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Tante spiagge caraibiche

Per trovare le acque tranquille bisogna dirigersi verso sud, superare l’East Point Lighthouse (il faro) e puntare verso Bottom Bay, la tipica spiaggia da cartolina, con dune, palme da cocco e mare
trasparente. Da non perdere la vicina Crane beach (ritenuta una delle più belle del mondo) con la sua sabbia rosa che regala all’acqua sfumature incredibili.
Lungo la strada che porta a Bridgetown, la capitale, si incontra l’animato villaggio di Oistins che merita una tappa. Nel suo famoso mercato si acquista pesce fresco a pochissi-mi euro oppure lo si mangia nei chioschetti, con tanto di contorno e condimenti (riso, cocco e spezie), a prezzi irrisori.

La cucina a Barbados è ottima e sono tante le cose da provare: la zuppa di callaloo (un tubero le cui foglie sono simili agli spinaci), il pepperpot (stufato piccante a base di diversi tipi di carne) o il flying fish, pesce tipico cucinato fritto, stufato o servito nei panini. Un’altra specialità da non perdere sono i conckies. Si tratta di piccole torte a base di zucca, cocco, uva passa e patate dolci, che vengono cotte al vapore nelle foglie di banana: davvero ottime!

Riprendendo il viaggio verso la capitale si incontrano altre spiagge e tanta vitalità: questa, infatti, è la parte più animata dell’isola. Locali, ristoranti, negozi e grand hotel sono tutti concentrati sul litorale sud occidentale. Il motivo è semplice: qui siamo affacciati sulle acque calme e invitanti del Mar dei Caraibi. Dover beach, Amaryllis, Sandy lane bay, Mullins beach, Paynes Bay, per citare le spiagge
più belle, e nel mezzo l’unico porto naturale: quello di Bridgetown, la capitale.
Passeggiando per le sue strade si incontrano le case coloniali e i palazzi moderni, sedi di banche e centri commerciali di lusso. Ma nell’architettura c’è anche un pizzico di eredità britannica.
Basta osservare lo stile neogotico del Parlamento e la grande cattedrale anglicana. Il cuore della città è il Careenage, l’antico porto oggi circondato da locali e ristorantini. Qui ci si ferma per una pausa pranzo durante lo shopping: al The Waterfront Cafè (tel.427-0093) si assaggiano i piatti tipici della cucina bajan e si beve un ottimo espresso italiano. Per portare a casa una bottiglia di rum tipico (come il Mount Gay o il Cockspur), si va in uno dei negozi di Broad Street o nel centro commerciale Cave Shepherd. L’importante è essere in città per la grande fiera del mercato di Bridgetown durante il Crop Over festival (dal 3 luglio al 2 agosto): gli invitanti profumi della cucina locale accompagnano i festeggiamenti annuali per la fine del raccolto della canna da zucchero, tra fiumi di rum, danze e musica calypso.

Nella foto, uno scorcio di Bottom Bay, spiaggia di accecante sabbia bianca.
 

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Coste e foreste selvagge

Vista da lontano, dal cielo o dal mare, appare come un atollo bianco, luminosissimo. La sua costa occidentale è avvolta in un nastro spettacolare di sabbia bianca, borotalcata, lambita da frondose
palme di cocco e da acque cristalline, quasi innaturali. Mentre quella orientale riceve le onde prepotenti dell’oceano Atlantico. Tutto intorno, la barriera corallina. Ma non solo intorno, perché
l’isola è composta proprio da un profondo zoccolo di madrepora (corallo). Che, essendo poroso, assicura un’azione filtrante delle piogge. Questo vuol dire: acqua limpidissima, sorgenti termali e grotte meravigliose, come la sorprendente Animal Flower Cave, con pozze di acqua salmastra in cui
fioriscono gli anemoni di mare. O come la famosa Harrison’s Cave, un sistema di grotte sotterranee con stalattiti, stalagmiti e piscine naturali. Attenzione: prima di entrare, a bordo di un veicolo elettrico, all’ingresso si nota un bellissimo ficus con radici aeree. Quello è il famoso “barbados”.
Poco distante, sempre nell’interno dell’isola, c’è Flower Forest (Highway 2, scotland district, dalle 9 alle 17) un magnifico parco foresta con un trionfo di alberi e piante tropicali. Per arrivarci si passa da Welchman Hall Gully, stretta gola naturale fitta di piante tropicali: un piccolo mondo che rispecchia bene ciò che videro i portoghesi quando sbarcarono a Barbados quattro secoli fa.
Spingendosi ancora un po’ più a nord si arriva a Cherry Tree Hill, collina coperta da un bosco di mogani dalla cui cima si ha un panorama mozzafiato sulla costa est. Questo è il litorale selvaggio,
dove l’oceano è il paradiso dei surfisti esperti, ma la sua forza può essere pericolosa per chi è in cerca di tuffi e nuotate. Qui c’è Bathsheba, paesino di pescatori con la mitica spiaggia, chiamata Soup bowl per la schiuma vaporosa delle onde che agitano le acque, dove si danno appuntamento
ragazzi inguainati nelle mute e con le tavole sotto il braccio.

Nella foto, escursione a Cherry Tree Hill, la collina coperta da un bosco di mogani. Da qui si gode una splendida vista sulla costa Est.