Il tradimento maschile: due opzioni che non si autoescludono

Il tradimento maschile: due opzioni che non si autoescludono

Corollario del punto precedente, il tradimento maschile ammette la compresenza dell’amante di turno e della compagna/moglie, il cui ruolo non è minimamente messo in discussione. L’uomo infatti tende ad intrattenere relazioni extraconiugali di breve durata, che interrompe nel momento in cui diventano complicate o rischiano di mettere a repentaglio il suo rapporto più duraturo: nella sua mente le due situazioni possono benissimo convivere, trattandosi di circostanze diverse e ben distinte, che soddisfano da un lato il suo desiderio di evasione e la sua pulsione sessuale non tenuta a bada, dall’altro la necessità di costruire una famiglia con la donna della sua vita. Forse è proprio questo il problema che sta alla base dell’infedeltà maschile, l’incapacità di rinunciare a qualcosa.

Il tradimento maschile: l’appoggio della curva sud

Il tradimento maschile: l’appoggio della curva sud

Quello che a volte ci si scorda di considerare, quando si parla di tradimento maschile, è l’appoggio della cricca di amici, una sorta di “curva sud” pronta non solo a giustificare, ma anche ad elogiare le “eroiche gesta” del fedifrago. Il che non è cosa da poco, dato che un tale appoggio rischia di risultare deleterio, non costringendolo a riflettere per un momento sulle conseguenze psicologiche delle proprie azioni e facendolo pure sentire in un certo senso lusingato per via della sua fama di latin lover. La compagnia maschile tende poi a essere omertosa, e a coprire – se necessario – il “colpevole” con ogni mezzo facendo diminuire drasticamente le possibilità di smascherare le varie infedeltà.

Il tradimento femminile: una scelta di campo

Il tradimento femminile: una scelta di campo

In un film del 2001 – “Lantana” – la protagonista femminile, dopo aver scoperto in flagrante il marito fedifrago, gli diceva: “È facile andare là fuori e fare sesso con qualcuno. Sai qual è la cosa più difficile? Andare là fuori e non farlo”. Ecco come una frase riesce a riassumere in due righe scarse la presa di posizione delle donne in merito al tradimento: è una decisione consapevole, non un avvenimento che succede per caso perché si è travolti dagli eventi e dalle circostanze, eventi e circostanze a cui – per altro – si può e si deve opporre resistenza, per quanto difficile questo possa risultare. Tutti siamo bene o male vittime delle tentazioni, ma il gentil sesso è meno propenso a cedervi a causa di un senso di responsabilità e di attaccamento al concetto di “famiglia” che secoli di tradizione hanno contribuito a costruire e instillare nel profondo, con i conseguenti pro e contro che ciò – ovviamente – comporta.

Il tradimento femminile: uno spartiacque

Il tradimento femminile: uno spartiacque

A differenza di quanto succede per gli uomini, raramente per una donna il tradimento è soltanto una questione di sesso, anzi. Il più delle volte l’adulterio femminile segna la fine dell’amore con il compagno precedente, e con esso quella del rapporto. C’è spazio per ogni genere di eccezione, certo, ma l’investimento emotivo che si fa sulla relazione extraconiugale non è indifferente, poiché in genere non si tratta di una mera evasione, ma di un tentativo di colmare delle lacune affettive preesistenti che pesano non poco sulla storia “ufficiale”. Ecco allora forse la più grande differenza tra infedeltà maschile e femminile: se la prima è un mero divertissement commessa a cuor leggero e senza badare troppo alle conseguenze del gesto, la seconda è invece molto più sofferta e ponderata, rispondendo a esigenze profonde, che sottolineano l’inadeguatezza del partner attuale.

Il tradimento femminile: la presa di coscienza

Il tradimento femminile: la presa di coscienza

Il ruolo delle amiche qui è cruciale: anziché tifare per il perpetrarsi di una situazione in cui la donna adultera continui a tenere i piedi in due scarpe, la spingono a farla ragionare e a prendere una decisione precisa, indipendentemente dall’inevitabile sofferenza psicologica che da ciò possa derivare. Sì, perché il tradimento femminile non è destinato a durare a lungo, ma tende a raggiungere una sorta di “punto di non ritorno” in cui la fatidica scelta non è solo necessaria, ma doverosa: se credono nel rapporto, le donne – a differenza degli uomini – sono capaci di abbandonare una situazione sicura che però le rende infelici e insoddisfatte, nel tentativo di coronare quel desiderio di amore con la “a” maiuscola che sin da quando erano bambine hanno coltivato. Probabilmente la seconda grande differenza tra infedeltà maschile e femminile sta proprio nel coraggio di lasciare le proprie certezze per inseguire un ideale di felicità, una specie di “spinta vitale” che da sempre contraddistingue le donne di ogni epoca.

L'unica conclusione univoca

L’unica conclusione univoca

In questi casi, generalizzare non è mai un bene, ma possiamo ormai candidamente ammettere che – se il tradimento femminile è innanzitutto una questione di cuore e cervello, e secondariamente carnale – quello maschile mira piuttosto a soddisfare degli appetiti sessuali momentanei, senza che ciò metta in discussione la relazione dell’uomo con la propria compagna. In questo confluiscono aspetti sociologi, storici e biologici da non sottovalutare, dato che in fondo – da sempre – orientano le nostre condotte in materia sentimentale e sessuale: non staremo qui a sindacare su quale atteggiamento sia migliore o peggiore, e allo stesso modo non costringeremo nessuno a salire sul banco degli imputati, ma un’altra verità sottende al tradimento, e questa volta è comune a entrambi i sessi. Chi pecca di infedeltà una volta, infatti, otto volte su dieci è destinato a ripetere questo comportamento. Un certo Giambattista Vico in tempi non sospetti li aveva definiti i “corsi e ricorsi storici”, d’altronde.