
Ricorda che il cervello ragiona per immagini, come spiegano le ultime ricerche in neuroscienze. Creare una mappa con semplici disegni da usare come simbolo realizza una metafora visiva in grado di tradurre le idee e aggiungere chiarezza, visione. Spesso in un disegno emergono dettagli e bisogni che nel linguaggio possono rimanere nascosti.
3. Memorizzare informazioni velocemente
Le mappe mentali si rivelano uno strumento molto utile non solo per acquisire informazioni, ma anche per creare progetti facendo chiarezza fra le idee. È possibile rappresentare contenuti complessi seguendo una struttura a albero: parti dal concetto chiave poi aggiungi rami dove andrai a strutturare tutti le idee che ti vengono in mente legati alla parola principale. Avrai una mappa preziosa per strutturare idee o memorizzare concetti da apprendere.
4. Tecnica dei loci di Cicerone
Ci troviamo di fronte a una regola molto antica, infatti la tecnica dei loci, ovvero luoghi, risale all’oratoria. Si tratta di creare un palazzo della memoria dove lo spazio immaginario corrisponde a percorsi in grado di evocare i passaggi utili. Le informazioni vengono trasformate in immagini e ordinate, stanza dopo stanza, in modo da realizzare una strada della memoria che ti permetta di recuperare le informazioni apprese in qualsiasi momento grazie all’associazione con oggetti presenti nelle stanze.
5. Usa immagini paradossali
L’acronimo P.A.V. sta per Paradosso Azione Vivido. Cosa significa? Imparare a usare immagini paradossali in grado di sfruttare i cinque sensi per creare un’azione in movimento. Un esempio: ammortamento; possiamo visualizzare la parola ‘morte’ su un ‘mento’. Chiaramente l’associazione è assolutamente personale, questo renderà più facile il fatto di mantenerla in memoria e poterla utilizzare in futuro.
6. Lingue straniere: memorizzare parole nuove
Un conto è memorizzare informazioni utili, un altro il tentativo di memorizzare la maggior quantità possibile di vocaboli: punta a ciò che ti interessa e lascia che sia la pratica a espandere la tua capacità di comunicare. Per imparare nuovi vocaboli è utile questo metodo: dedica tempo all’ascolto della corretta pronuncia, poi costruisci un’immagine della parola da apprendere a partire dal suono che possiede nella lingua che stai imparando. Creando un’ulteriore immagine per la parola italiana avrai due immagini che potrai mettere in relazione e memorizzare grazie alla tecnica del P.A.V. citata nel punto precedente.
7. Lettura veloce: tu come leggi?
Un punto importante delle tecniche di lettura veloce è sapere su quali parti concentrarsi e tenere in considerazione. Spesso si pensa alla lettura veloce come l’acquisizione di tecniche per leggere più velocemente. Sbagliato! Innanzitutto si tratta di avere una strategia nella lettura. Farsi una visione chiara d’insieme è il primo passo.
Anziché seguire l’ordine con cui sono scritte le parole, o la successione dei capitoli, prova a seguire un ordine strategico: guarda la data di pubblicazione, note sull’autore, riassunti di copertina o dei singoli capitoli, in modo da contestualizzare, anche nel tempo, quello che stai leggendo. Quando è stato scritto? Da chi? La sfida è maneggiare il libro in modo diverso. Guardare la struttura del libro e dei capitoli è fondamentale per farsi un’idea e comprendere meglio quello che compone le singole parti.
In fondo, l’esercizio è dimenticare di andare da A a B, come facciamo spesso, e… saltare! Ovvero, sapere che ci possiamo muovere dinamicamente, stare in movimento anche a livello mentale.
8. Memorizzare VS spiegare
Ce ne siamo accorti fin dai tempi della scuola: l’obiettivo di memorizzare, soprattutto se avviene in maniera meccanica, non funziona e rischia di naufragare facilmente. Il fine non è incamerare quante più nozioni possibili, bensì sapere come utilizzarle, conoscerle e trasformarle in conoscenza pratica pronta all’uso alla prossima occasione in cui ci servirà.
Pensa di dover spiegare a qualcuno quello che stai imparando: secondo gli esperti questo metodo è molto utile anche come tecnica per facilitare il problem solving. Raccontare a qualcuno, presente o immaginario, ci costringe a uscire dal nostro punto di vista e ci allena a vedere la situazione in qualità di osservatori esterni, per questo stimola la flessibilità e aiuta a raccogliere dati utili creando una visione più ampia.
9. Fattore tempo
Sotto stress il processo di apprendimento è più difficile. Quando la mente è stanca, ingombra di pensieri, tesa o preoccupata, le nozioni sembrano scivolare via: “non connetto”, si dice, e questa espressione rende molto bene il nostro sentirci confusi e persi. Riposa a sufficienza, nutriti in modo adeguato, fai il pieno di vitamine e sali minerali grazie alla giusta quantità di acqua e vegetali freschi.
Chi studia, o è impegnato in un lavoro mentale, dovrebbe applicarsi in sessioni da 40 minuti, seguiti da una pausa di 5 minuti. Come spiegano le ricerche, il momento in cui ci fermiamo e facciamo pausa è fondamentale perché proprio in questo intervallo di tempo la mente stacca, aumenta la creatività, migliorano le connessioni fatte.
10. Web consapevolezza
Spesso è come stare davanti a un frigorifero strabordante: salviamo informazioni salvo poi accumulare articoli non letti, ci muoviamo da un sito all’altro senza una rotta. Ci perdiamo, in un certo senso, nella rete e la modalità in cui consumiamo il web non rende facile un processo di consapevolezza, quindi di memorizzazione.
Come possiamo migliorare la memoria nell’approccio alla tecnologia? La parola chiave è essere selettivi e focalizzati su quello che ci dà realmente valore aggiunto. Spesso accade di passare la giornata a saltare da un post all’altro su Facebook, guardare video e profili per semplice curiosità: il risultato è che non ci concentriamo su ciò che realmente ci interessa e non riusciamo nemmeno a trattenere informazioni utili.
Focalizza quello che ti interessa, usa bene il tuo tempo e impara a andare dritta al punto. Sul web e nella vita.