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«I social network, fra cui Facebook, ci spingono a pensarlo, ma è una trappola» avverte Giuseppe Riva, docente di Psicologia e nuove tecnologie della comunicazione all’Università Cattolica di Milano.
«Oltre a essere un luogo in cui ognuno offre solo il meglio di sé, il social funziona da amplificatore della fortuna altrui. In pratica, anche quando uno dei nostri contatti non fornisce informazioni su di sé, noi ci immaginiamo che stia vivendo dei momenti felici, perché prevale sempre una dimensione positiva, esibita di continuo anche dagli altri amici».
«I social network, fra cui Facebook, ci spingono a pensarlo, ma è una trappola» avverte Giuseppe Riva, docente di Psicologia e nuove tecnologie della comunicazione all’Università Cattolica di Milano.
«Oltre a essere un luogo in cui ognuno offre solo il meglio di sé, il social funziona da amplificatore della fortuna altrui. In pratica, anche quando uno dei nostri contatti non fornisce informazioni su di sé, noi ci immaginiamo che stia vivendo dei momenti felici, perché prevale sempre una dimensione positiva, esibita di continuo anche dagli altri amici».