L’immancabile auto anni Cinquanta nel centro di Trinidad a Cuba

Niente pubblicità. Arrivando a Cuba, ciò che colpisce è l’assenza di cartelloni. Slogan e volti che compaiono sui manifesti sono solo un richiamo alla Revolución, in un mix di propaganda, storia e leggenda. Qui dove la concorrenza non esiste e l’embargo ha rafforzato la chiusura del regime castrista, il tempo si è fermato agli anni Cinquanta. Fiammanti Cadillac, Buick e Ford lasciano a bocca aperta sfrecciando accanto a bici scassate e carretti trainati da cavalli, alimentando il mito di un’isola che rappresenta un mondo a parte. Il modo migliore per esplorarlo è on the road, armati di mappe e di pazienza. I tempi sono dilatati e le indicazioni stradali sommarie, ma fermarsi a chiedere indicazioni ai passanti, nei piccoli villaggi, vi permetterà di conoscere l’autentico volto del popolo cubano, sempre prodigo di sorrisi.

 

Diretti a sud
Si affitta un auto “di questo secolo” da Cubacar (L’Avana, calle Ln.2502, www.transtur.cu) oppure una macchina vintage con autista da Gran Car (calle Palatino y Via Blanca, tel. 0053 7335647) per assaporare il gusto rétro fatto di interni in pelle e santini appesi allo specchietto, e ci si mette in marcia verso sud. L’Autopista nacional, l’autostrada, offre le tappe per fare il pieno di benzina (i distributori per i turisti sono verdi, azzurri quelli per i locali) prima della deviazione verso Cienfuegos, che conduce su strade secondarie molto affascinanti, ma decisamente meno confortevoli. Schivando buche e lavori in corso, vi accorgerete di essere sorvegliati da maestosi accompagnatori che volteggiano sopra di voi. Sono gli avvoltoi che planano in cielo, sottolineando il senso di libertà che si respira lungo queste strade deserte dove palme reali si alternano a piantagioni di tabacco e canna da zucchero. Ogni tanto si attraversano polverosi villaggi che sembrano usciti da un film western e binari fantasma dove raramente corrono treni. Si incontrano spesso chioschi in muratura che vendono frutta. Fermatevi e lasciatevi stupire dal sapore dell’ananas: vi sembrerà di non aver mai assaggiato prima questo frutto tropicale. Dopo tanti poveri paesini, Cienfuegos appare come una visione nei colori delle sfarzose facciate decorate da statue, balaustre e cornici. La cittadina coloniale, a tre ore di viaggio dalla capitale, dà il meglio di sé nella piazza Parque José Martí, costellata da edifici eleganti come il neoclassico Teatro Terry Tomás (calle n. 54) e la Casa de la Cultura Benjamin Duarte (calle n. 25), dove una scala a chiocciola porta in cima alla cupola azzurra con vista sulla città. Si viene travolti dal ritmo frenetico dei gruppi che si esibiscono sul palco ed è difficile respingere l’invito a ballare. Per rinfrescarsi non c’è niente di meglio che bere un mojito: qui si gusta il migliore di tutta Cuba. Al tramonto si raggiunge Punta Gorda per un emozionante panorama sulla baia e per una cena di pesce al Palacio de Valle (Paseo del Prado, calle n. 37), gioiello di architettura moresca. Verso la Marina, a pochi passi dalla piazza principale della cittadina c’è uno splendido posto dove fermarsi a dormire, è l’Hotel Palacio Azul (calle 37 n. 1201, www.hotelpalacioazul.com,doppia da 95 euro): il palazzo blu risale agli anni Venti ed era una residenza privata realizzata dall’architetto italiano Alfredo Fontana.

 

Le acque turchesi del mare di Cuba

A passo di salsa verso le spiagge
Il Circuito Sur, il tratto che scende a Trinidad, regala panorami dolci fra colline ondulate, foreste e sentieri ecoturistici con cascate e laghetti. Oltre al paesaggio è necessario prestare attenzione ai grossi granchi che attraversano la strada tentando di raggiungere la spiaggia. La singolare migrazione dalla foresta al mare esige infatti una particolare cautela nella guida per evitare di schiacciare questi splendidi crostacei. Arrivati a Trinidad si assiste al trionfo dell’architettura coloniale spagnola con una sfilata di palazzi a tinte tenui e torri campanarie. La sera si balla la salsa sulle scalinate della Casa della Musica (calle Francisco Javier Zerquera n.406) e si gusta la bevanda locale a La canchanchara (calle Real Boca y San José), residenza settecentesca che prende il nome dallo squisito mix di limone, miele e distillato, servito in tazze di terracotta. Qui ci si ferma all’Hotel Ancón (carretera Maria Aguilar, www.hotelancon-cuba.com, da 50 euro a notte), affacciato su Playa Ancón, dalla sabbia bianca e pochi turisti.

L'Avana di notte

La magia de L’Avana
Prima di lasciare Cuba, bisogna fare un giro della sua magica capitale. A piedi nel cuore della città vecchia si scoprono a ogni angolo case coloniali dai colori vivaci ed edifici barocchi di sfacciata bellezza come la Catedral de San Cristobal. A uno sguardo più attento ci si accorge che la piazza della Cattedrale ha altre attrazioni che siedono ai tavolini dei caffè sotto i portici. Sono le donne afrocubane dagli abiti bianchi ricamati e i capelli raccolti. Affiancate da bambole vestite come loro e dall’immancabile sigaro, leggono il futuro nelle carte e tra le linee della mano promettendo riti scacciaguai. Se ai loro incantesimi preferite l’alchimia di un buon rhum, entrate nel Museo del Ron Havana Club (calle San Pedro n. 262, www.havanaclubfoundation.com). Ancora una passeggiata e si raggiunge Plaza de Armas per curiosare tra le bancarelle di libri e giocattoli fatti con le lattine. Si può dormire all’Hotel Nacional (calle n. 21 y O, www.hotelnacionaldecuba.com, da 60,90 euro a notte) oppure fermarsi solo per un cocktail nel patio prima di ripartire. Con Blu Panorama (www.blu-panorama.com, tel. 0698956666) voli da 595 euro. Info: Ufficio del Turismo www.cuba-si.it, tel. 0266981463.