“Quel che percepiamo vivendo nel sistema invaso da dispositivi elettronici è un disagio, ansia e in alcuni casi senso di persecuzione – spiega lo psicoanalista Prof. Roberto Pani – non dimentichiamo che alcune persone disdegnano controllare ed essere controllati. Qualcuno ne soffre talmente tanto al punto da rinunciare ai moderni cellulari, per esempio.
Per i “sofferenti del controllo” tale circolarità (controllare ed essere controllati) che si rinnova continuamente, si trasforma in un occhio interno giudicante e un po’ soffocante, come se ci fosse sempre una mamma iperprotettiva, sempre pronta a controllare, che spesso è vissuta come castrante”.
Certo, la tecnologia elettronica da controllo è utilissima alla crescita sociale, e comunque non possiamo (né sarebbe sensato) tornare indietro. Dobbiamo tuttavia riconoscerne i limiti che gravano su di noi. Viviamo in una società di schedati: eppure si parla di privacy, di firme per liberatorie che favoriscono il rispetto della privacy. Aumenta invece il controllo, la schedatura che invece di favorire la privacy e la libertà del singolo, la appesantisce.
Suggerimenti utili per sfuggire al Grande Fratello
“Occorre riflettere su ciò che desideriamo autenticamente e battersi come si può per non farci trascinare dal sistema conformistico dell’adattamento passivo ai mezzi di comunicazione interattiva.
L’obiettivo è quello di superare la sensazione di dovere di dare risposte a tutti e di imparare a vivere per noi stessi. Il rischio dell’eccesso della vita sui social di network è quello di agire per non deludere nessuno, e di vivere quindi una vita illusoria, finta, in una parola virtuale.
Cominciare piano piano a discostarsi dai tempi ristretti della Rete, spegnendo per un po’ le chat e le applicazioni che ci controllano, è una prima mossa per avere lo spazio psicologico che sappia accogliere gli stimoli provenienti da tutte le parti, senza esserne fagogitati.” – conclude l’esperto.