Se ti chiedessero quali sono i tuoi punti vulnerabili tu cosa risponderesti? Ginocchia, cervicale, denti, pancia: per ognuno diversi. Sono le zone del corpo in cui siamo più sensibili o tendiamo ad ammalarci di più. Chi pratica le arti marziali conosce bene quanto sia importante conoscere i punti di vulnerabilità del corpo umano, fondamentale nell’attacco quanto nella difesa.
Ma la vulnerabilità ha a che fare anche con il nostro carattere e le situazioni; ci sentiamo vulnerabili tutte le volte che rimaniamo male per una frase detta o un comportamento. È un dove e un quando. Spesso confondiamo la vulnerabilità con la debolezza o la fragilità, invece si tratta di qualcosa molto diverso. Ecco perché.
Che cosa significa essere vulnerabili?
Nel linguaggio dell’informatica vulnerabilità è dove diventa possibile penetrare in un sistema. Se lo consideriamo dal punto di vista di un attacco informatico l’assenza di misure di sicurezza può diventare davvero pericolosa perché arrivare lì significa poter compromettere l’intero funzionamento del sistema. Sì, la vulnerabilità ha un lato pericoloso. Succede anche nella vita di tutti i giorni, lo sappiamo bene. È l’amore che arriva e crea una tempesta; i grandi cambiamenti della vita, dai divorzi alle evoluzioni che per forza di cose tocca affrontare.
Fra malattie, discese e risalite, persone care che scompaiono e grandi felicità, camminiamo su questa lunga strada dell’esistenza, dove ogni giorno può essere sorpresa, scoperta, avventura. È questo che ci rende vulnerabili, in fondo. Quella capacità misteriosa che è la voglia, anche per oggi, di scoppiare a ridere a crepapelle o lasciarsi andare in un pianto dirotto. Ed è proprio questo che ci rende immensamente vivi. Umani.
Punti deboli o punti forti?
Conosci qualcuno e ti innamori. Amiamo tutto di quella persona… all’inizio. Soprattutto certi lati spigolosi e oscuri che dopo vent’anni saranno diventati i difetti ignobili da rinfacciare a ogni litigio. Perché accade? Un conto è vedere e sperimentare dall’esterno, un altro è conviverci tutti i giorni. Vale anche per te. Conosci il tuo carattere: a volte ti ami, certi giorni è puro odio. Allora succede che non ti sopporti e sei in guerra, specialmente con quelle ombre che conosci bene, perché non ti permettono di riuscire come vorresti in tante situazioni del quotidiano. Eppure non pensiamo mai al fatto che siamo così proprio per ciò che abbiamo vissuto, per il modo in cui abbiamo risposto agli eventi ed è questo che fa la nostra storia.
Ripensa alla tua vita e scrivi su tre pezzi di carta tre difetti fra quelli che ritieni più fastidiosi di te. Su altri tre scrivi tre qualità positive che ami del tuo carattere. Piega ogni foglietto e mettilo in un barattolo. Adesso estrai i foglietti, uno alla volta. Per ognuno fermati a pensare a due situazioni, una in cui quel lato del carattere ti ha aiutato e una in cui ti è stato di ostacolo. Pensare al contrario ci aiuta a ragionare in un altro modo. Potresti scoprire che pregi e difetti in fondo… sono la stessa cosa! Il vero esercizio è imparare a gestirli a seconda della situazione
Spesso quando ci sentiamo punti sul vivo attacchiamo. È l’altra faccia della vulnerabilità: dove la pelle è stata tenera e si è spaccata, la cicatrice è più dura e spessa. Allora accade che quando quei punti vengono toccati in un attimo possiamo provare più rabbia, che qualche volta serve a coprire dolori e tristezze troppo grandi da contenere. Oppure, ci sentiamo più stanchi, malinconici o indifferenti, ma solo in apparenza. Nascondiamo la nostra sensibilità e le emozioni con la tensione ben dissimulata sotto maschere di rigore e sorrisi rigidi.
Diventare invulnerabili
Guardati le spalle. Concentrati sui tuoi obiettivi e isolati dalle distrazioni. Non fidarti del primo approccio. Identifica il nemico e vai all’attacco. Non uscire dalla tua comfort zone, non arrischiarti a fare passi falsi. È la strategia per diventare invulnerabili, ma siamo sicuri sia anche una ricetta di felicità? Potrebbe darsi che questa cosa che ora ti fa battere il cuore sia un rischio, anzi lo sarà certamente: ti senti così, perché ci tieni. Ti importa. Che sarebbe la nostra esistenza se vivessimo senza renderci conto di ciò che ci importa davvero?
Quando vivi secondo il cuore te ne accorgi. Le contratture si sciolgono e tu ti muovi con la stessa fluidità dell’acqua che scorre. Senza limiti, con leggerezza e apertura come ballando sulle punte. Non importa la paura, se oggi piove o se è una giornata triste. La differenza fra vivere in una fortezza assediata o far cadere ogni barriera è che all’improvviso tutta quella tensione che serviva a tenere alte le difese cade. Dentro, respiri di nuovo aria di libertà.
Se avessimo il coraggio di fare della vulnerabilità il nostro punto di forza anche le nostre classificazioni cadrebbero. Una malattia o una sindrome diventerebbe semplicemente un modo per vivere e guardare il mondo: il nostro sguardo, unico. Sì, non è facile. Ma anche adeguarsi non lo è, comporta uno sforzo altissimo e noi lo facciamo quotidianamente.
Cerchiamo costantemente di adeguarci e lo facciamo correndo con l’orologio in mano, per arrivare in tempo da qualcosa o qualcuno; proviamo a stare al passo con gli altri, non dare fastidio o non essere diversi. Eppure ci rendiamo infelici… e continuiamo a insegnare le stesse cose ai bambini di oggi, che saranno gli adulti di domani. La vera forza è il coraggio di abitare le nostre differenze con orgoglio. Un coraggio che possiamo imparare a nutrire, giorno dopo giorno. Per guardare con amore la vulnerabilità e darle il posto che merita.